By |Categorie: Educazione finanziaria, Investimento|Pubblicato il: 3 Marzo, 2020|

Quando i mercati finanziari alimentano la paura di perdere per sempre soldi la sostenibilità di un piano di investimento comincia a diventare a rischio. Se questo può anche essere normale tra chi non ha pianificato o ha scelto asset allocation non compatibili con il profilo di rischio personale, per l’investitore che ha finora sapientemente continuato ad accumulare risparmio investendolo sui mercati le fasi di correzione sono sempre delle splendide opportunità. Esiste una tecnica di piano di accumulo che si adatta perfettamente alle fasi di discesa dei prezzi. Il Value Averaging.

Quando i mercati finanziari scendono i nervi degli investitori vengono messi a dura prova.

Tutti i buoni propositi fatti nella fase iniziale di un investimento scompaiono in un mix di sconforto, delusione e amarezza.

Chi legge questo blog sa che non parliamo quasi mai di investimenti a breve termine (per quello ci sono siti dedicati al trading dove si comunica apertamente che il 90% dei clienti perde soldi).

Qui preferiamo da sempre impostare discorsi che hanno l’orizzonte di medio e lungo termine come protagonista assoluto per spingere al massimo la redditività degli nvestimenti quando combinato con metodo e disciplina.

Molto spesso i consulenti cercano di “invogliare” gli investitori a mettere denaro sui mercati più rischiosi proponendo i benefici del classico Piano di Accumulo o PAC.

I benefici di un Piano di Accumulo tradizionale

Indubbiamente quello del Piano di Accumulo è un metodo valido per investire denaro progressivamente attingendo a piccole dosi dal proprio capitale senza preoccuparsi troppo del timing.

Questo tipo di processo richiede costanza nel tempo, sia in termini di denaro investito che di motivazione a non abbandonare il piano quando le perdite cominciano a farsi consistenti.

E’ proprio in questi momenti che il PAC lavora al meglio permettendoci di comprare ad esempio un numero maggiore di quote di un fondo azionario grazie al prezzo più basso.

Zillertal, Zillertaler Alpen

L’acquisto periodico di quote per un importo costante (ad esempio 100 euro ogni mese) è chiamato in inglese Dollar Cost Average.

Esiste però un altro metodo e che in Italia in pochi conoscono e che funziona in modo eccellente e spesso meglio del classico PAC a importo costante.

Il Value Averaging, una tecnica di accumulo perfetta per i mercati calanti

Questa tecnica si chiama Value Averaging e fu ideata negli anni ’80 da un professore di Harvard, Michael Edleson, autore anche di un libro dedicato al tema.

Questa variante del Dollar Cost Average tiene conto dei movimenti di mercato per definire quanto denaro investire ogni mese. Così investiamo una maggiore quantità di denaro quando il mercato scende, riducendola quando sale.

Come vedremo tra poco, questa tecnica permette all’investitore di ottenere dei prezzi di carico inferiori rispetto al metodo classico in ogni situazione di mercato, rialzista, ribassista o laterale.

In alcuni casi, come ad esempio quello di un mercato che sale vertiginosamente, questo metodo  permette di vendere quote (o smettere di comprare se preferiamo) quando si sta andando troppo oltre quello che è il nostro obiettivo del piano di investimento. Ottimo processo per gestire il rischio.

Ma vediamo un esempio concreto di Piano di Accumulo tradizionale.

Il primo esempio è quello classico del PAC a importo costante simulato su un mercato tendenzialmente in calo del 20%. Ho semplificato il tutto con 1.000 euro per periodo fissando come prezzo di partenza 100. In questo caso non c’è molto da dire, le quote sono parametrate al prezzo di mercato ed alla fine si comprerà per 12 mila euro con un prezzo di carico medio di 84,97.

Ed invece nel secondo esempio il Value Averaging.


Il primo periodo è identico al Dollar Cost Average precedente, 1.000 euro su un prezzo di 100, ovvero 10 quote comprate.

Al termine del primo anno il valore dell’investimento è però di 900 (10 quote al prezzo di 90) e quindi per raggiungere il nostro piano prefissato di acquisto da 2.000 euro dovremo comprare per la differenza tra 2.000 e 900, ovvero 1.100 euro.

Il mercato scende ancora a 85 con il nostro investimento che vale 1.888,89 euro. Per arrivare a 3.000 euro dovremo acquistare quote per 1.111,11.

Possiamo notare che nel quarto anno il prezzo torna a salire; in questo caso l’investimento totale prezzerà 3.176,47 e per raggiungere 4.000 euro dovremo mettere sul piatto 823,53 euro.

Questo comportamento alla fine ci porterà ad investire un po’ di più rispetto al classico Pac (12.629,74) ma con un prezzo di carico inferiore e più quote disponibili.

Più quote e prezzo di carico inferiore rispetto al PAC tradizionale.

Questa è la scelta migliore che ogni investitore dovrebbe fare, ovvero farsi trovare alla fine di ogni correzione di mercato con più quote ed un costo medio inferiore.

Lo stesso risultato lo potremmo ottenere nelle fasi di mercato rialziste solamente che al prezzo medio di carico inferiore verrebbe abbinato un importo totale investito inferiore.

Vantaggi e svantaggi del Value Averaging

Questa tecnica del Value Averaging è sicuramente più efficiente (anche in condizioni di mercato laterale) e psicologicamente ha effetti benefici perché il sistema ci dice di investire meno man mano che il mercato sale (o addirittura in casi estremi di prendere profitto).

Tra gli svantaggi ci sono però quelli di una necessaria manualità nella gestione (difficile trovare operatori finanziari che applicano questa metodologia in modo automatizzato) e soprattutto una costanza assoluta nel mantenere in piedi questa tecnica per tutta la sua durata.

In fasi negative di mercato tuttavia per chi ha voglia di applicarsi lo strumento esiste e i risultati nel lungo periodo saranno sicuramente eccellenti.

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