By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 18 Dicembre, 2014|

quanto conta la fortuna negli investimenti

Nel post  Fondi a gestione attiva, la difficoltà di battere il benchmark abbiamo visto quanto difficile è per un fondo a gestione attiva battere il proprio benchmark di riferimento. Se le percentuali di fondi che falliscono sulle performances a 5 anni arrivano anche a superare il 70-80%, tra i migliori gestori in quanti riescono a ripetersi negli anni successivi?

Ad agosto 2014 l’Economist ha cercato di dare una risposta a questo quesito.
Il risultato è stato disarmante ed ha messo in evidenza le difficoltà dei gestori di fondi attivi nel riuscire a ripetere il successo conseguito negli anni precedenti.
Lo studio realizzato da uno dei più grandi gestori di fondi passivi al mondo, Vanguard, ha dimostrato come solo il 12% dei fondi che nel 2007 si posizionavano nel quintile superiore (il 20%) per performances (quindi quelli che gli investitori tendono a preferire per i loro investimenti) si trovava ancora nella stessa posizione a fine 2013. Addirittura il 27% di questi fondi era passato dal primo quintile all’ultimo, mentre il 13% dei fondi di successo era stato fuso o chiuso.

gestori fondi brabi o fortunati

Ma perchè per i gestori è così difficile ripetere le performances di successo del passato? Charles Ellis, consulente di investimenti con oltre 40 anni di esperienza, ha cercato di fornire una risposta. Nella sostanza Ellis parte dall’assunto che per un gestore è molto complicato battere il benchmark per effetto dei costi e commissioni che gravano sul fondo.
Alcuni manager brillanti riescono certamente a creare alfa , ma non esiste un metodo per identificarli prima.

Ellis indica poi in circa 1 punto percentuale al netto delle commissioni, le aspettative di extra rendimento rispetto ai classici benchmark di mercato che i clienti nutrono nei confronti dei gestori di fondi attivi.

Una speranza più che una certezza che genera tutta questa affezione della clientela privata verso gli strumenti di gestione attiva. Rispetto ai passivi questi offrono la speranza, non certo la certezza, di un extra rendimento e questo al cliente piace.

L’ennesima conferma che il successo di un gestore non è assolutamente un elemento in grado di prevedere un’analoga parabola negli anni successivi.

Fonti: Practice makes imperfect – Economist

Leggi anche: Fondi a gestione attiva, la difficoltà di battere il benchmark

                        Quando Il controllo dei costi supera l’asset allocation

Lascia un Commento