Il reddito di cittadinanza a quanto pare è diventato realtà.
Vedremo quanti cittadini avranno i requisiti per ottenere nel 2019 un’entrata periodica che potrà arrivare fino a 780 Euro a persona per un certo arco temporale.
Non sono escluse modifiche nelle prossime settimane quando il decreto dovrà essere convertito in legge, ma per chi vuole avere un’informazione abbastanza capillare di cosa fare per ottenere il reddito di cittadinanza consigliamo la lettura di questo articolo.
Soprattutto i più giovani dovrebbero a mio parere trarre una lezione importante da questo evento politico che la storia giudicherà se positivo e negativo. Questi soldi, come nel caso di quota 100, sono presi a prestito sulle loro future pensioni.
Invece che vivere di sussidi a carico della collettività non sarebbe più semplice costruire il reddito di cittadinanza in modo autonomo?
Non ridurremmo lo stress a zero se riuscissimo a costruire una rendita periodica di 780 Euro senza rischiare di vedersela sottratta dalla politica (che si scontrerà con la realtà di un debito pubblico ancora più alto) o ancora peggio dall’avvento di commissari europei o troika in un futuro più o meno remoto?
Per non andare sul terreno della sterile polemica, come nostro uso vogliamo cercare di educare fornendo soluzioni individuali.
La prima tabella che mostriamo qui sotto ci mostra quanto capitale sarebbe necessario per ottenere un reddito di cittadinanza fisso mensile di 780 Euro per 10 anni.
Simulando un rendimento annuo nominale da investimenti abbastanza conservativo del 3%, ci serviranno 81 mila Euro di capitale per riscuotere 10 anni di reddito di cittadinanza privato. Tutto nostro senza se e senza ma.
Siccome bisognerebbe tenere anche conto dell’inflazione, facendo una seconda simulazione con una variazione annuale di prezzi al consumo del 2% otterremmo un risultato analogo con una prima rata a 708 Euro ed un ultima a 863 Eur.
In questo caso rendimento atteso e tempo rappresentano le due variabili chiave.
Se ad esempio vogliamo ottenere lo stesso reddito di cittadinanza da 780 Euro per 20 anni ci servirà una dotazione iniziale di capitale di 141 mila Euro (sempre ipotizzando un rendimento annuo del 3%).
Gli anni del nostro orizzonte temporale possiamo controllarli (salvo eventi estremi), il rendimento no.
Ma se ipotizzassimo di conseguire un rendimento medio più alto, ad esempio il 5% annuo, cosa succederebbe?
La dotazione iniziale necessaria per ottenere il risultato si ridurrebbe di 7 mila Euro rispetto alla simulazione precedente, mentre più consistente sarebbe la decurtazione dello “zainetto” necessario all’ottenimento dei 780 Euro mensili sui 20 anni. Su un orizzonte temporale di 20 anni e stimando un rendimento medio annuo del 5%, sarebbero sufficienti poco meno di 120 mila Euro per raggiungere l’obiettivo. Naturalmente rendimento maggiore uguale rischio maggiore.
Grazie, ma perché dovrei sforzarmi tanto se lo Stato mi garantisce comunque il reddito di cittadinanza?
Intanto perché tutti i 780 Euro saranno veramente in pochi a vederli. Poi perché questa è una misura temporanea e non è detto che fra 3 anni le casse statali saranno ancora in grado di sostenerla. Ma soprattutto perchè, anche nel caso di importo pieno e governo stabile, questa misura è un tampone che non si può protrarre nel tempo.
Non è molto meglio crearsi una propria rendita privata al sicuro da ogni rischio e soprattutto più duratura?
Vedendo queste cifre in molti saranno perplessi perché pensano di non riuscire ad accantonare questa cifra con facilità. Siete sicuri di tutto ciò?
A 30 anni di età partendo con un piano di accumulo mensile da 300 Eur aumentato annualmente del 2% per contrastare l’inflazione ed un rendimento medio annuo del 3%, arriveremmo a 45 anni ad aver accumulato i fatidici 80 mila Euro richiesti per il reddito di cittadinanza decennale. Attorno ai 52/53 anni dovremmo invece essere nella condizione per raggiungere un capitale utile al piano ventennale.
L’obiettivo di questo esempio è quello di fornire uno spunto di riflessione e non è esente da critiche. Ad esempio è vero è che questi dati sono al lordo della tassazione da investimenti e di questo dovremo tenerne conto in fase di pianificazione dell’importo mensile da accantonare.
Ovviamente nulla è garantito in termini di rendimento da investimenti e quindi potrebbe anche succedere che una stima prudenziale al 3% non risulti corretta. Un altro imprevisto (assieme all’inflazione e al vaariare della tassazione) di cui dovremo tenere conto in fase di pianificazione.
All’età di 50 anni avremo comunque accumulato oltre 87 mila Euro e, come abbiamo visto sopra, potremmo arrivare ai 60 con il nostro personale reddito di cittadinanza in relativa tranquillità e senza alcun dovere verso qualche soggetto terzo… se non noi stessi (e con tanto orgoglio personale in più).
Ottimi esempi. Purtroppo in pochi sono disponibili ad accantonare per il proprio futuro, preferendo spendere tutto nel superfluo
Forse perché non si vedono ancora gli effetti delle pensioni con metodo “contributivo” al 100%?
Potrebbe essere. Credo anch’io che i “giovani” non abbiano ben presente con quanto andranno in pensione (60% dell’ultimo stipendio?). Quando arriverà il momento saranno grossi guai, ma sarà anche troppo tardi per trovare un rimedio.
Il discorso è valido per chi è in grado di accantonare mensilmente una parte del proprio reddito … ovvero, per coloro che non hanno diritto al reddito di cittadinanza!