Ciclicamente i paesi emergenti sono coinvolti in crisi geopolitiche o finanziarie. La Russia è solo l’ultimo anello di una catena che in passato ha visto altri paesi protagonisti con conseguenze non sempre piacevoli per gli investitori. Tanta volatilità, perdite importanti su singole scommesse, nei casi più estremi default, ma come sempre trionfo della diversificazione nel lungo periodo. Questa volta non sarà diverso, ma bisogna essere consapevoli di cosa significhi investire in obbligazioni emergenti.
Il mondo emergente ciclicamente è scosso da crisi più o meno violente che nei casi più gravi hanno portato al fallimento dei paesi coinvolti. Alla fine del secolo scorso il Messico, le tigri asiatiche, la Russia e l’Argentina consegnarono ai mercati finanziari due default e tanta volatilità.
Nel ventunesimo secolo Cina, Turchia, Argentina e ora di nuovo la Russia hanno trascinato al ribasso tutti i principali indici obbligazionari emergenti ponendo ogni volta gli investitori di fronte al dilemma se fosse opportuno o meno investire in questa tipologia di asset erroneamente considerati sicuri solo perchè giuridicamente classificati come obbligazioni.
Cosa significa investire in obbligazioni emergenti
Nel 2018 Vanguard Research pubblicò una interessante ricerca che analizzava le qualità e i rischi di un investimento con strumenti di replica passiva in obbligazioni emergenti.
Il titolo della ricerca “Emerging Market Bonds, a fixed income asset with equity like returns (and risks)” era emblematico.
Investire in obbligazioni emergenti significa investire su un asset che ha rendimenti storici e rischi da azione più che da obbligazione.
Dal 2012 al 2022 le obbligazioni governative emergenti emesse in Dollari hanno visto complessivamente crescere il loro valore di poco più del 60%, circa il doppio rispetto alla performance di un indice obbligazionario composto da titoli di stato europei. Non male. Purtroppo negli ultimi 5 anni gli equilibri si sono invertiti con rendimento zero per le obbligazioni emergenti e 9% per l’obbligazionario europeo.
Investire in obbligazioni emergenti, sviluppate e azioni
Ma torniamo sullo studio di Vanguard. Nel 2018 i principali indici obbligazionari emergenti per il 66% erano composti da una decina di nazioni. Non è cambiato molto rispetto ad allora.
Dal 2002 al 2017 l’investimento in obbligazioni emergenti aveva sovraperformanto l’azionario con minore rischio. Non è stato così negli ultimi 10 anni con lindice Msci World che nel periodo 2012-2022 ha più che triplicato le performance di un obbligazionario emergente.
Nella ricerca Vanguard ha condotto un esperimento molto interessante utilizzando i dati storici 1993-2017.
Ha creato un portafoglio costruito al 70% con bond governativi americani affiancato dal 30% di obbligazioni globali. Gradualmente ha stressato il portafoglio riducendo di 5 punti percentuali per volta i bond americani sostituedoli con quelli emergenti. Fino alla sostituzione totale dei bond a stelle e strisce.
Il risultato a livello grafico è evidente.
I rendimenti del portafoglio aumentano, ma il rischio sale di più peggiorando il profilo rischio rendimento come ben rappresentato dalla linea viola discendente.
Fonte Vanguard
Lo stesso esperimento è stato condotto con un portafoglio 60% azioni (60% Usa – 40% resto del mondo) 40% bond (70% bond governativi americani – 30% bond globali). Anche in questo caso si è valutato l’impatto provocato da una sostituzione graduale dell’azionario con 5% di bond emergenti.
Aggiungere obbligazioni emergenti in sostituzione dell’azionario migliora leggermente il rendimento abbassando altrettando leggermente il rischio.
Fonte Vanguard
Ovviamente è impensabile concentrare il rischio di un portafoglio su percentuali elevate se non addirittura dominanti di obbligazioni emergenti per ottenere il maggior beneficio. Il buon senso deve sempre prevalere e l’esperienza del 2022 insegna.
Meglio evitare l’investimento in obbligazioni emergenti?
Il grafico che più di ogni altro chiarisce come un investimento obbligazionario emergente assomiglia più ad un investimento azionario che a un obbligazionario tradizionale è il prossimo.
Le oscillazioni dei rendimenti storici dell’asset class obbligazioni emergenti hanno una forte somiglianza con l’azionario. Molta meno con l’obbligazionario governativo dei paesi sviluppati.
Fonte Vanguard
L’obbligazionario emergente è quindi da evitare quando si costruisce un portafoglio di investimento?
No, a dosi ragionevoli è uno strumento di diversificazione che aumenta le potenzialità di rendimento di un investimento come hanno dimostrato gli ultimi 10 anni e la storia. Ovviamente questo strumento di investimento aumenta anche i rischi. E di questo bisogna sempre essere consapevoli.
L’obbligazionario emergente non sarà mai, nei momenti di tensione dei mercati finanziari, un cuscinetto ammortizzatore come i tradizionali titoli di stato europei o americani.
Però come dico spesso, l’importante è conoscere gli ingredienti della pietanza che andremo a cucinare. Miscelandoli nella maniera più opportuna il risultato finale non potrà che essere eccellente.