Cosa devo fare per investire al meglio i miei risparmi? Devi creare un conto di emergenza. Questa risposta apparentemente paradossale è la prima che mi sentirei di dare a chi chiede un consiglio di questo genere. Preparare il terreno adeguatamente con delle piccole, ma significative scelte, aumenta la probabilità di raggiungere gli obiettivi finanziari. E in queste piccole ma importanti mosse nella maggior parte dei casi non si investe denaro.
A cosa serve un conto di emergenza
Una delle prime proposte che un pianificatore finanziario dovrebbe fare ad un cliente è la creazione di un conto di emergenza. Non è quindi una proposta di investimento.
Mettere da parte una quota di denaro sotto forma di liquidità di conto corrente o di strumento monetario a basso costo è la mossa vincente per ridurre la probabilità di dover recuperare velocemente soldi a fronte di imprevisti contraendo debiti oppure sottraendo denaro agli investimenti in corso.
Il conto di emergenza deve esistere semplicemente perché non sappiamo quello che potrebbe succedere domani, nella vita come sui mercati.
Quasi il 30% degli italiani non è in grado monetariamente di sostenere un imprevisto
Il rapporto Consob 2021 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane ha evidenziato che il 28% delle famiglie italiane non è in grado di far fronte ad una spesa imprevista di 1.000 euro.
Una cifra che non è assolutamente esaustiva di quello che potrebbe accadere nel caso in cui l’imprevisto risultasse di portata ben superiore. Danni molto seri a un automobile, alla casa, o ancora peggio alla propria condizione professionale dopo la perdita del posto di lavoro, renderebbero la pillola molto più amara. Ma le casistiche sono infinite.
Quale sensazione potremmo provare nel dire no all’invito di matrimonio a New York del nostro migliore amico causa assenza di denaro sul conto corrente? E se toccasse al nostro animale domestico avere necessità di cure costose che non possiamo permetterci?
Probabilmente in queste situazioni saremmo disposti a tutto e la classica risposta “di emergenza” è che c’è sempre la carta di credito o qualche forma di prestito. Ma è come calciare il barattolo avanti solo di qualche metro, il mese dopo il sapore della realtà sarebbe ancora più amaro.
Un’indagine Acri-Ipsos del 2021 “Gli italiani e il risparmio” ha cercato di dare una risposta a quante famiglie italiane sarebbero capaci di far fronte ad una spesa imprevista di 10mila euro con risorse proprie. Solo il 42% riuscirebbe a farlo.
Utilizzando uno dei tanti simulatori online presenti in rete possiamo comprendere quali sono oggi le condizioni di mercato applicate ad un prestito personale.
Premesso che i tassi di interesse applicati dalle varie società cambiano sulla base di finalità e condizioni dei richiedenti, attualmente il mercato si muove attorno ad un tasso di interesse effettivo globale (TAEG) mediamente tra il 6% e il 7%. Non è infrequente però superare anche il 10%.
Perché non creare un conto di emergenza danneggia i nostri investimenti
Una buona abitudine a costo zero, quella di creare un conto di emergenza, se non coltivata bene si trasforma in una zavorra per la redditività dei nostri investimenti futuri.
Questo accade principalmente per due motivi.
Nel momento della spesa imprevista siamo costretti a vendere fondi o ETF per far fronte all’emergenza. Oltre alle fastidiose commissioni e alla parziale distruzione del piano di investimento, questa scelta ha dei costi.
Costi di mancato guadagno futuro; 10mila euro investiti al 5% di rendimento annuo composto in 5 anni diventano quasi 13mila euro.
Costi intesi come perdite capitalizzate definitivamente senza possibilità di recupero.
Tasse; ogni 1.000 euro di guadagno realizzato ci obbliga a versare allo Stato un’imposta di 260 euro.
Indebitarsi rende molto più costoso l’imprevisto
In alternativa potremmo non vendere parte dei nostri investimenti e chiedere un prestito a qualche società specializzata.
Il calcolatore online che abbiamo messo a disposizione nelle risorse utili per il tuo benessere finanziario ci dice facilmente quanto potrebbe costare questa scelta.
Un prestito personale della durata di 5 anni per 10mila euro al 7% di tasso di interesse “costerà” quasi 1.900 euro di interessi passivi ai quali sommare il capitale di 10mila € che dovremo restituire.
La nostra incapacità o pigrizia di sacrificare qualche consumo inutile in certi momenti della nostra vita verrà pagata a caro prezzo se la sfortuna deciderà di farci visita.
Gli effetti sono ancora più devastanti su coloro che hanno deciso di vivere di rendita con i frutti dei propri investimenti. Sbagliare i calcoli e non prevedere l’imprevisto rischia di diventare molto pericoloso perché è il tenore di vita in questo caso a essere messo in discussione.
Un percorso di pianificazione finanziaria deve prevedere anche qualcosa che investimento proprio non è.
E il conto di emergenza è la prima pietra da posare.
Per esperienza posso dire che è quasi più difficile convincere una persona a creare un conto di emergenza rispetto al gesto di fare il primo click di acquisto di azioni.
Quei soldi, soli soletti su un conto infruttifero, non hanno nessuna utilità pensano molte persone. In realtà sono lo scudo contro quasi tutti gli imprevisti.
8 consigli per costruire (e gestire) un conto di emergenza
Nel corso degli anni ho capito sulla mia pelle quanto è necessario e fondamentale gestire le spese impreviste.
Metto così a fattor comune qualche consiglio che può essere utile a chi vuole costruire oggi un conto di emergenza:
- Stimare quanto deve essere capiente il conto di emergenza e quanto mensilmente possiamo ragionevolmente accantonare. Le regole di base indicano un volume di denaro compreso tra i 3 e i 9 mesi di stipendio familiare come livello ideale. Se abbiamo un regolare conteggio delle spese l’alternativa può essere 3-9 mesi di spese familiari essenziali. Quindi no uscite a cena, viaggi, divertimenti vari, abbigliamento di lusso, ecc… La condizione lavorativa, autonomo o dipendente/pensionato, sposta l’asticella più verso l’alto o più verso il basso. Personalmente preferisco avere una protezione a costo zero maggiore (quindi più vicino ai 9 mesi di spesa familiare) perché uno stipendio include una quota parte di risparmio per investimento che potrei comprimere nei momenti di difficoltà
- Creare un conto separato rispetto a quello che utilizziamo per accreditare stipendi, pagare bollette, ecc… I 34,20 € di imposta di bollo più qualche spicciolo di tenuta conto sono nulla rispetto alle migliaia di euro di mancati guadagni o interessi passivi che saremo costretti a pagare per far fronte alle emergenze
- Alternativa ad un secondo conto corrente può essere un ETF monetario. La considero oggi un’opzione assolutamente praticabile con costi prossimi a zero, rendimenti ormai tornati a zero a cui sommare l’imposta di bollo dello 0,2%. HA il vantaggio della diversificazione del rischio e la capacità di essere legato ai tassi di interesse a breve termine, il che in una fase di rialzo non è male. Su 10mila euro gli oneri sono pressoché identici a quelli di un conto corrente
- La costruzione del conto deve avvenire con gradualità altrimenti lo odieremo. 80% a conto di emergenza, il restante 20% a investimento potrebbe essere una soluzione. Su 10mila euro di risparmio annuo 8mila vanno in conto di emergenza e 2mila in investimento. In 3 anni il conto di emergenza raggiungerà 24mila euro. Sono tanti soldi da mettere da parte? Con 150 euro alla settimana per 3 anni l’obiettivo sarà raggiunto. La vita è lunga si può anche dilatare il tempo di costruzione se non abbiamo alternative
- Ogni entrata non prevista va al conto di emergenza. Rimborsi fiscali, aumento di stipendio, vendita di un oggetto usato su eBay, il primo pensiero deve andare al conto di emergenza
- Prima di ogni prelievo dal conto chiediamoci se è veramente una spesa imprevedibile, urgente e necessaria
- Dal mese successivo al prelievo ricomincio il processo di cui sopra
- Un ribilanciamento in guadagno degli investimenti azionari vede il conto di emergenza come naturale destinatario degli utili
Ogni individuo ha una sua filosofia e un suo approccio a come costruire una “ruota di scorta”, ma l’importanza di questo fattore di protezione anche a livello psicologico è immensa.
Ma prima di investire dobbiamo fare anche altro e ne parleremo in un prossimo articolo.
Io ho destinato il mio fondo d’emergenza in un conto deposito libero Findomestic, con interesse lordo 1%, svincolabile con un veloce bonifico.
Come fondo di emergenza io ho aperto il Credit Lombard con Fineco e ho investito tutto il resto, compreso il fondo di emergenza. Grazie al fido, ho una riserva che mi permetterebbe di vivere parecchi anni con interesse 1% (pagato solo su quanto uso effettivamente).
I soldi sono sul conto disponibili in maniera trasparente senza necessità di svincolare niente.
Al momento, usare il fido fino a 3650 Euro per tutto l’anno, mi costa meno che lasciare il conto con il fondo di emergenza, perché non pago l’imposta di bollo.
Corretta osservazione che può essere praticata anche con altre banche. Attenzione però alla non stabilità di questa “riserva” di emergenza che è legata al valore dei titoli sottostanti forniti in pegno alla banca. Se il mercato rema contro (inteso come prezzi di mercato in discesa) il rischio è quello di veder dimagrire il cuscinetto oltre le attese rendendo più difficoltosa la gestione dell’emergenza. Opzione quindi praticabile per chi ha già un capitale, ma non per chi comincia ad investire oggi. Comunque da maneggiare con cura.