Quando la consapevolezza di accantonare delle somme di denaro per il nostro futuro post lavorativo si fa strada la domanda classica che arriva subito dopo è quanto denaro mi servirà quando sarò in pensione. Quanto denaro dovremo risparmiare nel corso della nostra vita per godere di una pensione serena finanziariamente parlando? La risposta non è mai unica e deve tenere conto di tante variabili oggettive e soggettive.
Quanto denaro servirà durante la pensione?
Questa domanda deve tenere conto prima di tutta della stima di quanto ampia risulterà la pensione pubblica stando alle attuali condizioni legislative.
Per avere una prima risposta può essere molto utile farci aiutare da qualche simulatore (io ho usato questo) in grado di stimare in linea di massima la nostra futura pensione.
Il metodo contributivo sappiamo che renderà molto più equi i trattamenti pensionistici futuri, ma purtroppo anche più magri soprattutto per lavoratori autonomi e giovani che cominciano la loro avventura lavorativa non sempre da giovanissimi.
Complice la discontinuità nei rapporti di lavoro o i minori versamenti previdenziali l’importo della pensione pubblica rischia di essere sempre più magro.
Questo articolo si rivolge proprio a quei trentenni in cerca di qualche punto di riferimento.
Con delle simulazioni pratiche cerchiamo quindi di capire quanto dovremo risparmiare da qui alla fine del percorso lavorativo evitando di accantonare più del necessario. Non sarà un esercizio definitivo, ma un primo approccio. Per avere qualcosa di più analitico è sempre meglio rivolgersi a un pianificatore finanziario indipendente.
La vita va anche vissuta nel presente, non solo pianificata nel futuro. La vita corrente deve avere le sue soddisfazioni per rendere piacevole il risparmio e l’eccesso di risparmio va evitato, come ovviamente va evitata la carenza di risparmio.
Dopo aver compreso cosa in teoria dovremmo aspettarci fra tanti anni dal pilastro pubblico, possiamo fare delle ipotesi su come integrare questi numeri.
Come integrare la pensione pubblica
Anche in questo caso esistono diversi simulatori in rete capaci con una buona approssimazione, e con una corretta personalizzazione, di stimare quanto sarà necessario versare per integrare la pensione pubblica.
Il risparmio privato dovrà però essere investito in maniera adeguata per cercare una crescita nel tempo che possa aumentare il valore tenendo il passo dell’inflazione.
Due i fattori di cui tener conto prima di tutto. Profilo di rischio e orizzonte temporale.
Più sono disposto a rischiare con un orizzonte temporale di lungo periodo, maggiori potrebbero essere le ricompense che otterrò nel momento in cui potrò finalmente disporre del capitale.
E’ necessario porsi alcune domande nel momento in cui si parte con un piano di investimento di questo tipo.
Avrò terminato di pagare il mutuo per la casa a quel tempo?
Che tipo di tenore di vita voglio avere in quegli anni?
Vorrei viaggiare in tutto il mondo o vivere una vita tranquilla in una casa al mare o in montagna?
Quanto eroderà l’inflazione del capitale che metterò da parte?
Questi sono solo alcuni dei quesiti che ciascuno di noi dovrebbe porsi cercando di essere il più onesto possibile nelle risposte, ne va della mia vita futura.
Ma attenzione. Qualsiasi piano metteremo a terro pur con le migliori buone intenzioni del mondo, dobbiamo essere consapevoli che non sarà mai perfetto.
Quindi non spacchiamoci troppo la testa nell’individuare gli esatti importi di spesa che andremo a sostenere chissà quando. Nel corso degli anni obiettivi personali, valori e anche i costi della vita quotidiana cambiano.
Fatta la nostra personale check list avremo un’idea un po’ più chiara di quello che sarà il capitale di cui dovremo disporre per un’esistenza relativamente tranquilla nel momento della pensione, tenendo conto di imprevisti e legittime ambizioni.
Nessuno può prevedere che strada prenderà il nostro lavoro e quello che succederà alla nostra vita privata, ma perché rinunciare a pianificare un obiettivo temporale così lontano?
Qualche calcolo per sapere che direzione prendere
Non costa nulla e porterà solo dei benefici.
Per cominciare stimiamo l’importo mensile che vogliamo risparmiare e il tasso di crescita dello stesso importo per tenere conto dell’erosione di potere d’acquisto generata dall’inflazione (io ho preso il 2%, ma ovviamente è personalizzabile).
Poi fissiamo l’orizzonte temporale in base alla nostra età corrente e il rendimento che ci aspettiamo di percepire in questo periodo che ci separa dai 65 anni (anche in questo caso l’età del ritiro è ovviamente personalizzabile e il rendimento medio rappresenta comunque una convenzione non sufficiente per definire nel dettaglio un corretto piano di investimento).
Di seguito riporto alcune simulazioni che ho preparato per un ragazzo che oggi ha 30 anni e che comincia ora a risparmiare denaro.
Se il 7% di rendimento vi sembra alto non dimentichiamo mai che le borse mondiali nel corso dell’ultimo secolo hanno fornito un ritorno anche superiore all’investitore. Quindi le mie stime di 3%, 5% e 7% sono tutto sommato prudenziali.
Un accento particolare lo porrei sul risparmio mensile. La magia della capitalizzazione degli interessi permetterà di raddoppiare (se non anche di più) il capitale versato dopo un certo numero di anni.
Ad esempio, nello scenario centrale di versamento di 400 euro mensili con rendimento medio del 5%, il montante finale sarà di 590 mila euro, a fronte di un versamento (incrementato del 2% all’anno) pari a 240 mila euro.
Il mio consiglio è di non fare mai affidamento sugli scenari troppo ottimistici, prendendo magari a riferimento come scenario ideale quello con il rendimento più basso a fronte di un versamento più elevato.
Possiamo controllare la quantità di risparmio, ma non il ritorno che sullo stesso ci daranno i mercati nel corso degli anni.
Adesso che sappiamo il volume di capitale a nostra disposizione nel momento della pensione, possiamo fare dei calcoli su tenore di vita e prelievi annui consentiti da questo stesso capitale per mantenere un buon margine di tranquillità e non veder morire il nostro capitale prime di noi.
Se ci sembra poco il volume di denaro che questo piano di investimento riuscirà a creare per la pensione, allora aumentiamo il risparmio. Se ci sembra troppo abbassiamo il risparmio. Ma cerchiamo di essere sempre realisti. In alternativa moduliamo il rischio dell’investimento tenendo però conto che la volatilità dei mercato potrebbe rovinare le previsioni più rosee.
Per questo è fondamentale il costante monitoraggio del nostro piano di investimento.
Nella tabella successiva ho riportato un esempio di come progredisce il piano nel corso del tempo.
Lo scenario è quello centrale con 400 euro di versamento mensile a partire da 30 anni di età con incremento del 2% annuo di versamento e rendimento medio annuo del 5%. L’incremento medio del 2% è utile per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione.
Nella vita possono succedere tante cose. Improvvise interruzioni, oppure piacevoli sorprese professionali che possono alterare questo percorso.
Avere di fronte una mappa sempre aggiornata e monitorata ci permetterà di non perdere la bussola e di mantenere la barra dritta per il raggiungimento dei vostri scopi. A 50 anni sono in linea con il mio piano? Bene. Non lo sono? Procedo con dei correttivi.
Non ci scoraggiamo se adesso a malapena possiani accantonare cifre modeste di 50 o 100 euro.
L’importante è cominciare a risparmiare avendo chiari obiettivi e orizzonte temporale.
Più tempo avreme a disposizione, più potremo permetterci di rischiare e più le nostre possibilità di accrescere il montante futuro aumenteranno.
So che è difficile ragionare (e rinunciare ad un pezzo della nostra ricchezza attuale) guardando avanti di 30-40 anni. La nostra mente non è abituata a farlo. Ma cerchiamo di fare uno sforzo per il nostro benessere futuro. Non si torna indietro e quando ci accorgerermo di aver fatto troppo poco sarà tardi.
Ciao,
articolo interessante! In particolare straquoto l’idea di cominciare presto perchè gli interessi compositi fanno magie. Non concordo, purtroppo, sui tassi di interesse da te indicati. Non perchè non li ritenga realistici, ma sono al di là delle possibilità di capacità di investimento dei più, probabilmente me compreso. Inoltre tra bolli, tassazioni dirette ed indirette fare il conto sul solo tasso reale epurato dell’inflazione forse non basta più.
In ogni caso ottimo sito che inizierò a seguire. Io, senza pretese, ho messo in piedi un intero blog sulla finanza personale, una guida e metodo per il risparmio e su come pianificare un ritiro precoce dal lavoro. Se ti va passa a trovarmi su http://www.cocooners.it mi farebbe piacere scambiare qualche parola con te!