Oggi poche parole, ma un paio di grafici che definirei molto consistenti.
Il primo è relativo ai bond ed alla probabilità di rendimento che saranno capaci di offrire da qui a 10 anni.
I rendimenti di oggi offrono una ragionevole, per non dire elevata, probabilità di indicare all’investitore di quale sarà il ritorno totale del suo investimento fra 10 anni.
Il grafico ha un’ampiezza storica piuttosto lunga (1871-2015) e quindi ci sono pochi dubbi circa il fatto che l’acquirente di obbligazioni di oggi sa già in anticipo quale sarà probabilmente il suo rendimento totale annuo all’esaurimento della prossima decade.
Il secondo grafico invece ci fa passare al lato azionario.
Dal 1881 al 2015 il rendimento annuo di un indice azionario americano (9%) è stato generato per la metà da dividendi, per quasi il 20% da crescita degli utili, per quasi il 30% da inflazione e per appena il 3% da espansione di multipli di prezzo.
Questa la storia di lungo periodo. L’ultimo trentennio però si è comportato diversamente con l’espansione dei multipli che ha fatto la parte del leone assieme all’inflazione. Quasi dimezzato il ritorno derivante da dividendi, stabile quello da crescita degli utili.
Numeri sui quali deve riflettere chi crea aspettative di medio periodo sugli acquisti fatti sui mercati finanziari ai prezzi di oggi.
A giudizio di chi vi scrive è meglio stare con i piedi per terra ed incrementare la dose di risparmio se si vorrà avvicinare con elevata probabilità di successo l’obiettivo di capitale che ci si è prefissati.
Per chi vuole sognare, si accomodi tra l’esoterismo degli hedge fund o la complessità di prodotti che fanno fatica a spiegare anche coloro che li vendono.