By |Categorie: Pensione, Risparmio|Pubblicato il: 23 Dicembre, 2014|

Il risparmio è importante ma molto spesso ci concentriamo sulla sua quantità in valore assoluto. In realtà c’è un altro fattore capace di influenzare in modo decisivo il successo di un piano di accumulo. Questo fattore è il tempo.

Quando l’avventura di questo blog è cominciata nel 2014 un rapporto di una nota casa di investimento catturò la mia attenzione. In quel rapporto (Schroders “Global Investment Trends Report 2014”) emergeva la difficoltà dell’investitore italiano nel comprendere quanto necessario fosse dirottare parte dei propri risparmi verso i fini della previdenza complementare.

Mentre il 46% degli intervistati a livello globale riteveva questa una priorità, in Italia la percentuale scendeva al 29%. Sono passati gli anni ma dai numeri che si vedono circolare la situazione non mi sembra migliorata.

Quel rapporto diede vita a una serie di post a tema risparmio personale che potrete ritrovare con calma all’interno della categoria dedicata. Il chiodo va battuto questo è fuori discussione se si vogliono ottenere certi risultati.

La economica e le tasse sono scuse sempre pronte a uscire allo scoperto, ma visto che l’età avanza per tutti senza sconti, arriverà un momento in cui la realtà ci sbatterà duramente in faccio l’esito delle nostre politiche di risparmio.

A quel punto tasse o non tasse, crisi o non crisi, si faranno i conti della serva.

Il capitale accantonato (aumentato si spera dai frutti dell’investimento) e il tenore di vita si parleranno e il secondo verrà aggiustato in base alla quantità del primo.

Non ci sarà più tempo per rimediare agli errori di pianificazione finanziaria. Una soluzione però c’è e ora vi dimostro qual’è.

Una soluzione per chi pensa che sia impossibile costruire un capitale importante

Il messaggio è soprattutto rivolto ai giovani che hanno l’enorme vantaggio di poter sfruttare l’ottava meraviglia del mondo, alias la capitalizzazione composta degli interessi, se decidono di sacrificare una piccola parte di consumi presenti fin da subito.

Scuola, casa, figli, sono solo alcuni dei passaggi fondamentali che ognuno di noi vuole e deve cercare di finanziare durante il ciclo di vita.

Alla fine del ciclo lavorativo, quando saremo tutti quanti inevitabilmente meno produttivi, ecco che il cuscinetto che avremo creato rinunciando a qualche consumo risulterà fondamentale per mantenere un tenore di vita adeguato con un adeguato cuscinetto per fare fronte agli inevitabili imprevisti della vita con maggiore serenità.

Ecco l’esempio di come può risultare efficace l’avvio precoce di un piano di risparmio ai fine pensionistici.

Partire prima risparmiare meno

Abbiamo due ragazzi, Marco e Sara.

Sara decide di avviare un piano di risparmio a 25 anni accantonando 500 euro al mese fino a 35 anni.

A quel punto Sara stoppa il piano e non versa più nulla, semplicemente lascia il patrimonio investito per altri 20 anni a rendimento di mercato.

A 65 anni, con un tasso di rendimento nominale annuo del 7% e con soli 10 anni di versamento, Sara si ritroverà con 675 mila euro.

Il 7% di rendimento è giustificato dalla storia degli ultimi 120 anni di borsa e pur nella semplificazione del caso (i rendimenti non sono lineari) può essere un rendimento realistico per un piano di questa lunghezza temporale.

Marco ritarda invece l’avvio del piano di risparmio e comincia a mettere da parte 500 euro mensili dai 35 anni di età in su.

Il piano procede per 30 anni consecutivi con un versamento totale di 180 mila euro, tre volte quanto versato da Sara.

Vi aspettate un Marco decisamente più ricco a 65 anni di età vero? Sbagliato.

La capitalizzazione composta degli interessi e i suoi sorprendenti effetti

Con un rendimento annuo del 7% valido per entrambi, Marco a 65 anni pur avendo versato un capitale tre volte più alto di quello di Sara disporrà di una cifra inferiore di quasi 70 mila euro.

E’ la magia della capitalizzazione composta degli interessi.

Volete sapere quanto capitale avrebbe avuto a propria disposizione Sara se avesse proseguito nella propria opera di risparmio da 500 euro fino ai 65 anni di età?

Eccovi accontentati, 1.281.657 euro. Più del doppio di quello che raccoglierà Marco alla stessa età.

Solamente 10 anni in più di risparmio nella fase iniziale del progetto hanno prodotto un montante finale doppio per la ragazza.

Il buon senso di Sara e la maggior durata del piano di investimento hanno lavorato a suo vantaggio. Se invece facciamo i pigri e partiamo tardi il capitale (e i rischi da correre) che avremo a nostra disposizione per raggiungere lo stesso obiettivo sarà decisamente più ampio.

Anche i meno giovani possono sfruttare l’effetto tempo, ma serve più sacrificio

In alternativa, se volete stare al passo di Marco e Sara ma avete un età per esempio di 40 anni, dovete essere consapevoli che serviranno risparmi mensili da 750 euro  per ottenere circa 610 mila euro di montante finale a 65 anni.

Comprendo che 500 euro di versamento mensile in questo contesto economico soprattutto per un giovane sono una cifra importante.

Questo è solo un esempio per dimostrare come l’interesse composto ed il tempo producono risultati impressionanti nel lungo periodo.

Non serve partire a fare salto in alto con l’asticella a livello da record del mondo. Tutto deve progredire in modo graduale, anche con il risparmio.

Possiamo anche cominciare con 50 o 100 euro al mese. Poi nel corso della vita aumenteremo il passo. Nessun problema.

L’importante è accendere il motore e cominciare il viaggio.

Buon investimento.

 

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