Con la caduta del sistema di Bretton Woods nel 1973 ed il conseguente passaggio ad un sistema di cambi variabili, tra gli operatori sono cresciute in maniera esponenziale le possibilità per gli operatori di speculare sull’andamento delle valute o di coprire il rischio di cambio insito nella propria attività d’impresa o negli investimenti finanziari.
Tra le operazioni più classiche di copertura del rischio di cambio troviamo i cosiddetti contratti a termine (o forward).
Il mercato a termine comprende tutte le operazioni di negoziazione di divisa (acquisto/vendite) la cui effettiva esecuzione dovrà avvenire in un momento successivo, rispettando scadenze stabilite e ad un cambio prefissato.
In una situazione di equilibrio il mercato il cambio forward è determinato da tre variabili indipendenti:
– Cambio a pronti o spot
– Tassi di’interesse delle valute oggetto di transazione
– Tempo
Il prezzo di una transazione nel mercato dei cambi differita nel tempo, che rappresenta un impegno futuro deve incorporare il differenziale dei flussi di interessi che sono generati della transazione stessa. Quindi la formula per calcolare il cosiddetto premio o sconto è la seguente:
spot * (tasso divisa incerta – tasso divisa certe) x gg /36000
Il cambio a termine è la somma di spot +/- premio/sconto
Il premio/sconto rappresenta l’interesse netto corrente su un capitale unitario rappresentato dal cambio spot ed è determinato matematicamente, in misura direttamente proporzionale al cambio spot, al differenziale dei tassi di interesse delle divise interessate e alla durata dell’operazione.
Il cambio a termine non è altro quindi che il montante del cambio a pronti, calcolato secondo i tassi di interesse e rappresenta quindi il cambio a pronti più (algebricamente) il “costo del tempo”.
Questa è la teoria della parità coperta dei tassi di interesse enunciata da Keynes, secondo la quale il montante di un investimento a breve espresso in una divisa deve essere uguale al montante di un investimento dello stesso controvalore, per la stessa scadenza, denominato in un’altra divisa, secondo i rispettivi tassi di interesse.
La teoria di Keynes è stata definita “statica” in quanto tiene in considerazione la sola relazione tra tassi e tempo, ma non spiega eventuali disallineamenti effettivi tra di i differenziali di tassi di interesse e i prezzi a termine quotati. Nella realtà operativa più dinamica, i prezzi a termine possono “anticipare” i movimenti sui tassi di interesse.
Gli operatori che sono interessati ad aprire operazioni a termine in acquisto/vendita su una certa valuta sono operatori commerciali (importatori ed esportatori), operatori finanziari desiderosi di proteggere i loro investimenti dal rischio di cambio o di “cristallizzare” gli utili su cambi accumulati, i traders che vogliono speculare sui movimenti valutari, gli arbitraggisti che sfruttano i temporanei disallineamenti nei prezzi dei mercati a termine.
Vediamo un esempio concreto.
Un imprenditore deve incassare una somma di 1 milione di Usd tra 6 mesi a fronte di un’esportazione. Il tasso di cambio EurUsd attuale è pari a 1.3048, quindi vendendo 1 milione di Usd oggi otterrei 766.283 Eur. L’operatore può attendere la scadenza e vendere 1 milione di Usd al tasso di cambio EurUsd che troverà fra 6 mesi, esponendosi al rischio che tale tasso sia superiore allo spot (l’esportatore perde in quanto l’euro si rafforza) o inferiore allo spot (l’imprenditore guadagna in quanto il dollaro si rafforza). Se l’esportatore non vuole supportare tale rischio, può fissare il tasso EurUsd a 6 mesi e quindi vendere 1 milione di Usd a termine. In questo modo l’operatore conosce oggi con certezza il tasso di cambio al quale venderà 1 milione di Usd tra 6 mesi, eliminando il rischio di cambio.
Considerata quindi una scadenza a 6 mesi ed un differenziale tassi tra Euro e Dollaro positivo, il cambio a termine verrà determinato dallo spot (1.3048) + il premio ( 17 pips) = 1.3064
A questo livello di cambio l’esportatore ( o l’investitore se il caso fosse riferito a strumenti finanziari posseduti dal soggetto) consegnerà i propri Dollari concambiandoli in Euro ed eliminando ogni tipo di aleatorietà legata alle evoluzioni future dei cambi.