Rischio e rendimento, due parole che tendenzialmente vedono sempre la seconda preferita alla prima, almeno nei pensieri dell’investitore medio. Il rischio viene percepito piuttosto con fastidio e troppo spesso è ignorato dall’investitore. Siccome un’immagine vale più di mille parole, oggi cerchiamo di comprendere bene il significato di rischio-rendimento.
Rischio e rendimento. Due elementi sempre presenti in un piano di investimento che però possono assumere contorni diversi. Dove c’è rischio solitamente c’è anche rendimento e viceversa.
Perchè è importante comprendere bene il legame tra rischio e rendimento
Solitamente che interessa all’investitore è soprattutto il rendimento. Facile da spiegare e bello da sognare.
Alla parola rischio invece si attribuisce una certa dignità solo quando le cose non vanno bene. Negli altri casi è più che altro un numero fastidioso e difficile da comprendere.
Grazie ad un grafico preso dal blog di Daniel P.Egan vorrei cercare di fare chiarezza sul rischio e la sua percezione da parte degli investitori.
Un grafico che spiega il rapporto tra rischio e rendimento
Assumendo di investire per il 50% in asset azionari con un rendimento medio annuo del 6% e una volatilità al 17% (il resto del portafoglio è considerato privo di rischio), il grafico mostra come nei primi anni il rischio di perdite è consistente in termini di numerosità delle rilevazioni.
Con il passare del tempo questa campana si appiattisce fin quasi a stendersi.
La parte inferiore della campana (quella delle perdite per intenderci) al decimo anno è molto più schiacciata e con una numerosità di rilevazioni decisamente bassa.
I pallini rossi indicano i percentili di rilevazione delle performance, quindi dove si trovano con maggiore frequenza i rendimenti suddividendole in gruppi.
In questo esempio sono stati presi il 20esimo, il 50esimo e l’80esimo percentile.
Già a partire dal settimo anno la statistica comincia ad essere dalla nostra parte con una elevata probabilità di non perdere soldi.
Interessante anche notare dove arriva la campana finale al decimo anno. Estremamente schiacciata dal lato positivo e dal lato negativo del ritorno atteso.
Non solo probabilità a favore, ma anche potenzialità di guadagno superiori alle perdite.
Certo non possiamo escludere perdite quando investiamo metà del nostro patrimonio in azioni.
Ma siamo sicuri che vale la pena rinunciare ai potenziali guadagni solo perchè riteniamo, non si sa in base a cosa, che i nostri soldi finiranno sotto la linea dello zero in termini di performance nei prossimi anni?
Buonasera,
sono daccordo, fantastico grafico che fotografa perfettamente il trend di medio periodo dei titoli azionari, al riguardo investìi oltre 17 anni fa in uno dei primi fondi pensione che in portafoglio avevano il 30% di titoli azionari, ebbene dopo 17 anni ho realizzato un rendimento medio annuo del 4,27%, direi di tutto rispetto considerando gli anni 2001 e 2008 non proprio entusiasmanti…
Buona serata