By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 31 Gennaio, 2022|

Correzione o bear market? Questo è il dilemma che stressa oggi le menti di molti investitori attivi sul mercato azionario. La ricerca del timing perfetto di uscita o di entrata è una costante destinata a rivelarsi una costosa e spesso infruttuosa strategia.  Meglio stare tranquilli e comprendere perché un ribasso di borsa rappresenta, da sempre, un sano e fisiologico aggiustamento all’interno di un processo di progressiva crescita del capitale.

Ero certo che prima o poi avrei riesumato dagli archivi un vecchio articolo di sei anni fa.

A febbraio 2016 i mercati americani subirono un calo del 13%. Le cause erano molteplici. Il timore per un nuovo default greco, il crash estivo cinese, il calo del petrolio, la Nord Corea.

Quasi 270 giorni dopo il massimo storico sopra quota 2 mila punti, lo S&P500 era entrato in quel territorio che stava formalmente tra la correzione (una perdita superiore al 10% dai massimi) e il bear market (una perdita superiore al 20% dai massimi).

Da quel freddo febbraio del 2016 per la borsa USA di correzioni comprese tra il 10% e il 20% ne abbiamo viste due, mentre il bear market si è palesato una sola e velocissima volta (-30% in 33 giorni).

La percezione del rischio degli investitori dal 2020 è così gradualmente entrata in letargo. La siccità di correzioni degne di nota, e ben 70 massimi storici realizzati da Wall Street nel 2021, hanno fatto entrare i mercati in modalità “bonanza”.

Le prime scosse del 2022

Il 2022 è però cominciato con il segno meno per le borse mondiali dopo un anno con performance positive vicine al 30%.

Siamo formalmente entrati in modalità correzione.

La teoria prescrive di prendere il dato di chiusura del punto più basso dell’indice e confrontarlo con il precedente massimo datato 3 gennaio 2022. Il prossimo scalino si chiama bear market. Un calo del 20% dai massimi verrà realizzato con una chiusura dello S&P500 sotto 3837 punti.

Siccome anche questo articolo verrà prima o poi riesumato, a futura memoria elenco le cause vere o presunte della caduta attuale delle borse. Inflazione, rimozione degli stimoli monetari da parte della FED, guerra Russia-Ucraina.

Bear market o semplice correzione, cosa dice la storia?

Un piccolo salto indietro nel tempo è utile per spiegare perché questa correzione (che ricordo formalmente non può ancora essere etichettata in questo modo) è normale quanto necessaria.

Il database di Yardeni Research dice che un ribasso di prezzo superiore al 10% dal 1928 a oggi si è palesato a Wall Street altre 54 volte.

Dal 1928 i mercati “orso” con cali superiori al 20% sono stati 21.

La performance media è stata del -37%, con la profondità massima toccata durante la Grande Depressione 1930-1932 a -83%.

La durata media del ribasso dal punto di massimo a quello di minimo è di 344 giorni. Il range va dai 929 giorni del 2000-2002 ai 33 giorni del 2020.

In 94 anni di storia della borsa americana il 21% del tempo è stato caratterizzato da mercati orso; la zampata arriva in media un anno ogni cinque.

Le fasi di mercato che non possono essere catalogate come fasi orso sono definite correzioni.

Dal 1928 le correzioni comprese tra il 10% e il 20% (e non sfociate in bear market) sono state 33 (34 se aggiungiamo quella in corso nel 2022).

Il valore medio di una correzione è -13,9% per una durata media di 116 giorni.

La correzione temporalmente più breve è stata quella di inizio 2018 (13 giorni); quella più lunga nel periodo 1976-1978 (531 giorni).

In 94 anni di storia della borsa americana l’11% del tempo è stato vissuto in modalità correzione.

Ogni 3 anni le borse correggono la loro rotta. Tutto normale (e salutare)

Assemblando periodi di correzione e di bear market sappiamo quindi che la borsa americana ha passato il 32% della sua storia con prezzi in discesa di oltre il 10%. La borsa non sale in eterno.

Nel periodo 2000-2019 anni i bear market risultarono 3, le correzioni 7. Nel ventennio precedente 1980-1999 a 2 bear market si affiancarono sempre 7 correzioni. Nel periodo 1960-1979 l’orso fece le sue incursioni 4 volte, le correzioni 8.

Osservando le statistiche possiamo concludere che oggi non stiamo vivendo tempi eccezionali.

Grande Depressione a parte (8 fenomeni di ribasso superiori al 20%), gli ultimi 20 anni hanno visto il mercato americano muoversi in linea con le medie storiche.

Occasionalmente arriva il colpo di freno, altre volte l’inchiodata. Ogni tre anni in media Wall Street fa vedere ai suoi viaggiatori un paesaggio più movimentato.

Cosa possiamo fare come investitori del prossimo ventennio? Accettare come inevitabili i futuri aggiustamenti di prezzo e la nostra incapacità umana di prevedere dove andranno i mercati nei prossimi anni.

Chi ha preso consapevolezza di questo ed è rimasto investito sulla borsa americana nel periodo 2000-2019, a consuntivo ha potuto raccontare ai nipotini di aver archiviato l’esperienza con un rendimento annuo composto del 6,1% (compresi i dividendi). Poco o tanto?

Nel ventennio precedente il rendimento aveva toccato lo stellare numero di +17,5% annuo. Le borse non sono reduci da un periodo ventennale di euforia dilagante, in pochi lo dicono ma questa è la realtà.

Ma quando l’orso bussa alle porte dei mercati la maggior parte dei media finanziari tendono a evidenziare numericamente e verbalmente gli aspetti negativi. Lo capisco, web click e copie di giornale aumentano quando i titoli pronosticano catastrofi, non certamente quando il racconto assume toni bucolici e rilassanti.

Voglio perciò andare contro corrente e portare qualche nota di ottimismo.

Appunti positivi per investitori di lungo periodo

Il rapporto tra prezzo e utili (P/E) della borsa americana, indicatore utilizzato per capire quanto è caro il mercato (più sale il P/E più bassi risultano i rendimenti attesi dagli investitori), è sceso da novembre 2020 a oggi da 38 a 22.

Facendo un esempio di vita quotidiana è come scoprire dopo un ricalcolo del patrimonio di famiglia che il mutuo sulla casa potrà essere estinto in 22 anni anziché in 38. Non mi sembra una cattiva notizia.

Non posso escludere che nei prossimi mesi quello stesso mutuo possa diventare ancora più conveniente, ma nessuno dei quasi otto miliardi di abitanti di questa Terra può saperlo. Mi metto il cuore in pace sulle previsioni del futuro e vado oltre perché le buone notizie non finiscono qui.

Se sono un giovane investitore con un’età compresa tra i 18 e i 40 anni ogni ribasso di borsa è assolutamente il benvenuto. Probabilmente il mio capitale investito è modesto in termini assoluti e per questo le perdite causate da mercati calanti sono insignificanti.

Se sono un investitore adulto compreso tra i 40 e i 55 anni (e lo sono veramente) ogni calo di borsa è assolutamente il benvenuto. Probabilmente il gruzzoletto investito è più consistente, ma anche lo stipendio lo è grazie a un percorso di carriera (si spera) positivo. Avere più denaro da investire in una fase di mercato calante è il massimo finanziariamente parlando. Le perdite sui valori azionari verranno mediate da acquisti con aspettative di rendimento future molto più elevate. Se poi il piano finanziario è stato fatto bene non avrò nessun bisogno di vendere nulla.

Se sono un investitore maturo con età compresa tra i 55 e i 65 anni, ogni ribasso di borsa è meno amaro se ho preso le opportune contromisure in vista del raggiungimento dell’obiettivo. Se così non fosse, il tempo è ancora dalla mia parte per sistemare il mio piano finanziario, assistere ad un recupero dei mercati e nel frattempo incassare i dividendi. Ma soprattutto mi rendo conto che in realtà non sto perdendo un bel niente.

100mila euro investiti 20 anni fa si sono trasformati in oltre 600mila

https://www.in2013dollars.com

Il risultato che ci consegna la storia della borsa americana è esaltante e anche aggiustando il capitale finale per l’inflazione, come insegna il manuale del bravo investitore di buon senso, il numero finale risulta 4 volte più alto rispetto a quello di partenza.

Arriverà la correzione improvvisa del 30%? Fastidiosa certo, ma resterà un capitale quasi triplicato rispetto al via.

E se i miei anni sono più di 65?  Se prima della caduta dei mercati non ho pianificato accuratamente il percorso finanziario di decumulo del capitale nell’età della pensione ho commesso un grave errore, forse perché mal consigliato. Opportuno agire immediatamente senza indugiare oltre.

Esistono tecniche di gestione del patrimonio durante la fase di decumulo che rendono sostenibili nel tempo anche le fasi di ribasso dei mercati più acute. L’argomento è ampio e dibattuto, ma anche corroborato di tante simulazioni storiche che possono supportare strategie neanche tanto complesse.

Ne parleremo prossimamente, ma vorrei chiudere l’articolo di oggi staccando la spina da noiose (ma necessarie) statistiche finanziarie.

Se l’orso (quello vero) bussa alla porta, un bel video della Provincia di Bolzano ci spiega perchè conoscere meglio questo splendido animale aiuta a far passare tante paure comuni.

La conoscenza come sempre è vincente. Buona visione.

14 Commenti

  1. MisterK 5 Febbraio 2022 at 21:36 - Reply

    Stasera ho un’altra domanda senza risposta.
    Stavo leggendo il sito dei seguaci di Jack Bogle.
    Tra ilresto, si suggerisce ad un investitore americano di comprare tre fondi: azioni globali (usa + international) e un fondo di bond usa total market. Tutto chiaro.
    Poi si dice per un investitore europeo di comprare azioni globali (cone sopra…stessa cosa), ma anche un fondo bond globali euro hedge.
    La domanda è: perchè un investitore europeo deve comprare Tresury hedge e un investitore americano non compra bond dell’Unione Europea (magari us dollar hedge)?
    Pensano che gli Euro siano cartaccia?
    Grazie.

    • archeowealth 5 Febbraio 2022 at 22:03 - Reply

      Se quello che hai scritto è corretto mi pare sensato. Un americano perchè mai dovrebbe comprare bond globali eur hedge quando i suoi governativi rendono più degli altri. Megli comprare Usa senza rischi di cambio. Per gli europei o si comprano bond locali (a rendimenti sottozero o giù di lì) oppure si va in giro per il mondo. Ma attenzione perchè comprando eur hedge il rendimento ritorna al punto di partenza (ovvero zero o giù di lì) e eventuali guadagni arriveranno solo da ribassi dei tassi in Usa, Uk, ecc…

      • MisterK 5 Febbraio 2022 at 22:50

        Scusa, ma non capisco…
        Il Treasury 10 yr rende il 1,8% con inflazione a 7% fa – 5,2%
        Il BTP 10 anni rende 1,6% con inflazione al 3,9% fa -2,3%.
        Il bond Federazione Russa 10yr rende il 9% con inflazione all’8% fa +1%.

        Ma perché gli americani non comprano BTP e bond Russia?
        Tanto gli USA hanno un debito/pil ormai al 120% in crescita…

        ok. vado a vedere Sanremo.
        Buona serata. 😂

  2. Alessandro 2 Febbraio 2022 at 15:54 - Reply

    Bell’articolo come sempre, l’unico dubbio che non riesco a togliermi dalla testa è perché tutti prendono la borsa americana come sinonimo di borsa, è l’unico caso di mercato azionario che consente di parlare ragionevolmente di lungo periodo ma sempre guardando al passato mentre non trovo nessuna relazione di tipo matematico o fisico che possa indurre la certezza che il futuro di tale mercato confermi il passato. Se poi estendiamo le osservazioni a tutti gli altri mercati azionari è tutto un altro ragionare.
    Tutti ottimi articoli a prescindere

    • archeowealth 2 Febbraio 2022 at 16:02 - Reply

      Hai ragione su questo punto. 100 anni fa la borsa inglese dominava il mondo e poi ha passato il testimone. Vedremo cosa ci riserverà il ventunesimo secolo.
      Della borsa americana abbiamo dati ormai secolari, degli altri mercati è tutto piuttosto frammentato e cominciamo ad avere qualcosa di affidabile a partire dagli anni ’70 (ad esempio con gli indici Msci World). Il patrimonio informativo che arriva dall’America è enorme ma come sempre scrivo su questo blog il passato non necessariamente è la guida per il futuro. Per questo bisogno diversificare i propri investimenti, anche a livello geografica. Ma dall’America non si può prescindere. W.Bernstein nel suo libro “i 4 pilastri dell’investimento” indica la storia come uno di questi. E se almeno non provi a capirla non sarai mai un buon investitore.

      • MisterK 3 Febbraio 2022 at 20:33

        Io sono quello che non so. ( sempre io).
        Tante domande, nessuna risposta.
        Mi chiedo. Facebook (Meta), quelli che hanno tolto l’account al Presidente in carica degli USA. Quelli che fanno i soldi sfruttando il nostro bisogno di ‘amicizia’ (vedi piramide di Maslow).
        YTD = – 29%.
        Non è che gli investitori USA, stretti tra una cinica Social Security e un poderoso Home Bias, creano continuamente bolle pazzesche?
        Voglio dire, Facebook non ha mai dato dividendi.
        Zuck e i suoi amici si sono fatti ricchi tra Stock Options e stipendi. Agli azionisti zero assoluto.
        Se fallisse, cosa resterebbe di una corporation che non ha mai dato dividendi?
        Come se non fosse mai esistita.
        Tesla? Forse uguale.
        Forse dovremmo comprare bond Russia ( debito/pil minore del 20% ma rating BBB).
        Investire sulla Cina?
        Ma perché continuiamo a investire in USA?
        Siamo vittima di un colossale lavaggio del cervello geopolitico collettivo?
        Grazie.

  3. Erreffe 1 Febbraio 2022 at 16:54 - Reply

    gran bel pezzo veramente..ma non è certo una novità..un caro saluto

    • archeowealth 2 Febbraio 2022 at 10:11 - Reply

      Grazie Erreffe è sempre un piacere sapere che un lettore storico come te non è rimasto deluso

      • Erreffe 2 Febbraio 2022 at 16:16

        non che sia cosi importante non deludermi..ma ti confermo che non è successo mai ;)

  4. Giovanni 1 Febbraio 2022 at 11:16 - Reply

    Confermo tutto quello che hai detto, ogni buon investitore sa che nessuno ha la sfera di cristallo. Un investitore che crede nei mercati mondiali non si fà prendere dal panico, altrimenti farebbe bene ad investire in Posta (sempre che ti accontenti). Ogni buon investitore investe sul lungo periodo e tiene, come me, una riserva di liquido per i ribassi e le correzioni. D’altronde sarebbe invece un grosso problema se i mercati mondiali crescessero all’infinito. Anzi, è nel periodo di discesa che un investitore ne approfitta. Inoltre, come è accaduto in questi giorni, è bene non ascoltare troppo i grandi finanzieri che prevedono un crollo imminente e nemmeno macchiette come Bukele da Investing.com quando prevede un rialzo “gigantesco” del BTC. Un normale Investitore, quindi, tiene fede alla propria strategia, perchè la linea di confine tra essere un investitore attento ed un pollo da spennare è molto sottile.

    • archeowealth 2 Febbraio 2022 at 10:10 - Reply

      Giusto, sottile e dinamica direi perchè le mode si ripetono e non farsi ingolosire ogni volta è difficile. Se proprio fatichiamo a resistere il rimpianto Jack Bogle aveva un’idea al riguardo. Un bel funny market da 4-5 punti di portafoglio sul quale fare le nostre scommesse. Ovviamente conto autoalimentato e non rimpinguato ad ogni perdita.

  5. Nicola B. 31 Gennaio 2022 at 17:53 - Reply

    Bravo, articolo pieno di buon senso (per citare il vostro stesso sito). Occorre però dire che alcune correzioni… richiedono nervi saldi! 🙂

    • archeowealth 2 Febbraio 2022 at 10:07 - Reply

      Grazie, hai ragione non tutte le correzioni sono uguali e non tutte le perdite hanno lo stesso peso. Ogni investitore sulla base della sua condizioni, , età, caratteristiche, personalità, ecc… troverà un -20% più o meno pesante. Il bello (o il brutto dipende dai punti vista) sta proprio qui visto che questa “tolleranza” è mobile e dobbiamo essere bravi a comprendere in anticipo qual’è l’ambiente giusto nel quale stare per dormire bene la notte, sempre finanziariamente parlando si intende.

      • Nicola B. 2 Febbraio 2022 at 14:08

        Grazie a te per la risposta. Se posso dire una cosa ulteriore, secondo me la tolleranza dipende anche da quanto ognuno si sente saldo con le proprie decisioni. Se hai impostato una buona diversificazione geografica, una percentuale sugli asset che ti soddisfi, allora – a mio avviso – sai cosa aspettarti da una correzione (sebbene non sia prevedibile l’entità della stessa). Trovo invece difficile da “sopportare” la situazione in cui, in balìa magari di una Gestione Patrimoniale gestita da terze parti, quando vedi ballare le quotazioni senza capire perché, visto che magari ti avevano “garantito” una migliore tenuta nelle fasi di incertezza…

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