By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 23 Settembre, 2022|

Gli Stati Uniti sono ritornati in recessione due anni dopo la pandemia. Con due trimestri consecutivi di Pil negativo, tecnicamente l’economia americana sta probabilmente vivendo la sua tredicesima recessione dal Dopoguerra. Per l’Europa la storia potrebbe risultare anche peggiore a causa della grave crisi energetica e geopolitica in corso.

Il mercato azionario, come spesso accade, ha previsto questa fase entrando in bear market nei mesi scorsi.

Perdendo più del 20% del suo valore dai massimi realizzati durante il periodo di espansione economica, le borse stanno così vivendo una nuova profonda correzione appena due anni dopo quella causata dal Covid-19.

Se ogni recessione è sempre stata accompagnata dall’orso, come diceva l’economista Paul Samuelson:

La frase “il mercato azionario ha previsto nove delle ultime cinque recessioni“, ci dice che le borse non sempre prevedono correttamente quello che succederà in economia e che non tutti i bear market sfociano in recessioni.

Per chi volesse approfondire l’argomento avevamo già scritto in passato un articolo sul tema. Quello che ci insegna la storia è che l’andamento dell’economia e dei mercati finanziari non necessariamente coincide. Uno dei motivi è che i mercati si muovono sulle aspettative. E non sempre queste si rivelano azzeccate costringendo ogni giorno milioni di operatori ad aggiustare il tiro.

Quando gli Stati Uniti erano un mercato emergente (prima del 1925), l’economia andava in recessione un volta ogni due anni.

Dal 1926 a oggi questo evento è accaduto mediamente una volta ogni cinque anni. Fenomeno normale per un paese diventato sviluppato e maturo economicamente parlando.

Come si comportano le borse durante una recessione?

La tabella che segue ci mostra dei numeri interessanti. Dal Dopoguerra a oggi durante una recessione il mercato azionario (qui inteso come S&P500 americano) è risultato positivo nel 50% dei casi.

Fonte: Wikipedia, NBER, www.awealthofcommonsense.com e rielaborazioni dell’autore

Una parziale spiegazione a questo fenomeno può essere trovata nella capacità dei mercati di anticipare l’evento riducendo le valutazioni delle società quotate prima dell’avvio formale di una recessione.

BlackRock in un recente rapporto ha rafforzato queste statistiche facendo partire le lancette dell’analisi statistica dell’andamento delle borse americane durante una recessione al 1929. I risultati non cambiano di molto.

Fonte: BlackRock – Student of the Market August 2022

Già da qui comprendiamo bene che spaccarsi la testa per cercare il miglior timing di ingresso durante una fase negativa dell’economia, oppure tentare di indovinare quanto una recessione sarà profonda, per un investitore di lungo periodo rischia di rivelarsi un esercizio tanto sterile quanto inutile.

L’accumulatore, ovvero colui che per la maggior parte del tempo risparmia e investe piccole quantità di denaro, dovrebbe augurarsi che la recessione risulti peggiore delle aspettative per sfruttare l’ultima zampata dell’orso prima della ripresa dei corsi azionari.

Il mercato e l’economia non viaggiano sempre di pari passo e proprio questo non perfetto allineamento rende improbabili tante previsioni.

A volte il primo anticipa la seconda. Altre volte si fa sorprendere. Altre volte ancora reagisce in sincronia con l’economia stessa.

Ma da sempre il mercato azionario reagisce alla grande dopo la fine di una recessione. Questa volta potrebbe essere diverso, certo, ma è giusto annotare questa preziosa informazione storica.

Di quanto scendono le borse durante una recessione

Mediamente l’intensità di un bear market durante un periodo di recessione dalla Grande Depressione a oggi è stata del 40%. Dal Dopoguerra a oggi il ribasso medio durante una fase “orso”, che coincida o meno con una recessione economica, è stato del 31%.

Fonte: www.awealthofcommonsense.com

L’attuale bear market sta scontando un calo del 23% dai massimi di inizio 2022. Una percentuale tipica dei bear market che non hanno previsto una recessione.

Questo potrebbe portarci alla conclusione che una nuova zampata dell’orso potrebbe arrivare in autunno. I casi del 1948 e del 1957, quando l’orso graffiò al massimo per un 20%, stanno però lì a dimostrare che non siamo di fronte ad una verità assoluta.

Non lo sappiamo e sinceramente per i nostri obiettivi conta anche poco.

Ritornando alla prima tabella comprendiamo in modo più definito perché conta poco.

Essere investiti prima, durante e dopo una recessione economica

Essere investiti in azioni sei mesi prima di una recessione non è una scelta disastrosa.

Mediamente i ritorni sono stati nulli, ma nel mezzo si materializzano cali (i cosiddetti drawdown) che possono falciare in poco tempo le valutazioni del capitale investito costringendo molti investitori alla resa.

La storia conferma che questo è uno dei grandi errori dell’investitore medio.

Mai consegnare nelle mani di speculatori assetati di sangue che corre nelle strade gli strumenti finanziari sui quali abbiamo investito se non abbiamo bisogno di quei denari che oggi valgono un pochino meno.

Investire durante gli anni di una recessione mediamente non cambia la traccia del sentiero del semestre precedente pur con casi di negatività estrema come quelli visti durante Grande Crisi Finanziaria del 2008. Ma soprattutto investire durante le recessioni si rivela una eccellente strategia per chi ha davanti orizzonti temporali lunghi per raggiungere gli obiettivi.

La performance media dello S&P500 a distanza di un anno dalla fine della recessione  (+20%) raddoppia in tre anni (+48%) e di nuovo raddoppia in cinque anni (+93%). Se prolunghiamo la statistica scopriamo che a distanza di 10 anni dalla fine di una recessione il rialzo della borsa americana mediamente è stato pari al 256%.

La recessione economica spaventa per questioni legate di vita quotidiana. La cosa è assolutamente comprensibile e normale.

Perdita di posti di lavoro, imprese che falliscono, credito in contrazione, prezzi delle case che scendono, sono fenomeni spiacevoli tipici di una fase di recessione economica.

Ma per chi si trova in una fase di accumulazione del capitale ogni recessione è una grande opportunità per acquistare pezzetti di aziende globali a prezzi decisamente più interessanti.

Se non abbiamo di fronte la fine del mondo civilizzato anche stavolta la ricetta giusta per raggiungere più velocemente i nostri obiettivi finanziari funzionerà.

Se invece la razza umana è destinata ad estinguersi, possiamo essere stati prudenti o aggressivi che poco cambierà nel risultato finale. Non ci saranno vincenti.

Non dobbiamo fare altro che scegliere lo scenario 1 piuttosto che lo scenario 2. A quel punto avremo le risposte che cercavamo sul se, quando e come investire nei prossimi mesi.

Buon investimento.

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