Si parla tanto e giustamente della scarsa educazione finanziaria degli italiani, ma a mio parere non serve a molto trasmettere a forza qualche concetto a studenti e / o lavoratori se questo non si intreccia con una maggiore cultura relativa alla pianificazione finanziaria.
Tutti quanti abbiamo fatto un corso di scuola guida studiando anche il motore. Per questo possiamo dire di conoscere i pericoli che corriamo quando guidiamo un’automobile? Per questo possiamo dire di sapere esattamente come utilizzare al meglio il nostro mezzo motorizzato? No, anche perché spesso e volentieri in Italia il concetto di educazione legato a materie diverse da quelle classiche (vedi l’inglese o l’informatica a scuola tanto per fare unlo esempio) è spesso legato ad una volontà politica di sentirsi con la coscienza a posto lasciando poi ai singoli la capacità di approfondire. Ecco allora che fioriscono corsi privati di inglese per bambini o di informatica per adulti proprio per l’inadeguatezza passata e presente di educare con uno sguardo verso il futuro.
Finirà così anche con l’educazione finanziaria visto che il presupposto è evitare che il risparmiatore si faccia coinvolgere in truffe o raggiri e non insegnare al risparmiatore come pianificare ed investire al meglio il proprio denaro. Vedremo cosa accadrà, anche se meglio qualche cosa piuttosto che nulla.
Personalmente sono consapevole che i miei piani di investimento di medio e lungo termine potrebbero essere rovinati da tanti fattori straordinari. Perdita di lavoro, incidenti, eventi straordinari negativi. L’unica cosa però che posso fare per sentirmi tranquillo quando vado a dormire è sapere di aver fatto il massimo per me e la mia famiglia.
Il massimo non è però quello di ottenere il rendimento più alto in assoluto, quanto aver pianificato ciò che posso controllare con la massima serietà ed oggettività. Poi il mercato restituirà al sottoscritto ciò che merita.
Tre sono i pilastri sui quali voglio la massima tranquillità
- Quanto posso risparmiare
- Quanto a lungo devo risparmiare
- Il tasso di crescita dei miei investimenti per raggiungere l’obiettivo
Come vedete nel mio ragionamento non parto né dai prodotti, né dall’asset allocation di un portafoglio, quella viene dopo e non la considero la cosa più importante.
I punti 1 e 2 sono elementi da me controllabili (salvo appunto eventi imprevedibili). Il terzo (i rendimenti) non lo sono ma possono sempre essere oggetto di simulazioni (io solitamente dipingo tre scenari).
Faccio notare che il punto 1 richiede educazione finanziaria e non solo. Da come spendo, da come evito di investire in prodotti finanziari costosi, da come utilizzo a mio vantaggio il fisco, e da tanti altri fattori nascono i risparmi che si sommano a risparmi già definiti a prior.
Anche il punto 2 richiede educazione. La durata del mio investimento non sempre coincide con l’interesse di un consulente finanziario o di un Governo che ha bisogno di spesa per aumentare il Pil. Saper definire degli obiettivi non è cosa semplice in un mondo frenetico e consumista come quello odierno e richiede menti lucide, indipendenti e capaci di generare piani con la massima oggettività.
Quando avrete stabilito una buona pianificazione allora sì che dovrete trovare il tempo di studiare qualche concetto base di finanza e di come investire, ma a quel punto le scelte saranno un contorno di un menù già bello ricco ed efficace.