By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 23 Maggio, 2019|

Sta prendendo sempre più piede il tema di investimento SRI, ovvero investire il denaro verso società con business sostenibili e socialmente responsabili.

Non passano settimane in cui nuovi fondi o ETF che seguono questo tema della sostenibilità e delle responsabilità vengono emessi sul mercato. La domanda è elevata e trasversale. Soggetti istituzionali e privati stanno sempre più convergendo verso una filosofia che dovrebbe coniugare il rendimento da investimento finanziario al beneficio sociale, etico ed ambientale per l’intera collettività.

Filosofia assolutamente condivisibile, ma investire in fondi/ETF SRI genera vantaggi finanziari concreti per le tasche di chi alla fine ci mette i soldi?

Come ogni forma di cambiamento virtuoso, dall’affermazione delle energie rinnovabili alla raccolta differenziata fino al rispetto dei lavoratori nel terzo mondo (ma non solo in quello), l’affermazione sul mercato espressa come maggiore preferenza da parte dei consumatori arriva solo quando al vantaggio immateriale si coniuga quello materiale.

Tradotto, se riesco a guadagnare come o di più che nel vecchio modo di investire, oppure a spendere meno allora posso pensare di muovermi nella nuova direzione.

lavori socialmente responsabili sri

La filosofia di investimenti SRI ha origini nord europee. In questi paesi l’attenzione per certi fattori ambientali e sociali è sempre stata alta ed era inevitabile che da qui partisse anche la voglia di cambiamento nel settore degli investimenti.

Per capire cosa si intende per investimento sostenibile e responsabile vi rimandiamo a questo sito specializzato http://investiresponsabilmente.it/cose/

Sinceramente sono molto scettico quando tutti quanti si muovono nella stessa direzione.

Lo sono ancora di più quando questa iniziativa viene abbracciata dal mondo finanziario. Si muovono i capitali per fare profitti e come ben sappiamo i profitti di A equivalgono alle perdite di B.

Chi sposa questa filosofia abbraccia anche l’idea che il risultato finanziario espresso da un rendimento è in realtà un di cui di un risultato più ampio derivante dal maggiore benessere per la collettività.

Normalmente lo spostamento dei capitali dovrebbe andare a privilegiare le società a maggior contenuto di eticità a discapito di tutte le altre. Per l’investitore questo si dovrebbe tradurre nel corso del tempo in un vantaggio che abbina alla crescita nel lungo periodo dei prezzi di queste azioni (che avranno una maggiore domanda) un miglioramento di contesto sociale ed ambientale.

Ma è veramente così?

La prima cosa che mi è venuta in mente di fare è stata quella di andare sul sito JustEtf.com e mettere a confronto in modo banale due ETF che investono nell’azionario mondiale.

Un ETF classico con indice sottostante Msci World ed uno con sottostante l’indice World Socially Responsible che investe in società ad elevato rating ambientale, sociale e governativo (ESG).

A dire il vero tra SRI ed ESG ci sono delle differenze e per questo consiglio la lettura di questo articolo

Il risultato di performance e volatilità non mostra differenze eclatanti, con il classico Msci Core che vince a distanza di 3 e 5 anni grazie soprattutto a costi leggermente inferiori. Naturalmente con altri prodotti potremmo ottenere risultati  diversi, ma da qui obiettivamente il vantaggio finanziario non si vede e quindi potremmo anche essere d’accordo con chi dice che a parità di rendimento si investe in società che operano in modo responsabile.

Larry Swedroe, l’ottimo articolista di ETF.com nonché ideatore di alcuni dei portafogli di investimento più seguiti in America (come ad esempio il conservativo  Simple Portfolio), ha scritto un articolo molto interessante al riguardo.

Prendendo atto della forte crescita del fenomeno (un quarto degli asset investiti gestiti da professionisti sono già sotto la strategia ESG), Swedroe ha fatto un confronto  tra 3 dei principali indici Msci ESG con indici più rappresentativi dell’intero mercato investibile americano .

Il risultato è riassunto nella tabella successiva.

A seconda delle scansioni temporali analizzate il risultato non cambia.

L’investimento ESG è risultato perdente in termini di rendimento annuo in tutti i casi con uno Sharpe Ratio (rendimento aggiustato per il rischio) inferiore.

Naturalmente gli amanti del genere SRI hanno dallo loro parte la possibilità di controbattere che il gap è comunque ampiamente compensato dal miglioramento di tutti i parametri di sostenibilità di cui ha beneficiato e beneficerà la collettività, cioè noi stessi.

La considerazione che però fa Swedroe è ancora più interessante, ovvero che il successo di queste strategie  potrebbe tradursi nei prossimi anni nell’offerta di rendimenti potenzialmente più alti da parte delle società non SRI.

La teoria economica dice infatti che più un asset diventa popolare a discapito di un altro, più i prezzi di queste azioni evitate dagli investitori si deprimeranno.

Il più elevato costo del capitale generato da un rapporto prezzo utili più basso se rapportato a società con alto rating ESG, metterà le società a rating più basso nelle condizioni di avere un più elevato rendimento atteso nel lungo periodo che alcuni definiscono il “premio” emozionale per accettare di mantenere in portafoglio strumenti offensivi.

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Ancora una volta la battaglia tra i principi etici ed i profitti.

Conoscendo l’animo umano non sono così certo che trionferanno i primi, ma voglio lasciare aperte le porte alla speranza.

Il recente Salone del Risparmio di Milano è stato fortemente focalizzato al tema RSI ed è stato la dimostrazione che il rischio di trasformare tutto quanto in una campagna di puro marketing è molto alto.

Questa finestra dai fini nobili, ma condita da tanti aspetti modaioli con fini di lucro, potrebbe essere sfruttata dal mondo finanziario molto abilmente.

Chiedere all’investitore qualche commissione in più sfruttando il fatto che lo stesso sarà fortemente motivato verso l’investimento responsabile, creerà le premesse per passare probabilmente sopra i minori rendimenti generati da questo genere di investimento.

L’effetto gregge  verso i prodotti SRI potrebbe poi avere un impatto positivo sui prezzi delle azioni rendendole meno attraenti in termini di rendimento potenziale rispetto al resto dell’universo.

Pur nella nobiltà del fine, l’investitore sosterrebbe così un costo aggiuntivo per avere il privilegio di far parte di un mondo fatto di investimenti apparentemente esclusivi.

La macchina del marketing finanziario sotto questo punto di vista è già partita e nei prossimi mesi/anni sempre di più vi farà pesare il fatto di non far parte di questo mondo buono e giusto.

Buon investimento a tutti.

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