La fiscalità è un elemento che incide parecchio nell’esito finale di un investimento ma non sempre, in fase di simulazione, è considerata con la stessa dignità del rendimento. Forse perché la fiscalità cambia continuamente ed è percepita come evento incerto (almeno in Italia è così), forse perché lontana nel tempo o forse per scaramanzia nel senso che si è ben contenti di guadagnare e per questo si chiude un occhio sul capital gain.
In realtà ogni piano di investimento ben fatto non può non tenere conto di questo fattore. Se risparmiate denaro per raggiungere un certo obiettivo dovete sapere con una certa precisione cosa vi resterà in tasca alla fine. Non sarebbe affatto piacevole sognare per anni per poi risvegliarsi e rendersi conto che le cifre immaginate sono in realtà molto inferiori.
Lungi da noi fornire indicazioni operative di preferenza per un tipo di investimento rispetto ad un altro, ma un esempio interessante di come la tassazione incide notevolmente sull’esito finale la possiamo vedere nel confronto tra due investimenti obbligazionari ad alto rendimento, quello sui bond corporate high yield e quello sui bond emergenti (governativi e/o sovranazionali).
La tassazione su bond emergenti emessi da stati o entità sovranazionali è nella maggior parte dei casi sottoposta a tassazione del 12,5% (vedi link) http://www.tasse-fisco.com/tassazione-rendite/riforma-fiscale-finanziarie-2011-secca-20/6713/, mentre sui titoli corporate high yield la tassazione è sempre del 26%.
Proviamo a fare un’ipotesi prendendo come rendimento medio annuo un rotondo 5% (adatto sia per emissioni high yield che emergenti) per versamenti mensili da 500 Euro al mese (6 mila euro all’anno). Simuliamo il ritorno totale (capitale + interessi) su archi temporali a 10, 20 e 30 anni e scorporiamo dal montante finale la componente di tasse da pagare allo Stato sugli interessi maturati. Nella tabella seguente il risultato.
Ognuno di voi potrà fare considerazioni sulle differenze di rischio, di duration o altro tra un’emissione corporate high yield (altresì detta spazzatura) o emissioni governative o sovranazionali in valute diverse dall’Euro dei paesi emergenti. I rischi ci sono in ogni situazione e questo rende consigliabile la massima diversificazione. Qui però il punto è un altro.
Un Pac mensile da 500 Euro per 10 anni produce, a parità di rendimento, un montante finale superiore di 2.381 Euro sui bond emergenti emessi da entità statali o sovranazionali solo per effetto di un fisco più amico. Ancora più interessante vedere cosa succede a distanza di 20 e 30 anni.
Pur aumentando il capitale investito l’incidenza del vantaggio fiscale si dilata fino a toccare il 18%, ovvero oltre 31 mila Euro, a distanza di 30 anni. Stiamo parlando di 1.000 Euro l’anno di risparmio, non poco vero?
L’effetto combinato del minor carico fiscale e della capitalizzazione composta hanno generato un fenomeno da non sottovalutare mai in fase di pianificazione finanziaria.