Interessante ricerca di Lpl Research circa il momento tecnico che stanno vivendo le borse americane.
Gli analisti americani ci dicono che il cinquantesimo giorno di trading per lo S&P500 (il 20% di un’annata tipica di 251 sedute) si è chiuso mercoledì scorso con un bilancio negativo. Dopo una pesante immersione sotto lo zero nei primi giorni dell’anno, il recupero successivo non è stato sufficiente ad evitare l’onta del segno meno seppur moderato (-1,4%). Tornando indietro negli anni, i precedenti di questo evento sono funesti, 2000 e 2008.
Se lo S&P500 chiude i primi 50 giorni in negativo non necessariamente il resto dell’anno sarà però con il segno meno. La statistica dice che il segno più prevale (mediamente +7,5%) ma solo nel 57,9% dei casi. Sa molto di lancio della monetina quindi la visibilità da qui a fine anno sui mercati azionari americani.
Sempre dal 1928 i primi 50 giorni di un anno mediamente sono risultati positivi del 1,6% con un guadagno medio a fine anno del 5,9%. I migliori 50 giorni si videro nel 1975 (+22,1%), i peggiori nel 2009 (-16,5%).
Altra interessante considerazione statistica è quella che segue. Nel 2016 26 dei 50 giorni di trading hanno chiuso con una performance positiva o negativa di almeno l’1%.
Dalla Seconda Guerra Mondiale un solo anno ha mostrato una percentuale di frequenza maggiore ed era il 2008. Avendo poi chiuso 26 giornate di trading in positivo su 50, la statistica ci dice che dal 1928 questo prelude al 52,2% di chiusure positive di anno; anche qui siamo alla monetina.
Come concludono gli analisti americani di Lpl, questo 2016 ha tutte le caratteristiche per essere un anno quanto meno volatile, per la direzione ogni ipotesi è aperta. Certamente i primi 3 mesi sono stati un discreto assaggio.