By |Categorie: Educazione finanziaria, Investimento|Pubblicato il: 10 Gennaio, 2017|

Nei giorni scorsi ho ricevuto diverse richieste di chiarimento relative al costo derivante dalla copertura del rischio cambio Dollaro su un prodotto gestito, fondo o Etf che sia. Credo che sia opportuno a questo punto fare un aggiornamento “educational” rimandandovi a qualche post che abbiamo già pubblicato in passato e chiarendo però prima di tutto un concetto.

Il costo della copertura del cambio è un qualcosa di variabile e quindi non statico. Ogni giorno si modifica principalmente per effetto della variazione del differenziale tassi tra zona Euro e Stati Uniti.

Il costo della copertura del cambio a gennaio 2017 è un onere per l’investitore europeo, fra qualche anno potrebbe diventare un premio. Se ad esempio i tassi europei torneranno ad essere superiori a quelli americani allora chi comprerà prodotti in Dollari versione hedged Eur riceverà un ulteriore beneficio dalla copertura.

Qualcuno pensa che questo concetto è l’ennesima fregatura messa in campo dal mondo della finanza? No, è semplicemente il modo più democratico del mondo per riportare alla realtà chi investe senza conoscere bene la materia.

Sarebbe troppo bello prendersi un bel 3% di un titolo di stato americano senza rischiare nulla sul cambio no?

Mi compro il titolo o il fondo in versione Eur hedged e tutta la fetta di torta è mia. Peccato che per coprire il cambio, voi che godete fin da subito dei benefici del 3%, vi impegnate a consegnare i Dollari che ne so, fra un anno ad un altra controparte che si assume il rischio cambio al vostro posto. Questo Mister X non fa beneficienza e si impegna a ricomprare da voi i Dollari ad un certo cambio. Tutto questo ha un costo però (una tipica copertura assicurativa) ravvisabile nel differenziale di tasso tra Dollaro ed Euro per un anno. Questo perché Mister X in mano ha gli Euro che rendono poco o nulla mentre voi vi godete il 3%. Vuoi la polizza assicurativa? (Dice il nostro amico). Allora paga ed alla fine entrambi otteniamo lo stesso rendimento!

E proprio questo ultimo concetto mi sembra che non risulti chiarissimo a tutti.

Comprare un titolo americano con cedola o un fondo obbligazionario in Dollari coprendo il cambio, di fatto vi mette tra le mani un titolo o un fondo obbligazionario con il rendimento di un equivalente titolo obbligazionario in Euro. La copertura ha senso se vi attendete un restringimento del differenziale tassi tra Stati Uniti ed Euro nei prossimi mesi (e quindi in prospettiva costerà meno la copertura), oppure se avete già acquistato asset finanziari in Dollari sui quali guadagnate e volete così cristallizzare l’utile valutario (sempre però sostenendo un costo legato alla copertura).

Spero risulti tutto più chiaro ora.

Per chi vuole tenersi aggiornato sul costo della copertura EurUsd vi rimando qui .

In quella pagina a cui vi ho rimandato il numero che trovate ad esempio in EurUsd 1Y Forward, altro non è che il numero di pips che dovete pagare per coprire il rischio cambio Dollaro. Se il cambio è attualmente a 1.05 (e il forward ad esempio 210) e voi vi impegnate a vendere Dollari a 1 anno coprendo il cambio, dovrete aggiungere 210 pips a 1.05. Alla fine fra 12 mesi venderete i Dollari a 1.0710. La vostra obbligazione continuerà a fornire un rendimento nominale ad esempio del 3%, ma voi perderete sul cambio una percentuale di quasi il 2%.

Benvenuti in uno dei mercati più efficienti e speculativi del mondo, il Forex.

2 Commenti

  1. Alessandro 13 Maggio 2020 at 17:55 - Reply

    Salve,
    vorrei sapere se il costo del differenziale dei tassi viene applicato direttamente sulla quota dell’ETF o addebitato sul c/c.
    Grazie in anticipo

  2. Lore 13 Gennaio 2017 at 08:19 - Reply

    Sempre apprezzati questi aggiornamenti. Trovo utile anche riprendere post già scritti per un ripasso, e a volte scoprire articoli non letti

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