Esistono dei miti in finanza difficili da sradicare. Uno di questi è il celebre “sell in May and go away”. Leggenda che si tramanda di generazione in generazione e che sintetizza molto bene una delle cattive abitudini che spesso rovinano degli ottimi piani di investimento.
Ma alla nostra mente piace credere ai modelli consigliati dagli esperti, soprattutto a schemi facili da applicare. Meglio ancora se con una lunga storia alle spalle.
E così ci giriamo dall’altra parte quando le evidenze statistiche dimostrano ben altra cosa. Per pigrizia e perché non vogliamo ammettere di aver sbagliato fino ad oggi nel seguire quel consiglio.
Cosa significa “sell in May and go away”
Uno degli adagi che da sempre vanno per la maggiore a Wall Street è il cosiddetto “sell in May and go away”. Vendere le azioni a maggio e ritornare in borsa a novembre è una di quelle strategie che l’investitore dovrebbe seguire per massimizzare il proprio rendimento evitando l’andamento deludente del mercato nel semestre che va dalla tarda primavera al tardo autunno.
Ma è veramente così?
La parola mito deriva dal greco “parola, discorso, racconto, favola, leggenda”. Secondo la Treccani “il mito è una narrazione fantastica tramandata oralmente o in forma scritta, con valore spesso religioso e comunque simbolico, di gesta compiute da figure divine o da antenati (esseri mitici)…”
E il sell in May and go away, come tutti i miti, non poteva non che avere un’origine antica che va oltre i mercati azionari.
La frase sembra infatti aver origine da un altro detto inglese “sell in May and go away, and come on back on St. Leger’s Day”. Aristocratici, mercanti e banchieri inglesi avevano l’usanza di lasciare Londra nei mesi estivi per passare il loro tempo nelle case di campagna fino al giorno di St.Leger, a metà settembre quando si tiene una corsa di cavalli purosangue tra le più antiche del mondo (il St.Leger’s Stakes).
Gli americani, che di tradizioni storiche ne hanno decisamente meno, hanno così preso (e ampliato) il periodo compreso tra il Memorial Day e il Labor Day per calare anche su Wall Street questa narrazione.
La leggenda affonda le sue radici, come sempre accade, su una base di verità.
Il periodo compreso tra novembre ed aprile è effettivamente più performante rispetto a quello tra maggio e ottobre, almeno in termini medi storici. Stop. Qui però finisce tutta la storia.
La differenza tra essere meno performante e perdente
Tra l’essere meno performante rispetto ad una strategia priva di rischio e avere un rendimento negativo di acqua sotto i ponti ne passa e anche parecchia.
La strategia ideale secondo i seguaci del mito dovrebbe essere quella di vendere le azioni a maggio, comprare titoli di stato a breve scadenza per poi venderli a inizio novembre ricomprando azioni.
Vediamo i numeri che il sempre ottimo Larry Swedroe ha riportato in un suo articolo di fine 2021 sul sito Seekingalpha.com.
- Dal 1926 al 2021 il premio medio di rendimento offerto dall’indice azionario S&P500 rispetto ad un T-Bill (il Bot americano) è stato del 8,5%. Quindi in soldoni le azioni hanno fornito mediamente un rendimento aggiuntivo rispetto alla liquidità del 8,5% all’anno
- Il premio medio offerto dalle azioni è stato del 5,9% tra novembre e aprile e del 2,6% tra maggio e ottobre
- Da novembre 1926 a ottobre 2021 lo S&P500 ha offerto un rendimento annuo composto del 10,5%
- Mantenere azioni tra novembre e aprile sostituendole con titoli di stato a breve scadenza da maggio a ottobre nel periodo 1926 – 2021 avrebbe generato un rendimento annuo composto del 8,5%, quindi inferiore al rendimento complessivo dell’indice senza interruzioni tattiche nel mezzo
Escludendo gli effetti dei costi legati all’implementazione della strategia da un lato e dalla maggiore tassazione dall’altro, seguendo la strategia “sell in May and go away” si sarebbero persi ogni anno 2 punti percentuali di rendimento per strada.
Attenzione però. Persi per strada significa guadagno mancato, non perdita di capitale.
Il ricco bottino di un guadagno mancato
Vi sembra poco il 2%? Ecco qualche idea sull’utilità di questo 2% non guadagnato a causa di una mal interpretata credenza popolare:
- Il 2% annuo di rendimento potrebbe ripagare completamente il costo di un fondo comune di investimento azionario
- Il 2% potrebbe annullare l’effetto negativo dell’inflazione annua media stimata dalle banche centrali per i prossimi n anni
- Il 2% di rendimento perso per strada in 30 anni di investimento direbbe addio a oltre 80mila euro di interessi su un capitale investito di 100mila euro
La nostra mente fatica a ragionare in termini di costo opportunità e troppo spesso crediamo a notizie che per qualche tempo hanno estratto i numeri giusti dalla ruota creando un alone di misticità poi rivelatosi falso.
Il 2021 è stato un esempio lampante di come il sell in May and go away ha fatto perdere agli investitori creduloni il 10,9% di rendimento della borsa americana nel periodo maggio-ottobre. In teoria il periodo migliore.
E tra novembre 2021 e aprile 2022, il periodo sempre in teoria peggiore, la performance della borsa americana è stata negativa per il 10%.
Fare previsioni in un arco temporale così ristretto come un semestre è un esercizio che, anche ammettendo possa essere eseguito correttamente, come abbiamo visto in un precedente articolo avrebbe un impatto irrisorio sul nostro piano di investimento. Piano che deve essere soprattutto solido e ben corazzato per affrontare anche quei modelli mentali che ogni tanto cercano e cercheranno di distruggerlo.
La tavola periodica dei rendimenti che abbiamo messo a disposizione dei lettori nella sezione delle risorse utili ci ricorda costantemente che tentare di catturare il best performer dei prossimi mesi o anni è un esercizio complesso, al limite della scommessa o del lancio della monetina.
Chi poteva immaginare alla fine dell’anno scorso la “mappa” finora deludente delle performance 2022?

Rielaborazione dati dell’autore al 30.4.2022
Se per caso finirà come nel 2018 non sarà una tragedia. Ci sarà comunque un 2019 e poi un 2020.
L’importante è rimanere sugli strumenti scelti in modo coerente e utile per raggiungere i nostri obiettivi facendo progressivamente crescere il capitale nel lungo periodo.
E per quello che riguarda il sell in May and go away, prendete l’adagio solamente come buona fonte di ispirazione per vivere bene. Come giustamente facevano i nobili inglesi.
Buon investimento.
Ottimo articolo.
Sarebbe possibile condividere il file excel con la tavola periodica dei rendimenti?
Grazie
Grazie Stefano. Per motivi di opportunità che credo comprenderai sicuramente (purtroppo siamo costretti a rincorrere anche chi ci copia pezzi di articoli) non possiamo fornire all’esterno materiale proprietario sul quale abbiamo speso parecchie energie. La nostra trasparenza è massima in quanto abbiamo indicato tutti i prodotti quotati che abbiamo utilizzato per definire la tavola e siamo a disposizione per chiarimenti.
Grazie della comprensione. A presto