Bello studio di Alliance Bernstein che evidenzia come l’investitore di lungo periodo potrebbe trascurare tutte quelle strategie orientate alla ricerca del cosiddetto “income” azionario, ovvero la ricerca di azioni ad elevata capacità di generazione di reddito tramite dividendo.Effettivamente negli ultimi tempi fondi ed ETF a tema si stanno moltiplicando e questo è legato alla volontà delle case di gestione di cercare di rimuovere la preoccupazione che il cliente ha circa le attuali valutazioni dell’equity. Come fa notare AB, dal 1993 al 2015 solo il 4% delle società quotate e che erogano dividendi ha ridotto i flussi di reddito distribuito, una percentuale molto bassa. Addirittura il 60% in questo arco temporale ha alzato il payout, ovvero la percentuale di utile pagata all’azionista.
Negli ultimi tempi come detto si sono moltiplicate le strategie di gestori che, a loro modo di vedere, sarebbero capaci di fare stock picking, ovvero selezione titoli, in modo accurato basandosi soprattutto non sulle società che erogano i dividendi più elevati in percentuale rispetto al prezzo, quanto piuttosto su quelle società che vantano il tasso di continuità e di incremento del dividendo pagato più elevato.
Ebbene Alliance Bernstein smussa un po’ gli entusiasmi per questo tipo di attività. Intanto anche ad essere bravi ed evitando quel 4% di società che il dividendo l’hanno tagliato l’investitore si sarebbe portato a casa un rendimento annuo addizionale dello 0,3% rispetto all’indice generale.
Se fossimo poi stati bravissimi e capaci di catturare l’80% delle società capaci di incrementare il dividendo avremmo incrementato il rendimento dello 0,9%. Se poi fossimo stati Superman colpendo tutte le società capaci di incrementare il dividendo (ed evitando quelle che lo tagliano) avremmo conquistato l’1,8% in più.
Ovviamente quest’ultimo caso è impossibile, ma quello che voglio dire, generalizzando, è che la statistica ci dice che uno sforzo notevole da parte del gestore di ricercare società ad alto potenziale di income si traduce ovviamente in un costo dei prodotti gestiti elevato. Tutto questo da mettere in parallelo ad una redditività effettiva di questa attività che spesso e volentieri non ripaga lo sforzo fatto.
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Non e’ proprio in campagna ma in un paese vivibile e la fortuna e’ che ho un giardino grande che e’ cresciuto negli anni. L’ho pitturato un po’ alla volta……….ed e’ un antidoto micidiale alle “cazzate” moderne. Gli animali mi piacciono ma ho solo una gatta che piu’ gatta non si puo’………e poi tanti merli che ho sempre invidiato per la loro liberta’ e perche’ volano alto. Credimi, si ha da imparare molto dalla fauna e anche dalla flora…………………e poco dalle persone . Per fortuna che qualcuno sopra la media si trova ogni tanto. Grazie, ciao
In effetti qualche dubbio l’ho sempre avuto. Anche perche’ se gli utili li metto a riserva ho sempre farina nel sacco. Un po’ se vuoi come la liquidita’ che x me e’ strategica nell’ottica dell’investimento. Buffett l’ha sempre vista come un’ option e io la penso uguale. Per me la strategia giusta e’ investire a rotazione sempre sui minimi Magari non minimi assoluti ma vicino……..ai minimi. In effetti da un punto di vista statistico e anche logico e’ demenziale comperare quando tutti comperano. Le spese io le ho sempre fatte contromano……..e non mi sono mai pentito. Se non l’ho fatto e’ stato un insegnamento utile x fare il contrario la volta dopo. Ma quanti fanno come me? Pochissimi perche’ e’ nella natura umana “giocare”………anche coi soldi e. …….la vita. E’ impossibile resistere alle sirene e all’orgasmo della vincita (teorica). E il tempo come il denaro non tornano mai indietro come puoi ben immaginare. Ma siamo tutti ,oltre che pecore, un po’ coccodrilli nella nostra vita. Piangiamo e poi………………
Certo che trovi sempre spunti interessanti in giro x il web. Bravo.