By |Categorie: Educazione finanziaria|Pubblicato il: 25 Febbraio, 2016|

La posizione short su un determinato titolo o indice consente in teoria all’investitore di trarre vantaggio dal ribasso nei prezzi di quel sottostante. Acquistare prodotti di questo tipo (che come vedremo dopo possono essere con o senza leva) significa proteggere il proprio portafoglio dal possibile ribasso di un determinato asset finanziario oppure, in alternativa, speculare sul calo futuro dello stesso. Ma siete veramente sicuri che è così? Vi dimostrerò che in alcuni contesti potreste anche ottenere il risultato opposto, ovvero perdere soldi in un mercato che scende pure con gli short.

L’ETF short quindi rappresenta uno strumento in grado di replicare in modo inverso la performance del sottostante. Se un indice azionario sale l’ETF perde, se l’indice scende l’ETF guadagna. Qui trovate un esempio di ETF short sull’indice europeo Eurostoxx50

Esiste anche la possibilità di amplificare il potenziale beneficio derivante dal ribasso dell’indice acquistando un ETC a leva come ad esempio questo .

Prima di cominciare a vedere per quale motivo questi prodotti sono da maneggiare con cura va sempre ricordato che i prodotti short sono “sintetici” ovvero utilizzano derivati per replicare l’andamento (in questo caso al contrario) di un indice. Utilizzando derivati dovete quindi essere consapevoli del rischio insolvenza legato alla controparte con cui il fondo chiude il derivato. Ecco perché chi vi scrive se può predilige i prodotti a replica fisica.

Come scrive nel documento informativo in italiano (fatto molto bene tra l’altro) Etf Securities , a causa dell’effetto cumulativo e dell’eventuale leva, i rendimenti dei prodotti short detenuti per periodi lunghi (ovvero oltre 1 giorno) possono differire dal benchmark. Complice il ribilanciamento giornaliero e l’effetto compounding (ovvero la classica capitalizzazione composta) questi prodotti non sono adatti ad investitori che fanno il classico “buy and hold” o a coloro che intendono coprire i rischi dei propri attivi su orizzonti temporale prolungati.

Abbiamo parlato di ribilanciamento periodico ed effetto compounding. Il ribilanciamento avviene generalmente su base giornaliera per permettere ad ogni investitore di avere una leva pari a 1. L’effetto compounding è invece legato al fatto che la variazione percentuale giornaliera non si applica ad una base sempre uguale a 100 ma ad un valore che cambia di giorno in giorno per effetto del movimento sui mercati. Se ad esempio perdo il 5% su un investimento di 100, mi ritroverò a fine giornata con 95. Se il giorno dopo il mercato recupera il 5%, questa variazione verrà applicata a 95 e non mi permetterà di recuperare 100 visto che mi fermerò a 99,75.

Queste motivazioni portano i prodotti short ad avere comportamenti molto diversi a seconda di come si muove il sottostante nel corso del tempo. L’assenza o la presenza di volatilità infatti rappresenta un fattore cruciale oltre che imprevedibile.

Partiamo con un primo esempio supponendo di aver investito 10 mila Euro in un indice qualsiasi azionario che per comodità parte anch’esso da 10 mila punti. Ovviamente gli esempi generalizzano il fenomento senza entrare nel dettaglio di ogni singolo prodotto il cui andamento può differire per effetto di costi e architettura del metodo di replica.

short1
Se il mercato perde il 3% ogni giorno della settimana ci ritroveremo con un ETF long che avrà perso il 14,1% (meno del 15% perché il calo è calcolato sull’imponibile più basso del giorno precedente). Il suo cuginetto cattivo, quello short, invece avrà guadagnato più del 15% e questo per effetto di una base imponibile ogni giorno più alta e su cui l’effetto capitalizzazione composta agisce in modo positivo. Ancora meglio va ovviamente se il prodotto è a leva.

short 2
Caso opposto. Il mercato guadagna tutti i giorni il 3% e vediamo come il prodotto short (e quello leva ancora di più) limita le perdite per effetto di un calcolo ogni giorno effettuato su un valore più basso del precedente. Anche in questo caso il prodotto con leva lavora proporzionalmente meglio.

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Terzo caso, perdita finale del 5% (quindi favorevole allo short) con mercato volatile. Lo facciamo alternando perdite a guadagni. Il guadagno del prodotto short è inferiore al calo effettivo del mercato (5%) con il prodotto a leva che perde per strada un bel pezzo di rendimento. Se l’aumento di prezzo è seguito da un calo, la perdita viene applicata su un importo maggiore. Se il calo iniziale è seguito da un guadagno, l’utile viene realizzato su un importo inferiore. Quando si dice che la volatilità fa male è vero, anche in questo caso.

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Quarto scenario, mercato volatile e piatto. Qui ci addentriamo in uno degli scenari peggiori per i prodotti short. Dopo varie oscillazioni il mercato chiude invariato; i prodotti short invece, a dispetto di quello che ognuno si aspetterebbe, chiudono in perdita con quello a leva 2 addirittura in calo del 12%. Ma come vi chiederete voi? E’ matematica signori, nulla più.
Ma non avete ancora visto il peggio!

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Ipotizzate un mercato fortemente volatile con oscillazione molto consistenti e che alla fine chiude con un saldo negativo superiore al 20%. Vi aspettereste di guadagnare un qualcosa come il 40% sull’Etc short o ancora di più su quello a leva 2. Sbagliate e di brutto. Perdereste soldi con addirittura un -56% sul leva 2 short. Questo è già successo dopo le Olimpiadi di Pechino quando l’indice cinese perse il 34% e l’ETF China Short 2X (che avrebbe dovuto guadagnare un sacco di soldi) perse il 56% invece di guadagnare il 68%.

Faccio notare che la stessa Fed ha allertato gli investitori dei rischi che questi prodotti possono generare anche per le probabili incomprensioni che uno studio superficiale dello stesso potrebbe generare. Qui trovate il link al sito Fed .

Per quello che riguarda i comuni mortali vale sempre il solito consiglio. Prima di buttare soldi su un prodotto comprendete bene cosa fa e come funziona. Se alla fine dello studio (o della spiegazione del vostro consulente) avete dei dubbi, lasciate perdere.

Un commento

  1. GargIce 25 Febbraio 2016 at 14:26 - Reply

    Bellissimo esempio, grande finale “Se alla fine dello studio avete dei dubbi, lasciate perdere”.
    Qualche mese fa ho avuto un’esperienza con un etc short, chiusa positivamente per fortuna, ma al cardiopalma. I miei consigli (da niubbio) sono: stare alla larga dagli strumenti a leva, utilizzare gli short per brevissimo tempo per ‘difendere’ il portafoglio o coprire una posizione, evitarli se cassettista e/o portafoglio ben diversificato e di lungo termine.

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