Con l’arrivo del mese di dicembre Vanguard ha portato una grande novità sul mercato italiano degli ETF, una novità che ridisegna probabilmente l’offerta prodotto di diversi emittenti per l’intero 2021. Con il lancio degli ETF LifeStrategy Vanguard ha infatti aperto la breccia sul mondo degli ETF bilanciati (o multi asset che dir si voglia) , una tipologia di prodotto che per vari motivi gli altri big dell’industria come iShares e SPDR non avevano ancora deciso di lanciare sul mercato europeo.
Come abbiamo già fatto per altri ETF della società fondata da Jack Bogle, abbiamo così deciso di fare una recensione, speriamo esaustiva, in modo da permettere ai nostri lettori di investire in modo consapevole su questi ETF che hanno tanti pregi ed ancora qualche piccolo difetto.
Vanguard già da tempo commercializza gli ETF o fondi indice multiasset nel mondo. Negli Stati Uniti sono attivi dal 1994 con masse gestite che hanno superato i 50 miliardi di dollari. In Australia sono presenti dal 1998 e nel Regno Unito dal 2011 con masse che hanno superato i 30 miliardi di dollari. Le versioni americane hanno raggiunto livelli di efficienza particolarmente elevate con spese correnti medie di 13 punti base, un dato verso il quale speriamo convergano presto i 25 punti base di onere oggi a carico di un investitore italiano.
Ma in cosa consistono effettivamente le 4 strategie LifeStrategy offerte all’investitore italiano. A questo link potete trovare già una bella dose di materiale sul quale studiare.
In pratica Vanguard ha identificato 4 profili di rischio che l’investitore privato in modalità self può decidere di selezionare. Ciclo di vita, propensione al rischio, allocation strategica o tattica, sono tante le motivazioni che potrebbero spingere il singolo investitore a scegliere un’allocazione piuttosto che l’altra, sempre comunque con la stella polare dei pilastri di ampia diversificazione e del low cost.
Ma quali sono questi 4 profili LifeStrategy offerti da Vanguard con ETF sia in versione accumulazione che distribuzione dei proventi?
Dal rischio più basso al rischio più alto si va dal Vanguard LifeStrategy 20% (dove il 20% sta per la quota azionaria mentre il resto è quota obbligazionaria), passando per il 40% e il 60% fino ad arrivare al LifeStrategy 80% che identifica un investimento per l’80% costituito da esposizione azionaria.
I principi che anche Vanguard nel suo materiale di presentazione del prodotto identifica come primari nella costruzione di questo tipo di prodotto, sono quelli tipici che dovrebbero accompagnare la costruzione di ogni portafoglio di investimento ben architettato.
Focalizzare gli obiettivi di investimento in termini temporali, di rendimento atteso e di rischio.
Diversificare tra asset class automatizzando al massimo il processo con ribilanciamenti automatici.
Ridurre all’osso i costi con prodotti in grado di replicare al meglio il proprio benchmark di riferimento.
Disciplina, evitando di saltare da un area geografica all’altra, piuttosto che da un settore all’altro sulla base delle proprie convinzioni di mercato.
Ma come vengono assemblati questi ETF e soprattutto perché nel KIID viene indicato il LifeStrategy come un fondo a gestione attiva?
Qui nasce un primo equivoco che molti investitori nei vari forum dedicati agli ETF hanno sottolineato un po’ perplessi. Il fondo è catalogato come gestione attiva perché di fatto non ha un benchmark di riferimento come tutti gli altri ETF tradizionali. Ecco l’estratto del KIID.
Il Fondo persegue una strategia d’investimento a gestione attiva, in base alla quale il Gestore degli investimenti è libero di scegliere la composizione del portafoglio del Fondo e non è gestito in riferimento a un benchmark. Tuttavia, come descritto più in dettaglio di seguito, il Gestore degli investimenti gestisce il Fondo tramite allocazioni predeterminate delle attività a titoli azionari e a reddito fisso utilizzando una combinazione di schemi di investimenti collettivi sottostanti.
Il gestore teoricamente ha autonomie ma praticamente non le esercita per tutta una serie di vincoli nel processo di gestione che di fatto mirano a mantenere a target l’allocazione ad esempio del 80% di azionario nel LifeStrategy 80%.
La strategia di investimento è definita dal Vanguard Investment Strategy Group mentre l’attività di trading e ribilanciamento è eseguita dall’Equity Investment Group per quello che riguarda l’azionario, dal Fixed Income Group per l’obbligazionario. Il primo costruisce il portafoglio, i secondi lo gestiscono e lo ribilanciano. La strategia però deve essere approvata da un Comitato che con cadenza trimestrale rivede eventualmente le composizioni dei portafogli oppure i pesi delle varie asset type. Tutto però all’interno di quel peso % di azionario attorno al quale ruota l’investimento e che non presenterà mai spiccati bias geografici. Infatti la cosiddetta sub-allocation, ovvero la declinazione di azionario ed obbligazionario in altre asset type sottostanti, verrà effettuata seguendo la metodologia della capitalizzazione di mercato.
Non c’è quindi tattica ed il ribilanciamento sarà sì a discrezione del gestore, ma non per puntare su un’asset piuttosto che su un’altra, quanto piuttosto per minimizzare i costi del prodotto e il disallineamento del portafoglio rispetto al modello di asset allocation strategica prevista.
I prodotti presenti all’interno di ogni contenitore sono ETF di Vanguard con il massimo livello di efficienza, liquidità e diversificazione. Tutti a replica fisica.
Qui sorge l’altro equivoco che in rete è stato sollevato in diversi commenti. Ma il costo del LifeStrategy è di 0,25% come indicato nel KIID, oppure va aumentato anche del costo degli ETF inseriti all’interno del contenitore nella più classica delle strutture di fondi di fondi?
Una premessa che non mi stancherò mai di ripetere. Le spese correnti indicate dal KIID non sono le spese totali interne all’ETF. Come indicato anche in questo caso sul KIID bisogna sempre considerare il dato come una stima. Ma soprattutto esclude i costi delle operazioni di portafoglio differenti per ogni ETF.
Le spese correnti non si basano su un calcolo ex-post in quanto la classe è stato lanciato da meno di un anno. Le spese correnti si basano di conseguenza su una stima delle spese totali previste che saranno decurtate dagli attivi del Fondo nel corso di un anno. Esclude i costi delle operazioni di portafoglio
Per ogni singolo ETF Vanguard mette a disposizione a questo link in assoluta trasparenza il costo delle operazioni da aggiungere alle spese correnti.
Tornando però al LifeStrategy lo 0,25% è il costo finale (sempre senza considerare i costi delle operazioni di portafoglio) come per qualsiasi ETF singolo. L’ETF non subirà quindi un ulteriore aggravio per i costi degli ETF che compongono il LifeStrategy le cui performance saranno calcolate al lordo delle spese correnti degli stessi. In pratica la materia prima che Vanguard mette dentro al LifeStrategy è al valore di costo.
Altro fattore di costo che mi ha sorpreso tutto sommato con piacere è quello relativo allo spread denaro lettera dei singoli prodotti quotati sul mercato. Tallone d’Achille per gli ETF lanciati un paio di anni fa con il tempo è decisamente migliorato, per il LifeStrategy posso dire che i market maker stanno svolgendo un buon lavoro in questi giorni semi festivi con spread relativamente contenuti. Non siamo ancora a livelli di ETF ben più capitalizzati e storici, ma siamo all’inizio del percorso e questo è normale. Per coloro che volessero acquistare con un investimento singolo gli ETF più prudenti in termini di peso azionario (ad es. il 20%) dovrebbero attendere probabilmente una maggiore liquidità di mercato (i costi inciderebbero in modo importante visti i bassi rendimenti dei bond). Chi fa Piani di Accumulo di lungo periodo può invece già partire senza grandi preoccupazioni, il tempo permetterà di spalmare il costo fisso dello spread che comunque mi aspetto post Epifania possa migliorare ulteriormente.
Per quello che riguarda la composizione degli ETF rimando a questa brochure pubblicata sul sito di Vanguard dove ognuno di voi potrà verificare la composizione di prodotto e allocation della strategia preferita.
Elemento che mi preme sottolineare (e che ritengo azzeccato), quello della totale copertura dal rischio valutario per quello che riguarda i prodotti obbligazionari.
Naturalmente è già partita la caccia al “ma se lo costruisco da solo questo portafoglio spendo meno”. Ho dei seri dubbi che questo possa accadere. Con una numerosità ed una diversificazione così ampia di ETF presenti all’interno del LifeStrategy, i costi di negoziazione di ogni singola operazione all’atto dell’acquisto e della vendita, ma soprattutto il ribilanciamento periodico appesantirebbe sia in termini di tempo che di costi l’attività fatta in casa. Poi c’è anche un discorso di ottimizzazione fiscale che non sfocia in un pagamento di imposta nel caso di ribilanciamento all’interno del LifeStrategy ma che scatterebbe se operata singolarmente. Il lato della medaglia meno positivo è che seguendo il ciclo di vita previsto dal piano (quindi si parte da giovani con il 100% di azionario, poi si va al 80%, poi al 60%, poi via via fino a zero) saremo costretti a scalare da un ETF all’altro azzerando ogni volta il beneficio fiscale della capitalizzazione composta degli interessi.
In conclusione quindi cosa posso dire di questa bella novità di Vanguard?
Sicuramente che il mondo degli ETF fa un passo avanti e permette da adesso in avanti di avere disponibile anche una tipologia di “all in one” bilanciata a costi molto bassi con il marchio di fabbrica del più grande gestore passivo di investimenti globale.
Dal bambino appena nato, al ragazzo maggiorenne, alla famiglia matura fino al pensionato, gli ETF LifeStrategy offrono la possibilità di legare al ciclo di vita o ai propri obiettivi di investimento un piano finanziario che volendo può basarsi su un solo prodotto che costa 0,25% all’anno.
Diversificazione ampia a livello globale sia lato azionario che obbligazionario (per quest’ultimo rischio cambio coperto). Automatizzazione totale grazie ai ribilanciamenti automatici e la garanzia di ancorare il proprio investimento ad una percentuale di rischio azionario predefinita. Man mano che gli anni passano si potrà scalare la marcia sul profilo di rischio più basso oppure semplicemente, se si riterrà di essere in grado di farlo, si potrà aprire o chiudere il gas del rischio con un solo prodotto.
Alcune negatività emergono per ovvi difetti di gioventù. Ad esempio lo spread bid ask sul mercato di borsa in questi primi giorni di contrattazione e lo stile dell’investimento life strategy che annacqua i benefici della capitalizzazione composta in assenza di switch automatici.
Tuttavia, ciò che i gestori professionisti fanno di lavoro qui può essere sintetizzato in un unico strumento. Quello che l’anno scorso era stato indicato come un portafoglio da gestore professionista con due soli ETF oggi è alla portata di tutti con un solo ETF.
Mica male come prospettiva.
Buon anno a tutti dalla redazione di Investire con Buon Senso!!!
Ogni lettore deve considerarsi responsabile per i rischi dei propri investimenti e per l’uso che fa delle informazioni contenute in queste pagine. I consigli proposti hanno come unico scopo quello di fornire informazioni. Non sono, quindi, un’offerta o un invito a comprare o a vendere titoli.
Con buona pace di buonanima Bogle e di tutti i suoi seguaci, è evidente che non funziona. L’assunto che stock e bond siano decorrelati è falsa. O almeno è stata falsa negli ultimi 12 mesi.
LS 40% ha perso il 6% negli ultimi 12 mesi.
Meglio un prodotto simile della Lyxor (Defensive Portfolio), che ha una parte in oro: credo sia a – 4% a un anno.
Strategia bocciata. Infastidisce anche l’allocazione sui Gilt..che per un investitore europeo non hanno senso…nel frattempo i bond cinesi hanno fatto + 16%.