Strategie buy and hold oppure di market timing. Compra e tieni oppure scelta del momento giusto per vendere o comprare nel comune linguaggio italiano. Questa è l’eterna sfida che ogni giorno coinvolge decine di milioni di investitori esperti e non. Alimentando dibattiti, ricerche e ovviamente decisioni di investimento.
Chi sceglie la strategia “compra e tieni”
Chi ha poca voglia di studiare analisi tecnica o fondamentale preferisce il compra e tieni.
Chi è pigro e non ha nessun interesse nel cercare di comprendere le dinamiche dei mercati finanziari agendo sulla presunzione di poterli comprare in specifici momenti migliori di altri (market timing) preferisce il compra e tieni.
Chi non vuole spendere centinaia (per non dire migliaia) di euro in costi di negoziazione oppure in tasse con il pagamento dell’imposta sul capital gain, preferisce il compra e tieni.
Una strategia seguita soprattutto da chi crede che i mercati sono sempre o quasi efficienti. I prezzi riflettono tutte le informazioni disponibili ed è quasi impossibile, se non per qualche secondo, sfruttare le distorsioni di prezzo che si vengono a creare quotidianamente.
Strategia, quella del buy and hold, scusate l’inglesismo ma serve solo per evitare troppe ripetizioni, che appare anche confortata dalla storia.
Funziona, è il meno costoso, il più efficiente, sulla singola asset class (intesa come indice si ribilancia da solo), i perdenti e i vincenti vengono eliminati oppure promossi nel corso del tempo senza la necessità di fare nulla.
Chi sceglie la strategia del “momento migliore”
Dall’altra parte del fiume c’è chi sposa la strategia del market timing accusando i noiosi sostenitori del compra e tieni di pigrizia e incapacità di sfruttare le inefficienze del mercato.
Entrare e uscire nel momento giusto, tentando di evitare dolorose perdite e di catturare poderosi profitti.
Spesso in ritardo, in alcuni casi efficace nel breve e medio periodo, difficilmente sostenibile nel lungo periodo per questioni soprattutto di costi, tasse, onerosa anche in termini di tempo e ricerca, ma soprattutto imprevedibile a causa di un mercato che non sempre fa quello che i modelli sofisticati prevedono.
La scelta dell’una e dell’altra strategia è soggettiva e dipendente da numerosi fattori. Conoscenze, disponibilità di tempo, tecnologia, capitali, capacità di gestire lo stress, ma soprattutto per il market timing, persistenza e immutabilità dei modelli utilizzati oltre a una buona dose di fortuna.
Nessuno di questi tre requisiti ha dimostrato di essere stabile nel lungo periodo, soprattutto dal lato favorevole al trader investitore.
La sfida tra le due strategie si sposta spesso nelle paginate digitali che troviamo in rete su un campo che anche questo blog ha utilizzato diverse volte a supporto della strategia più semplice, economica ed efficace (a certe condizioni), quella del compra e tieni.
Il terreno è quello di quanto scende la performance di un investimento se perdessi i 10 migliori giorni di borsa.
Il mancato guadagno di evitare i 10 migliori giorni di borsa
Ed è proprio tutto vero. JPM ad esempio pubblica regolarmente ogni anno all’interno del suo “Guide to Retirement” un grafico dove dimostra cosa sarebbe successo a 10 mila $ investiti 20 anni fa sul mercato americano in stato di ibernazione, oppure in alternativa cosa sarebbe successo evitando di essere investiti nei 10, 20, 30, 40, 50 e 60 migliori giorni di borsa.

Fonte: J.P.Morgan – Guide to Retirement 2023
Matematicamente il risultato non può che essere peggiore perdendo i migliori giorni.
Quello che impressiona di questa statistica è che perdendo 20 giorni in 20 anni (lo 0,3% del tempo), il rendimento annuo composto dell’investimento precipita dal 9,8% al 2,9%. E va ancora peggio per chi è rimasto fuori nei migliori 40 giorni (lo 0,6% del tempo) con il risultato finale che si trasforma in una perdita.
Quindi non solo le performance di lungo periodo si basano sui risultati positivi di uno sparuto drappello di società come abbiamo scritto in questo articolo, ma addirittura il risultato finale dipende da un limitato numero di giornate di borsa. Prevedere questi due fattori è obiettivamente impossibile.
La critica che però viene mossa a queste presentazioni, secondo il sottoscritto giustamente, è che mettono in bella mostra il fattore buono del compra e tieni e mai quello del costo opportunità di non azzardare una strategia di market timing. Quindi evitare non gli X migliori giorni di borsa, ma i peggiori Y giorni di borsa.
Il mancato guadagno di evitare i 10 peggiori giorni di borsa
Effettivamente non sembra esserci tanta ricerca in rete, ma spulciando nei miei archivi storici ho ritrovato una delle tante statistiche che avevo utilizzato in passato studiando la materia. Gli anni sono quelli dal 2000 al 2019 costellati da due pesanti bear market.

Fonte: aaiila.org – Missing the best and worst day of the market, Tuchman
Ebbene, evitare i migliori 10 giorni della borsa americana avrebbe offerto all’investitore un rendimento annuo composto (total return) del 2,4% contro il 6% realizzato con la strategia buy and hold.

Fonte: aaiila.org – Missing the best and worst day of the market, Tuchman
Evitare i 10 peggiori giorni della borsa americana tra il 2000 e il 2019 avrebbe aumentato il rendimento finale annuo di un investitore al 10,1% sempre rispetto al 6% del compra e tieni.
E mancando i 20 migliori e i 20 peggiori giorni?
Stiamo a 0% di rendimento annuo perdendo i migliori, contro il 6% del mercato e contro il 12,9% dell’evitare i peggiori giorni.
Meno gratificante, ma superiore al risultato del mercato nel suo complesso, azzeccare quali saranno i migliori e i peggiori giorni di borsa rimanendone fuori. Meno volatilità e rendimenti, seppur di poco superiori (qui il periodo è 1992-2022).

Fonte: Wells Fargo
Il problema del market timing
Quindi il market timing è vincente direbbe qualcuno.
C’è solo un piccolo problema.
Premettendo che nessuno in queste analisi considera l’impatto dei costi ogni volta che si esce dal sentiero, come si vede dal grafico (fonte Wells Fargo) i migliori 10 giorni arrivano poco prima o poco dopo i peggiori 10 giorni.

Fonte: Wells Fargo
Sempre J.P.Morgan ci fa notare, ad esempi,o che 7 dei 10 migliori giorni accadono entro due settimane dai 10 peggiori giorni. Addirittura, 6 dei 7 migliori giorni arrivano il giorno successivo i giorni peggiori della statistica.
Mettiamo quindi in fila quello che abbiamo detto finora.
Conclusione
La storia dell’ultimo ventennio ci dice che perdere i migliori 10 giorni di borsa ha portato a una riduzione della performance annua di un indice di due volte e mezzo il suo valore. Che diventa zero dopo aver perso i migliori 20 giorni.
Evitare i peggiori 10 giorni di borsa avrebbe aumentato il rendimento annuo di una volta e mezzo, raddoppiandolo nell’ipotetico caso di schivare i peggiori 20 giorni sul listino americano.
Anche ammettendo di non azzeccare la direzione, ma lo scoppio di volatilità in genere, evitare i migliori e i peggiori 10 giorni di borsa porterebbe un indubbio vantaggio in termini di contenimento del rischio con appena 40 punti base di maggiore rendimento. Al netto dei costi e delle tasse quasi nulla.
I giorni migliori e quelli peggiori tendono ad essere temporalmente molto vicini se non addirittura uno successivo all’altro.
Tutte indicazioni che rendono la casualità, la fortuna, il random walk dei prezzi di borsa, fattori praticamente impossibili da prevedere in anticipo.
Lottare contro qualcosa di sconosciuto nei tempi e nell’intensità appare poco sensato se l’obiettivo è veramente quello di investire denaro per realizzare una crescita del capitale nel lungo periodo. Il rischio di restare fuori anche solo per alcuni dei giorni migliori dal mercato è troppo alto considerando le conseguenze nefaste che una strategia incerta e altamente dipendente dalla fortuna potrebbe avere sul nostro patrimonio futuro.
Pianificare, risparmiare e investire rimanendo diversificati a livello globale su prodotti che replicano un indice rimane, dopo tutto, la soluzione a maggiore probabilità di successo.
E anche se non farà il botto evitando qualche crash, una pianificazione costruita con i pezzi del puzzle al posto giusto renderà questo rimpianto un falso problema.
Buon investimento.