Siamo usciti da un periodo di 15 anni in cui le borse americane (e mondiali) hanno subito due dei più tremendi bear market della storia. Il collasso delle dot.com nel 2000 e quello dei mutui subprime del 2007 hanno inciso duramente nella psicologia degli investitori, soprattutto in quella di quei Paperini che entrarono sui mercati quando scorrevano già i titoli di coda.
Mi sono messo nei panni di un povero risparmiatore che il 31.12.1999 decise di investire i suoi soldi. Ho fatto 4 simulazioni. Il 100% del denaro nello S&P500, il 100% nei T-Note decennali americani, il 100% in monetario 3 mesi e il 100% in un portafoglio bilanciato 50% azioni e 50% bond.
Ecco il risultato
Se la scelta fosse ricaduta tutta sull’azionario dopo 10 anni sareste stati ancora sott’acqua del 1% annuo (il Cagr è il tasso di capitalizzazione media composta) complice la botta del 2008. Investendo tutto in Bond vi stavate godendo dopo 10 anni il 6,3% annuo, mentre tenendosi liquidi avreste ottenuto un onorevole 2,7% annuo, rendimento di poco inferiore al 50% azioni e 50% bond.
Così come non si sale all’infinito non si scende per sempre e la ripresa dei prezzi dal 2009 al 2014 ha ribaltato le gerarchie. L’investimento monetario si è assottigliato dopo 15 anni ad un misero 1,80%, quello obbligazionario ha tenuto un rotondo 6%, ma la sorpresa viene da quello azionario che in soli 5 anni è riuscito a far crescere l’investimento del dicembre 1999 del 4,2% annuo. Ottimo il risultato della scelta bilanciata che ha conseguito un 4,80% annuo dal 1999.
Nulla esclude che da domani si ripresenti un bear market, ma di certo abbiamo vissuto anni eccezionali con spettacolari e forse irripetibili performances dei bond e cali devastanti delle azioni. Come sempre la verità sta nel mezzo e nel buon senso, anche per il futuro; come abbiamo già scritto qui in finanza per ottenere dei risultati è solo questione di tempo.
La memoria degli investitori si focalizza troppo spesso sugli eventi negativi agendo con spirito paterno nei confronti dei propri investimenti; si esce troppo presto o si entra troppo tardi perché si vuole avere il consenso della massa, non si vuole essere isolati nelle proprie scelte quasi a correre il rischio di fare brutte figure. Siate invece contrarian, investite quando la massa ha paura o i media sconsigliano con forza di farlo. Mantenete fermo il vostro piano di investimento pluriennale e se potete agite con piani di accumulo regolari. Quella simulazione presentata sopra era basata su un investimento secco nel periodo peggiore, ma se in questi 15 anni si fossero portati avanti PAC e ribilanciamenti regolari il risultato sarebbe stato molto più interessante per i vostri risparmi.