By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 29 Febbraio, 2016|

Ringrazio Meb Faber per avermi segnalato un suo recente ed interessante studio sul mercato obbligazionario.
L’oggetto dell’analisi è come approcciarsi ad un mondo obbligazionario a tassi sempre più bassi cercando di spuntare numeri interessanti nel lungo periodo. Apparentemente la strategia è la più semplice del mondo, comprare i bond con rendimenti più elevati.
Lo so cominciate ad essere perplessi e qualche piccola premessa va fatta. Lo studio è valido in un arco temporale molto lungo (infatti parte dal 1950) e gode di una storia caratterizzata prevalentemente da bassi livelli di inflazione e tassi di interesse tendenzialmente calanti. Questa strategia richiede una manutenzione annua continua per mantenere in piedi il processo e perciò è onerosa sotto diversi punti di vista anche commissionali.

Nell’analisi condotta dall’analista americano dal 1950 ad oggi è stato ordinato l’universo dei 30 paesi investibili tramite strumenti obbligazionari ordinandoli poi per rendimento. Il primo terzo di questa classifica (quindi quelli con rendimenti più alti a scadenza) di fatto è la scelta di investimento per quell’anno.
Il confronto di rendimenti e volatilità viene fatto con il ritorno di un paniere a pesi costanti di tutti i 30 paesi a cui si aggiunge un ulteriore confronto con un paniere composto da 10 obbligazioni decennali pesate per di per Pil dei paesi emittenti (ex USA).
Il risultato finale è espresso dalla tabella seguente ed esprime una over performance del sistema high yield di oltre il 2% annuo con una volatilità ovviamente più elevata.

meb emg hy 1Fonte: Meb Faber

Meb Faber precisa che lo studio è stato fatto utilizzato il dollaro come valuta base ma anche considerando le local currency il risultato non cambierebbe in quanto, a debolezza della valute storicamente corrispondevano rendimenti nominali più elevati comportando un risultato in termini di rendimento reale identico.

Se nella prima tabella si può apprezzare la scarsa correlazione con titoli di stato e azionario da parte di questo investimento, interessante anche un secondo estratto di questo studio nel quale si vede come, anche in momento di stress particolarmente intensi, questo tipo di strategia non sembra subire contraccolpi così devastanti. Sono stati presi i 10 peggiori mesi azionari e i 10 peggiori obbligazionari e certamente il portafoglio alto rendimento non esce con le ossa rotte.

meb emg hy 2
Oggi portare avanti questa strategia vuole dire comprare bond prevalentemente emergenti e questo potrebbe anche spaventare. Non sono citati tassi di default e nemmeno livelli di rating medio in questo studio e quella dell’eventuale insolvenza statale rimane a mio modo di vedere l’incognità più grossa quando si fanno investimenti di questo tipo.

Siccome però i tassi negativi sono una realtà anche nel portafoglio di Archeowealth una fettina di investimento in bond emergenti ad alto rendimento trova spazio. Per chi avesse portafogli particolarmente complessi o con capitali elevati in grado di permettere diversificazione spinta, questo tipo di strategia di Faber potrebbe rappresentare un’alternativa credibile in grado di aumentare la redditività nell’investimento ad una condizione però, che per almeno 10 anni smettete di preoccuparvi di eventuali segni negativi.

Un commento

  1. Michele Colosio 29 Febbraio 2016 at 11:17 - Reply

    Ciao, l’avevo letta anch’io questa analisi di Faber. Il problema è la difficoltà di implementarla, gli etf in bond emergenti pesati sul debito in circolazione non mi sembrano una buona soluzione. Hai trovato una strada migliore?
    Grazie

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