Ogni attività che sia sportiva, professionale o di hobbistica richiede ogni tanto degli aggiornamenti o “rinfrescate” come dico io.
Non serve scrivere tanti nuovi concetti, spesso e volentieri sono sempre gli stessi che girano.
Rispolveriamo dall’archivio un vecchio post sempre attuale. Buona lettura.
Il mondo degli investimenti si sta aprendo come non mai al risparmio privato e nei prossimi anni la consulenza tenderà a diventare sempre più personalizzata e mirata agli obiettive delle persone e dei nuclei familiari. Tutto questo porterà alla ribalta nuove figure di professionisti del settore e prodotti innovativi che si andranno ad affiancare all’esistenze.
La tecnologia sta già per fortuna facendo un’adeguata selezione naturale di questo mondo e se a questo venisse abbinata un’opera di educazione adeguata già a partire dalle generazioni più giovani ci sarebbe di che essere soddisfatti. Il mondo però non è perfetto ed ogni risparmiatore dovrà cercare di difendersi da facili promesse improntate al guadagno di breve periodo e da paroloni altisonanti che usciranno da campagne di marketing aggressive.
Sarà perciò necessario attrezzarsi con qualche filtro di difesa da seguire quando si sceglie di affidare i propri risparmi ad un prodotto gestito o ad un consulente finanziario (advisor come si dice oggi).
Ho provato a stilare alcuni punti dai quali potrete secondo me dedurre molto agevolmente se la vostra scelta è corretta o meno.
– Trasparenza. Se non vi riescono a spiegare in meno di 2 minuti strategia e processo di investimento di un prodotto allora lasciate perdere. Non servono complicazioni ulteriori in un mondo già di per sé imprevedibile quale quello finanziario. Se non riuscite a capire come i vostri soldi verranno buttati nell’arena dei mercati chiedete semplicemente maggiore semplicità. Nulla è gratis ed a prodotti/processi complicati sono sempre associati costi elevati.
– Ritorno Netto o Lordo. Quando un consulente o un report non illustra le performances al netto dei costi totali (TER) sta cercando chiaramente di nascondere qualche inefficienza. La sola performance che a voi verrà ritornata (al lordo delle tasse) è quella netta ed è su questo che bisogna confrontarsi. Se in un rapporto fornitore – cliente non c’è l’onestà di dichiarare fin da subito lo stato reale delle vostre finanze, allora interrompetelo. I clienti siete voi e pagate fior di commissioni ogni giorno per permettere ai vostri soldi di accedere ai mercati.
– Confronto con il mercato. Il confronto con un indice o un insieme aggregato di indici di mercato è la cosa più semplice da fare, ma la più difficile da ottenere. Preferite tutto ciò che confronta sistematicamente il ritorno del vostro investimento con dei parametri di riferimento che possono essere associati al vostro profilo di rischio.
Ad esempio capire cosa avrebbe ritornato in un certo arco temporale il vostro investimento se fosse stato investito (con diversi pesi percentuali) su un ETF azionario mondiale e su un ETF obbligazionario mondiale è un servizio basico che ciascun consulente dovrebbe rendere. Evitate prodotti o advisors che fanno confronti con benchmark costruiti in modo soggettivo attraverso parametri complicati e difficili da reperire e per questo chiedete sempre di misurare i risultati con ETF quotati e dai costi trasparenti.
– Costi. Nota spesso dolente per quello che riguarda la consulenza finanziaria, ma sempre più necessaria per il cliente. Lo ripeto spesso, quando cominciate un piano di investimento conoscete a priori la spesa, ma non il rendimento finale; controllare le uscite è già un ottimo investimento per il futuro. Chi non mette nero su bianco i costi che ogni anno andrete a spendere va abbandonato al suo destino.
– Marketing. I lustrini delle grandi case di investimento o gli eventi organizzati da agguerrite divisioni di consulenti potrebbero farvi deviare da un rigoroso esame di fattibilità di un investimento. Non fatevi abbindolare da brochure, gadget o eventi mondani. Non giudicate i prodotti solo dalla bellezza del sito internet o dalla reportistica colorata, ricordate che tutto questo verrà poi recuperato tramite le commissioni applicate sui vostri patrimoni dati in gestione. Concentratevi sui punti elencati sopra ed al massimo approfittatene per ottenere gratis chiavette USB, blocchi e penne.
– Educazione del cliente. Coloro che non perdono tempo ad educare con pazienza il cliente all’investimento serio e responsabile senza curarsi di obiettivi ed orizzonte temporale non fanno per voi. Educare significa non solo spiegare prodotti e strategie, ma anche illustrare scenari positivi e negativi, far capire la differenza tra risparmio e investimento, la complessità dei mercati, l’opportunità di stare sempre investiti sul mercato, ecc… Se questo esercizio non viene fatto è perché si teme che il cliente acquisisca una maggior capacità critica e questo impedirebbe la libertà d’azione del fornitore di servizi.
– Focus sulle performance e sulle abilità non sulla capacità di gestire il rischio. E’ molto facile vendere una performance, molto più difficile legarla al rischio che avreste corso per raggiungerla. Più che le variazioni percentuali a 1 anno o a 5 anni, quello che dovrebbe sempre comparire nel report di un fondo o di un consulente è la performance corretta per il rischio tenendo quindi conto della volatilità. Allo stesso modo non fatevi ingannare dai paroloni come trading system, stock picking, ecc…, spesso sono messe giù solo per riempirsi la bocca di attività che come abbiamo visto non portano da nessuna parte con un orizzonte di lungo periodo.
– Automazione. Scegliete ciò che vi permette un controllo periodico, aggiornato ed automatizzato dello stato di salute del vostro patrimonio senza bisogno di spostarsi fisicamente. Sito internet o app, l’importanza è che il canale remoto risulti sempre aperto alle vostre curiosità e richieste di chiarimento.
Se almeno l’80% di queste caselle le avrete barrate con un segno positivo, allora direi che potete ritenervi soddisfatti e cominciare ad investire con serenità, ma soprattutto ora sapete difendervi da soli.