Il mercato obbligazionario sarà oggetto di studi interessanti nei prossimi anni per quanto riguarda il comportamento dei consumatori. Con tassi di interessi a livelli medi molto più bassi che in passato, un cambiamento degli stessi porterà ad una volatilità nel prezzo delle obbligazioni maggiore di quella che si è generata in passato quando i tassi di interesse erano più alti.
Come possiamo vedere dal grafico qui sotto questo periodo potrebbe essere ricordato come il minimo storico dei rendimenti delle obbligazioni degli ultimi quarant’anni. Questo è esattamente quello che sto cercando di evidenziare, per quasi quattro decadi il risparmiatore è stato abituato a vedere il mercato obbligazionario come poco volatile (quindi sicuro) e con rendimenti anno dopo anno sempre positivi. Questo ha distorto le aspettative future del risparmiatore, il quale inconsciamente assume che questa situazione possa durare all’infinito.
Un altro problema evidenziato dal grafico è che cercare di fare previsioni sui mega-trend dei tassi d’interesse non è affatto facile; negli ultimi 90 anni abbiamo avuto solo tre mega-cicli dei tassi di interesse, in particolare:
- 1°Ciclo: dalla grande depressione a metà anni ‘50 – i tassi sono rimasti in un corridoio tra il 2% e 4%
- 2° Ciclo: dalla fine degli anni ‘50 ad inizio anni ‘80 – tassi in salita fino a toccare il 15% (in USA)
- 3° Ciclo: da inizio anni ‘80 ad oggi con tassi costantemente in discesa.
Una considerazione importante che deriva dall’osservazione di questi cicli: tutte le persone che oggi hanno meno di 50-55 anni non hanno ricordi di tassi di interesse in salita, di alta inflazione e potrebbero essere impreparati a questo scenario.
La tabella qui sotto mostra come si sono comportati i tassi di interesse in questi anni.
L’ultima colonna, dedicata all’inflazione, ci fa capire come nel lungo periodo sia proprio questa a portarsi via una buona fetta del rendimento delle nostre obbligazioni. Anche qui è interessante notare come spesso l’inflazione non era percepita come importante da un investitore non informato. Quanto volte abbiamo sentito i nostri genitori rimpiangere gli anni in cui le obbligazioni avevano rendimenti oltre il 10% senza però ricordarsi che l’inflazione era a volte anche più alta azzerando di fatto ogni guadagno. E’ il rendimento reale quello che conta nel lungo periodo. Se depuriamo i rendimenti assoluti dall’inflazione otteniamo quindi rendimenti reali come nella tabella qui sotto.
Come possiamo notare durante il secondo ciclo di tassi di interesse in salita il nostro rendimento reale è risultato negativo per le obbligazioni con scadenze da oltre 5 anni.
Prima che l’inflazione degli anni ’70 portasse i rendimenti delle obbligazioni a valori a doppia cifra le stesse erano un investimento a basso rendimento che non offriva un attraente ritorno nel lungo periodo. Gli ultimi decenni sono stati un’aberrazione del mercato obbligazionario, un’aberrazione che ha distorto le aspettative di rendimento degli investitori.
Nessuno conosce come sarà il prossimo ciclo nei tassi di interesse ma la cosa importante è aggiustare le proprie aspettative di rendimento di questo asset class; tassi di interesse di partenza bassi condurranno a più bassi rendimenti nel lungo periodo.