L’infografica di Goldman Sachs dedicata ai Millennials ci mostra chiaramente che saranno loro gli attori dei prossimi anni in grado di determinare le tendenze dei mercati finanziari.
I baby boomers stanno lasciando il palcoscenico purtroppo con molto macerie fatte di tassi a zero e indebitamente elevato, ma questo è il passato ora bisogna guardare avanti e lo devono fare anche i consulenti finanziari che non possono necessariamente essere quelli visti finora.
Trovo molto interessante l’articolo pubblicato da Patrick O’Shaughnessy sul suo blog essendo l’autore di un libro Millennial Money: How Young Investors Can Build a Fortune
proprio dedicato a questa nuova generazione di investitori.
Ad oggi gli under 35 detengono circa il 4% dei fondi comuni di investimento americani, ma gli oltre 90 milioni di Millennials che stanno per piombare sul mercato non potranno che aumentare la loro quota di mercato. Il motivo per cui si sta assistendo all’esplosione di modelli di consulenza come quelli offerti dai ROBO-Advisors non è un caso visto che, anche numericamente, questi attori peseranno di più dei Baby Boomers.
Per i consulenti finanziari un problema serio viene dalla credibilità. O’Shaughnessy indica un sondaggio in cui solo il 19% dei Millennials crede che gli Advisors hanno a cuore la loro “salute” finanziaria. I Millennials non si fanno solo Selfies ma sono loro stessi indipendenti nelle decisioni (Selfish). Il 72% prendono decisioni finanziarie autonome ed il 41% non riceve nessuna forma di consulenza finanziaria. Apro una parentesi sul discorso legato alle auto decisioni. Il problema di molti investitori degli anni 2000 è stato proprio quello di una eccessiva sopravalutazione delle proprie competenze, fenomeno che tende ad avere il suo picco nei momenti di mercato in cui tutto sale, la volatilità scende e la percezione del rischio scompare.
Proprio su questo dovrebbero lavorare i consulenti. Simulazioni storiche e di stress del portafoglio, analisi di scenari e tanta tanta educazione per costruire un rapporto e per competere con i ROBO-Advisors.
La comunicazione e l’educazione in tante forme. Blog, rapporti periodici, brevi messaggi con commento, tutto comunque fatto in modo informale, che impieghi poco tempo di lettura ed efficace. Pensare di convincere un Millennials con la vecchia telefonata o la chiacchiera è destinato al fallimento perché questa generazione multitasking è abituata ad avere a disposizione strumenti sempre online a qualunque ora del giorno e che non impegnino più di 10-15 minuti del proprio tempo, ma soprattutto comunicare senza spostamenti. Pensate al successo dell’home banking ed a quante volte andate fisicamente in uno sportello di banca oggi rispetto a solo 10 anni fa.
Se l’educazione finanziaria sarà una chiave di successo (e sono assolutamente d’accordo), la consulenza stessa dovrà essere trasparente, non improvvisata, ma con un background di costruzione del portafoglio solido ed anche low cost. Se a questo aggiungiamo che il tam tam dei forum o dei social determinerà ovviamente un contesto reputazionale tipo Trip Advisor in cui i migliori acquisteranno recensioni positive e clientela, i peggiori verranno espulsi giustamente dal mercato.
Solo il 20% dei Millennials pensa che le commissioni applicate nel mondo dell’Advisor americano sono giustificate. Inevitabile come l’asticella dei costi subirà un ridimensionamento poiché la barzelletta del farsi pagare perché sono competente, bravo a prevedere l’andamento dei mercati facendoti ritornare rendimenti spettacolari superiori al mercato nel lungo periodo, non reggerà e troverà sempre più competizione a basso costo generata dalle innovazioni tecnologiche.
Tecnologia appunto, accessibilità, velocità di risposta, automazione ed educazione finanziaria sono questi gli elementi che i Millennials chiedono e chiederanno ai consulenti finanziari. L’ambiente futuro che ci attende non promette grandi rendimenti e questo sposterà sempre di più l’attenzione sui ritorni di lungo periodo. Per fare questo servono strumenti e persone adeguate in grado di offrire servizi che facciano capire ai ragazzi di oggi l’importanza antica del risparmio, ma con strumenti e linguaggi innovativi.
Fonte: Goldman Sachs
È finita la pacchia vero? Tutto questo articolo sembra uno spot atto ad autoindorarvi la pillola, vi siete resi conto che tutte le manfrine sul liberismo, la mobilità individuale, la flessibilizzazione del lavoro e la globalizzazione, hanno creato masse di nullatenenti, che con quel che percepiscono, é gia tanto se arrivano a fine mese, e quel poco che risparmiano, gli serve tutto per via di eventuali imprevisti. Ve ne siete accorti che non vi danno retta, vero? L’hanno capito che l’unico modo che la finanza ha per poter lucrare sul loro reddito, é quello di fregargli quel poco che prendono. E cosí, anche se cercate di incoraggiarvi con dosi di marketing dell’ottimismo, vi state ridimensionando, per attirare i giovani siete costretti a giocare a carte scoperte, poche informazioni, e chiare, senno siete subito bannati,.. gia qui sarà dura x voi che siete abituati a note informative scritte con linguaggio da tecnico del tesoro, sempre per non far capire; avvicinarli coi social e rimettervi al pubblico giudizio, la cosa che odiate di più perché siete costretti ad essere trasparenti, e corretti: alla prima fregatura sarete bannati, anche se pagate schiere di troll per impedirlo, chi ha pochi soldi, al minimo dubbio non rischia. E infine, investire nel lungo periodo, cioé diluire i volumi cui eravate abituati a investire nel quinquennio, in periodi più lunghi, forse fino alla pensione, e qui casca il pero, perché avidi come siete, non resistereste 6 mesi senza i vostri lucrosi rendimenti: gia vi immagino a correre dai governi a chiedergli di istituire la tassa per finanziare la finanza, e dalle banche a ordinargli di decuplicare l’emissione della carta straccia subprime.