L’investimento deve essere noioso per essere efficace e vincente. No, l’investimento deve essere eccitante altrimenti non è sostenibile nel lungo termine.
Queste sono le due fazioni che regolarmente si scontrano nel tentativo di convincere il povero investitore su quale deve essere il corretto modo di trasformare il risparmio in investimento profittevole.
La verità, come spesso accade, sta probabilmente nel mezzo. O meglio sarebbe dire sta più dalla parte dell’investitore serioso che ama ogni tanto divertirsi senza lasciarsi troppo andare.
L’esperienza personale è molto utile nel disegnare il giusto mix serietà-divertimento
Il sottoscritto ha impiegato parecchio tempo per arrivare ad un livello ottimale di noia e divertimento nel gesto di investire denaro. Un percorso denso di emozioni e che probabilmente non raggiungerà mai il mix perfetto.
Dall’euforia alle scoppole ogni esperienza è stata però positiva per riuscire a stabilire un certo equilibrio che mi aiuta oggi a rimanere in asse durante i vari cicli di mercato.
In questo mio percorso di “maturazione” un grazie grande come una casa lo devo a colui che è stato una fonte di ispirazione continua nel mio modo di gestire il denaro, ovvero Jack Bogle.
Il compianto fondatore di Vanguard nel libro (che consiglio e sul quale ho scritto anche una breve recensione) “Il piccolo libro dell’investimento – Un modo efficace per garantire il tuo guadagno nel mercato azionario” conosceva molto bene sia le debolezze dell’investitore medio che la potenza del marketing finanziario.
L’eterna ricerca della ricchezza facile e veloce promessa da broker e fondi di investimento, si scontra però con la dura realtà della necessaria costanza di investire in maniera regolare e sistematica nel lungo periodo per ottenere risultati consistenti.
Con senso molto pratico Bogle offre una soluzione che può conciliare eccitazione e noia durante la pratica dell’investimento. Non sarà una soluzione che può andare bene per tutti, ma un suggerimento di buonsenso non si rifiuta mai.
La ricetta di Jack Bogle per conciliare Funny Money e Serious Money
L’investitore, secondo Jack Bogle, tende a preferire l’attivismo quando investe perché eccede in self confidence (ci piace credere di essere più bravi degli altri quando investiamo), si eccita per il trade facile e veloce, soccombe alle quotidiane distrazioni del mercati, non comprende l’aritmetica di base dell’investimento e dei fondi che svolgono questa attività per conto nostro.
Se cerchiamo eccitazione nell’investimento è anche giusto trovarla, la vita in fondo è breve e va goduta. Lo stesso fondatore di Vanguard incoraggia a seguire questa strada ma non con più del 5% del capitale disponibile.
Mi sembra una percentuale ragionevole, ma ovviamente non standardizzabile per chiunque. Le situazioni personali e patrimoniali come sempre fanno la differenza.
Il consiglio di Bogle è quello di creare due conti. Uno che si chiama Funny Money e l’altro Serious Money.
Il conto Funny impiega una certa percentuale del capitale che potremmo anche parzialmente o completamente perdere in tempi brevi.
L’importante è che questo conto venga riempito solo dopo aver destinato le corrette risorse monetarie al pagamento del mutuo, dell’università dei figli, al fondo pensione. Quindi a tutto ciò che, finendo nel Serious, riteniamo assolutamente necessario per finanziare gli obiettivi primari che ci siamo dati in fase di pianificazione.
Quel 5% di soldi destinati al conto Funny probabilmente sarà in grado di darci il 95% di quell’eccitazione da investimento in grado di compensare la noia del Serious. C’è un però.
Dobbiamo essere in grado di monitorare nel tempo le performance del Funny per comprendere dopo qualche anno quanto fallimentare sia stato rispetto al Serious.
In pochi sono in grado di rispondere alla domanda su quanto hanno guadagnato o perso negli anni facendo trading per i fatti propri o investendo poche migliaia di euro in crowdfunding e social lending. Ancora meno sono coloro in grado di rendicontare i costi spropositati sostenuti per acquistare o apprendere come funzionano investimenti o strategie fallimentari. Per la nostra autostima è meglio così, per il nostro portafoglio no.
Come possiamo apprezzare dal grafico fonte Morgan Stanley, l’effetto Meme stocks non ha certamente contribuito a creare ricchezza in coloro che, seguendo i consigli dei nuovi fuffa guru social, hanno decisamente perso uno dei treni di crescita di borsa migliori che si sono visti nel ventunesimo secolo a Wall Street.
In questo caso il richiamo al libro di William Bernstein “I quattro pilastri dell’investimento” è doveroso. Con riferimento al trading l’autore dice:
Fare trading di azioni è come giocare a tennis contro un avversario invisibile; quello che un investitore non riesce a realizzare è che sta facendo uno scambio con le sorelle Williams
Il Funny e il Serious a questo punto possono cominciare a lavorare giusto?
No, secondo Bogle ci sono comunque alcuni paletti da rispettare prima di dare il via alle danze.
I 7 approcci corretti per aprire un conto Funny
Sono 7 gli approcci al conto Funny che dovremmo avere come investitori:
- Ok alle azioni individuali ma in numero contenuto
- Ok a fondi a gestione attiva ma solo dopo aver verificato che i gestori possiedono quote della società o del fondo per il quale lavorano. Una regola che dovrebbe esistere anche per il consulente finanziario. Fammi vedere se tu veramente investi nei prodotti che mi stai consigliando e cominciamo a ragionare
- Non utilizzare fondi o ETF che hanno un benchmark e costi eccessivi. Quindi spazio alla gestione veramente attiva degli investimenti
- Se proprio ricerchiamo la scommessa su certi settori di mercato evitiamo quelli dove siamo direttamente coinvolti a livello lavorativo. Se ad esempio siamo impiegati di banca l’errore più grande è fare speculazione su un’azione o un ETF bancario. Se andrà male, andrà male su entrambe i fronti e questa non è la scelta più saggia di gestione del rischio
- Commodity? No grazie. Non essendo un mercato che ha fondamentali di bilancio in grado di supportare i prezzi, non avendo flussi di cassa, essendo inefficiente per struttura tecnica, la speculazione sulle materie prime è sconsigliata nel conto Funny. Ovviamente lo stesso vale per Bitcoin e le criptovalute in genere.
- No agli hedge funds. Troppa dispersione dei rendimenti, troppe strategie, troppi costi, troppe barriere all’ingresso
- No ai fondi di fondi hedge e non solo. Se un singolo fondo è caro figurarsi una somma di fondi cari come influisce sul risultato finale
E per quello che riguarda il conto Serious come ci dobbiamo comportare?
- Ok ad una esposizione internazionale naturalmente con prodotti a basso costo. Bogle è americano e quindi è comprensibile la sua raccomandazione a non allocare più de 20% in azioni ex -US perché le azioni americane sono già internazionali per natura
- Esposizione internazionale anche per un portafoglio obbligazionario rappresentato da bond di elevata qualità
- Sì a obbligazioni inflation linked ma non come componente esclusiva
- Quantità di obbligazioni in portafoglio pari ai nostri anni all’anagrafe meno 10
L’evidenza scientifica dice che l’investitore perde tanto “rendimento” per strada
Il tema di quanto rendimento un investitore lascia sul terreno investendo in maniera attiva è noto da tempo.
Diverse ricerche hanno dimostrato che, anche al netto dei costi, un investitore perde parecchi pezzi per la smania di fare scelte attive di investimento.
Morningstar nel 2021 ha quantificato in 1,7% all’anno la differenza di performance non raccolta da un investitore privato rispetto a quello che fondi e ETF hanno guadagnato nel periodo 2010-2020.
Quel gap tra 7,7% dell’investitore medio e 9,4% dei fondi utilizzati nell’analisi è la differenza tra una semplice strategia compra e tieni (buy and hold) e un continuo dentro e fuori sugli strumenti di investimento scelti.
Tanto per fare un esempio numerico partendo con 300mila € all’età di 50 anni e risparmiando 10mila € all’anno per 15 anni, utilizzando i rendimenti citati dallo studio di Morningstar all’età di 65 anni la differenza sarebbe tra avere un capitale di 1,6 milioni di € e 1,3 milioni di €. Non poco.
J.P.Morgan, la famosa banca d’affari americana, pubblica regolarmente una serie di ricerche gratuite molto interessanti che ogni tanto vale la pena andare a spulciare.
Una di queste è il “Guide to the market” trimestrale. Gli analisti americani aggiornano regolarmente l’impressionante gap di rendimento degli ultimi 20 anni tra le performance ottenute dall’investitore medio e le altre principali asset class di riferimento. I numeri parlano da soli. A fronte di un rendimento del 2,9% annuo raccolto dall’investitore medio, un portafoglio bilanciato 60% azioni 40% obbligazioni ha ottenuto più del doppio.

Fonte: https://am.jpmorgan.com/us/en/asset-management/adv/insights/market-insights/guide-to-the-markets/
La causa, oltre ai soliti costi, è sempre da ricercare nella continua ricerca dell’onda perfetta che rende poco efficace il gesto dell’investimento. Poco efficace almeno in rapporto a ciò che il mercato ha da offrire.
Rincorrendo la soluzione migliore per investire otteniamo così risultati scadenti.
Non ho idea se il mix ideale di denaro investito con serietà e divertimento proposto da Jack Bogle è quello giusto, ma come diceva Carl von Clausewitz, generale prussiano
Il più grande nemico di un buon piano è il sogno di un piano perfetto
Nel video che vi consiglio oggi (è brevissimo e attivando il traduttore dei sottotitoli in italiano anche comprensibile) a Bogle veniva chiesto come gestire un ribasso dei mercati di oltre il 25%. La sintesi della risposta è che siamo di fronte ad un’opportunità per comprare di più e che l’unico consiglio sensato che si può dare è di non interrompere mai un piano di investimento solo perché il mercato scende. A una domanda di questo tipo la risposta giusta è semplicemente non fare nulla e stare sul mercato. Buon investimento.