Il risparmio gestito ha preso negli ultimi tempi una decisa direzione verso gli investimenti socialmente responsabili sull’onda di una domanda crescente da parte di consumatori – investitori decisi a dire la loro su dove indirizzare i propri denari quando si parla di investimenti.
Il boom degli investimenti socialmente responsabili (la sigla è SRI Socially Responsible Investing) nasconde naturalmente opportunità, ma anche insidie e ne abbiamo già parlato qui.
E’ soprattutto da queste ultime che ogni investitore deve cercare di difendersi poichè l’industria del risparmio gestito ha fiutato l’affare.
Basta pensare che alcune ricerche hanno dimostrato come nel mondo il 66% delle persone è disposto a spendere di più per acquistare beni o servizi sostenibili. Percentuale che sale nel caso dei millennials.
Già ma chi investe denaro a che cosa mira? Ad essere a posto con la coscienza oppure a mettere denaro sulle società più redditizie?
I pro e i contro di investire in società SRI sono diversi e li vedremo insieme.
Per sapere cosa sono le società che investono in modo socialmente responsabile vi rimando a questo eccellente articolo pubblicato sul blog di Justetf.com di cui riprendo un estratto.
Le società che investono in modo socialmente responsabile sono società che hanno un approccio positivo verso le problematiche ambientali, sociale e di governance aziendale (ESG). Ciò può significare qualsiasi cosa, dalle società che producono tecnologia verde o che gestiscono attivamente la loro impronta ecologica alla preferenza di società che promuovono pratiche aziendali etiche e sostenibili. Gli indici sull’investimento socialmente responsabile (SRI) tendono anche a escludere i cosiddetti titoli azionari di società “malate”, tra cui società coinvolte nella produzione di alcol, tabacco, armi, giochi d’azzardo, pornografia, combustibili fossili ed energia nucleare.
L’articolo è esaustivo anche per quello che riguarda i criteri di selezione con cui i vari indici definiscono il paniere di società abili ad essere arruolate come SRI, ma certamente il succo della questione è che investire in queste società soddisfa in un certo senso quel bisogno di investire in nobili cause che fa sentire meno “capitalista” l’investitore moderno.
Viene toccata la classica corda del sentimento e dei buoni propositi che tante musichette e clip pubblicitarie riescono oggi a muovere verso certi tipo di beni o servizi.
L’industria della tecnologia è maestra in questo, ma ultimamente anche chi maneggia denaro è diventato piuttosto bravo in questo tipo di marketing.
Nulla di male ci mancherebbe, ma questo per dire che non sembre i buoni propositi delle persone finiscono per coincidere con i loro interessi primari.
Prima di vedere pro e conto degli investimenti socialmente responsabili puntualizziamo le differenze che ci sono fra i vari tipi di fondi che investono in questo mondo.
Ci sono i classici fondi SRI che non investono in società operative in settori controversi come scommesse, giochi d’azzardo, armi, tabacco, ecc…
Questi fondi escludono, ma non è detto che possono includere società operative in altri settori che però operano in maniera non proprio socialmente responsabile. Lo scopo dei fondi SRI è quello di ridurre gli impatti negativi sulla collettività.
Per essere più selettivi bisogna allora andare sui fondi ERG (Environment, Social and Governance funds) i quali piuttosto che escludere si focalizzano sulle società che soddisfano certi requisiti.
L’evoluzione successiva dei fondi ERG sono i cosiddetti Impact Funds.
Per avere una panoramica completa di cosa significa investire in Impact Funds consigliamo questa lettura, ma in sintesi questi fondi hanno lo scopo di sostenere attività che generano un impatto sociale e ambientale positivo con un ritorno finanziario sul capitale.
In pratica si cerca di ottenere il Sacro Graal, coscienza pulita, etica ai massimi livelli e ritorni finanziari adeguati.
Fatta questa doverosa carrellata cerchiamo adesso di capire quali sono i pro e i contro di investire in fondi socialmente responsabili.
Pro
Coerenza. In questo modo se esprimiamo continuamente opinioni a favore di comportamento etici anche nel mondo della finanza abbiamo la possibilità di essere coerenti. Investire in ciò in cui crediamo fortemente.
Motivazione. Tutti quanti siamo motivati nel cercare di investire più denaro per raggiungere i nostri obiettivi, ma se questo viene fatto su società che si comportano secondo i nostri valori la motivazione raggiunge livelli più elevati.
Ricompensa. Aiutare società che si comportano in modo socialmente responsabile dirottando verso di loro i nostri rispartmi le rende più solide dal punto di finanziario favorendo investimenti che come una palla di neve diventano sempre più “pesanti” a livello mondiale e quindi influenti.
Contro
Illusione ottica. L’etica diventa più importante della performance e questo piace al mondo del risparmio gestito. Si paga un pò di più, si guadagna un pò di meno, ma che importa se ci sentiamo a posto con noi stessi. E’ ovvio che limitando il perimetro di investimento si limitano anche i potenziali rendimenti futuri.
Leggi anche: Investimenti responsabili è vera gloria?
Occasioni mancate. Selezionando a monte con certi criteri le società in cui investire si escludono a priori business che potrebbero essere le future Amazon o Microsoft (quest’ultima è ad esempio escluda da diversi indici SRI).
Scarsa trasparenza. Il Financial Times poche settimane fa ha pubblicato un articolo nel quale veniva sottolineata l’esigenza di una maggiore trasparenza nel mondo degli investimenti etici. Come dargli torto. Il marketing fa miracoli e non sempre ciò che appare paladino dell’etica si rivela tale. Lo scandalo Volkswagen insegna.
Eccessiva soggettività. Chi decide cosa è etico e cosa non lo è? Per motivi religiosi o ideologici alcune società possono essere incluse in certe parti del mondo in un paniere SRI ed escluse da altre parti del globo. La soggettività incide su queste scelte è l’energia nucleare è un esempio. Bene perchè riduce l’utilizzo di energia di origine fossile, male per gli effetti collaterali che incidenti o scorie potrebbereo provocare nell’ambiente.
Siamo solo all’inizio di un lungo percorso, virtuoso ma che comincia ad essere troppo affollato di squali della finanza.
Scandali, delusioni, eccessivi costi ed altro ancora mineranno un percorso avviato che dovrà evitare di cadere a tutti i costi nella trappola di un mondo che mira a raccogliere denaro per fini etici per poi magari utilizzarlo a credito per finalità di tutt’altro tipo.
Grazie ragazzi.. Lo aspettavo questo articolo!! Spiegato in modo egregio!! Anche io ho notato la mancanza e scarsa trasparenza, soprattutto i vari casi di” greenwashing”. Come gli investimenti in mercati emergenti o settoriali, non dedico più del 10/20 % del mio patrimonio, sempre con un PAC in stile value averaging e bilanciamento semi-annuale.