By |Categorie: Educazione finanziaria, Investimento|Pubblicato il: 23 Gennaio, 2015|

S&P Dow Jones Indices ha pubblicato di recente una bella analisi sui costi medi di transazione al dettaglio (quindi quelli acquistabili da un comune risparmiatore un qualsiasi sportello bancario) che gravano sull’investitore in corporate bond ed high yield bond. La premessa è che siamo in America dove i costi sono più bassi, ma questi dati possono esserci utili, se confrontati ad esempio con un Etf equivalente, per capire i pregi o i difetti del possedere bond in forma individuale.
Di seguito la tabella di S&P che ovviamente tiene conto di commissioni di trading, ma anche dello spread denaro-lettera che ogni investitore lascia al mercato ogni volta che compra.

Tralasciando i Municipal Bonds, realtà tutta americana, possiamo notare come acquistare un corporate investment grade ha un costo di transazione implicito medio di 0,80%, mentre un High Yield del 1,65%. Poco, tanto? Per capirlo dobbiamo confrontarci con un Etf. Ho scelto due Etf

molto liquidi quotati a Milano di Ishares e replicanti il mondo corporate Investment Grade in Dollari e High Yield sempre in Dollari. Il costo complessivo (TER) dei due Etf è rispettivamente 0,20% e 0,50% all’anno. Come costo di transazione ho assunto uno 0,30% a cui ho aggiunto un 0,10% di spread denaro lettera.

Come si vede dalla tabella, partiamo con 10 mila dollari investiti per tutti e quattro i prodotti (singolo bond scadenza 5 anni IG, singolo bond scadenza 5 anni HY, Etf IG e Etf HY); ho indicato nella prima riga il costo di transazione basandomi sulle percentuali di S&P per i bond e sulle mie ipotesi di costo standard per gli Etf. A questo punto ho fatto partire il contatore dei costi che aumenta progressivamente per effetto delle commissioni di gestione per gli Etf, mentre rimane fermo per i bond.

Come si vede chiaramente già a partire dal terzo anno gli Etf costano di più, ma attenzione a cosa succede il quinto anno. Il Bond scade e siamo costretti ad acquistarne un altro analoga scadenza; così facendo i costi al sesto anno tornano in pareggio. Andiamo avanti; altri 5 anni, altro favore per i bond al decimo anno, ma poi arriva la scadenza. Nuovo rimborso e nuovo acquisto di bond e ancora i costi più o meno si livellano.
A dire il vero al termine dell’undicesimo anno il costo di possedere un Etf Corp IG rispetto a un singolo bond è superiore del 8% mentre quello di detenere un Etf HY è superiore del 19%.

Direte voi, allora meglio comprare un titolo obbligazionario secco. Se comprate titoli con scadenze molto lunghe oppure se non fate trading vendendo dopo un paio di anni potremmo discutere su questo, ma per quello che vi dirò fra un po’ credo che anche in questi casi l’Etf vince la partita.

Quel 8% e 19% di costo aggiuntivo degli Etf rappresenta infatti il prezzo da pagare per avere un enorme vantaggio di diversificazione con con conseguente abbattimento del rischio emittente.
Tenete in considerazione che l’Etf mantiene l’investimento sempre costante attorno ad un certo livello di duration mentre il vostro bond alla scadenza dovrà essere rinnovato ai tassi di mercato. Il rischio emittente e quindi creditizio è un fattore importante da considerare (soprattutto per gli HY) e mentre un default su un bond che pesa il 2% di un Etf diventa una perdita di circa 200 $ su 10 mila investiti, su un bond singolo diventano 7 mila $ (assumendo un tasso di recupero medio del 30%).
Ognuno è libero può fare le sue valutazioni, ma anche da questo semplice confronto emerge l’indubbio vantaggio per un investitore di utilizzare prodotti che diversificano gli investimenti ed il rischio con un modesto costo di gestione.

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