By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 21 Febbraio, 2015|

Mi è molto piaciuto un articolo scritto di recente da Richard Bernstein in cui viene associato il baseball agli investimenti finanziari. Bernstein identifica nei comportamenti degli investitori ciò che caratterizza anche i giocatori di baseball, focalizzandosi soprattutto sulla correlazione fra “home run” (il classico fuori campo) e le battute andate a segno da ogni atleta.

home run

Nel mondo del baseball il giocatore cerca di colpire la pallina, ma può farlo rischiando molto per tentare il fuori campo guadagnandosi così titoli di giornale ed un punto partita, oppure può preferire colpire la pallina per guadagnare qualche base che possa permettere a tutta la squadra di arrivare ad ottenere un punteggio superiore muovendosi all’unisono; in quest’ultimo caso il rischio di non colpire la pallina è ovviamente inferiore rispetto a chi tenta il fuori campo.
Nel mondo degli investimenti il comportamento di un risparmiatore spesso è associabile a quello di un giocatoredi baseball. C’è chi cerca il tutto subito tramite scorciatoie rischiose (ma dai potenziali di rendimento elevati) e c’è chi invece preferisce acquistare punti in modo progressivo anno dopo anno (o base dopo base).

Come sempre la verità sta nel mezzo poiché essere troppo prudenti potrebbe non pagare e portare magari qualche punto alla nostra partita, ma troppo pochi per poter raggiungere l’obiettivo della vittoria. Ecco perché le soluzioni bilanciate ed adeguate a orizzonte temporale e profilo di rischio risultano sempre le soluzioni migliori.

Come abbiamo visto qui chi ha tentato il fuori campo scommettendo sulle commodity negli ultimi anni sta pagando a caro prezzo una scelta che prima o poi darà i suoi frutti, ma probabilmente quando l’esito della partita sarà già stato deciso. Meglio la soluzione bilanciata che, base dopo base, ci permette di guadagnare terreno senza mai perderne troppo nei momenti di difficoltà.

Interessante il grafico di Bernstein (ovviamente senza nessuna validità scientifica) che mette a confronto la medie di battute valide con gli Home Runs di una carriera medio di un giocatore.

baseballL’inclinazione negativa della retta mostra un legame inverso tra fuori campo e battute valide. In pratica all’aumentare dei colpi da 1 punto secco, tendono a diminuire i valori medi di battute valide. Come detto all’inizio, per cercare il fuori campo un giocatore deve rischiare di più e rischiando di più tende a calare il numero di battute valide utili a guadagnare solo qualche base.

Pensiamo a quante volte in modo disordinato abbiamo affrontato i nostri investimenti. Alla ricerca del colpo della vita abbiamo rischiato denaro su singole azioni e su ETF che investivano su settori o geografie molto mirate. Certamente siamo usciti carichi come delle molle dopo un fuori campo su un investimento di nicchia al quale in pochi avevano pensato, ma fatevi un esame di coscienza e onestamente pensate anche a quanti strike avete fatto nella vostra vita di investitore.

Come nel baseball non esiste colui che fa “sempre” fuori campo, anzi spesso e volentieri questo tipo di giocatore tende a non portare grandi benefici ad una squadra. Accettare l’idea di non cercare ogni volta il fuori campo è importante, ma nello stesso tempo non bisogna neanche accontentarsi della “prima base” tramite investimenti free risk. Il mix di giocatori (prodotti finanziari) capaci di ottenere ogni tanto l’home run, assieme ad affidabili battitori, è quel giusto equilibrio che vi permetterà di raggiungere un livello di rischio rendimento ottimale in un contesto di assoluta incertezza economica e politica.

Fonti: Richard Bernstein

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