By |Categorie: Educazione finanziaria|Pubblicato il: 1 Luglio, 2016|

Un buon consiglio che mi sento di dare a chiunque di voi si dovesse trovare di fronte ad una scheda informativa di un prodotto finanziario gestito, fondo o Etf che sia, è quella di leggere sotto una veste diversa la sezione dedicata alle performance degli anni passati.

Su questo ovviamente gli esperti di marketing puntano molto sia per esaltare i risultati positivi magari rispetto ad un benchmark, sia per esaltare la tenuta del prodotto nelle fasi particolarmente negative. L’occhio vuole la sua parte e vedere numeri positivi in doppia cifra fanno propendere per una maggiore considerazione di quel prodotto. Ma attenzione perché state leggendo male il documento.

Intanto non è detto che il vostro investimento risulti avere la stessa cadenza temporale. Se state portando avanti un piano di accumulo da 3 anni, il rendimento a 12 mesi del fondo non sarà ovviamente il vostro visto che voi state facendo entrare il denaro mese dopo mese, mentre la performance annua è basata su un prodotto acquistato in un colpo solo un anno fa.

Seconda considerazione è legata al fatto che ogni fine anno sulle schede dei fondi le performance vengono resettate. Se un prodotto fa +10% nel 2015 è perché dal primo gennaio al 31 dicembre di quell’anno la variazione di prezzo è stata quella. Se poi nel 2016 il prodotto farà +10% anche in quel caso verrà conteggiata la variazione tra primo gennaio e 31 dicembre 2016.

E allora direte voi? Il concetto di money weighted e time weighted ve lo spiegherò un’altra volta.

Per ora la risposta ve la offro con un esempio concreto. Chiamiamo il nostro prodotto immaginario Pippo e la sequenza di performance è la seguente:

2012 -50%

2013 +50%

2014 -50%

2015 +50%

2016 0%

La prima sensazione che si ha è quella di un prodotto che alla fine è risultato molto volatile, ma che dopo le montagne russe ha riportato a casa tutto quanto visto che la sommatoria delle performance fa zero.

Ma supponiamo adesso che 5 anni fa voi avete deciso di mettere su Pippo 100 mila Euro. Ecco cosa sarebbe successo ai vostri soldi.

1

Il grafico ci fa capire ancora meglio come il nostro portafoglio di investimento non è una sequenza di rendimenti, ma una progressione degli stessi. Se la sommatoria dei rendimenti di una classica scheda fondi può mostrare l’illusione ottica di  un saldo pari a zero nei cinque anni appena trascorsi, la dura realtà è tutt’altra cosa con il 44% di perdita.

2

Ecco perché fermarsi davanti ad una vetrina non è sufficiente. La scheda di un fondo è fatta di diverse informazioni e vanno tutte quante soppesate ed analizzate. Il prodotto scelto può essere molto buono, ma prima di acquistarlo per sentito dire o perché ha “dei buoni rendimenti”, bisogna fare quella che gli anglofoni chiamano due diligence (ovviamente fatela fare al vostro consulente che pagate profumatamente per ogni singolo giorno che accompagna i vostri investimenti sui fondi).

Il vostro investimento non è un copia e incolla del prodotto gestito, soprattutto se gli apporti di denaro sono occasionali.  Cercate sempre di andare oltre le apparenze perché i lustrini troppo spesso in finanza nascondono insidie.

Lascia un Commento