Conosciamo quasi tutti la piramide alimentare. Pochi di noi utilizzano la piramide degli investimenti. Se alla base della piramide alimentare ci sono i cibi considerati più sani per la nostra salute e al vertice quelli più dannosi che vanno consumati con moderazione, nella piramide degli investimenti troviamo processi, strumenti e comportamenti che possono migliorarare il nostro benessere finanziario.
Esistono diverse versioni di queste piramidi “finanziarie”, ma per l’uso divulgativo di questo articolo non serve scandagliare tutta la rete. Costruiremo assieme una piramide utile soprattutto alll’investitore che sta per costruire un piano di lungo periodo, ma anche per chi vuole aggiustare la rotta.
Come costruire la piramide dell’investitore
Alla base della piramide troviamo tutto ciò di cui ogni persona o famiglia dotata della capacità di risparmiare denaro non dovrebbe mai fare e meno nel costruire un piano di investimento.
Salendo verso il vertice troviamo invece quelle azioni che solo occasionalmente richiedono tempo e risorse mentali per mantenere comunque in salue i nostri investimenti. Partiamo dal primo gradino.
Base della piramide: Definire obiettivi e orizzonte temporale
Quando cominciamo a risparmiare abbiamo in mente l’idea di raggiungere una serie di obiettivi di breve o di lungo periodo.
Possiamo risparmiare a puro scopo precauzionale, oppure perché fra 5 anni desideriamo sostituire l’auto, accantonare la somma necessaria a finanziare lo studio dei nostri figli, o ancora mettere da parte una somma integrativa per vivere bene la pensione.
Possono anche essere obiettivi finanziari di semplice massimizzazione del rendimento del capitale, ma per ognuna di queste scelte avremo di fronte rischi e opportunità.
Più l’orizzonte temporale sarà breve e più dovremo essere conservativi evitando troppi rischi per non dover rinunciare al raggiungimento dell’obiettivo.
Più lungo sarà l’orizzonte temporale a nostra disposizione, più i rischi potranno essere spalmati nel tempo aumentando le probabilità di raggiungere la meta.
Definiti quindi obiettivi ed orizzonte temporale saliamo di un gradino.
Secondo gradino: Quanto posso risparmiare
Possiamo avere una marea di obiettivi, ma se non abbiamo disponibile il denaro sufficiente per raggiungerli rischiamo di costruire un castello di illusioni.
Serve realismo e quindi è fondamentale pianificare fin da subito quanto denaro potremo risparmiare nel tempo. Fatta una stima senza la pretesa di ottenere la precisione assoluta, cominciamo a selezionare gli obiettivi in ordine di priorità e poi passare al gradino superiore.
Terzo gradino: Costruire la corretta asset allocation
Esistono tonnellate di studi accademici che hanno cercato di spiegare qual è la miglior asset allocation per un investitore di lungo periodo. Nessuno di questi studi conosce però meglio di noi la nostra personale e unica propensione al rischio. Men che meno gli obiettivi.
Non metto in discussione il fatto che una corretta asset allocation rappresenta il motore principale del rendimento futuro delle nostre scelte di investimento. La composizione del portafoglio deve essere però adeguata all’orizzonte temporale che abbiamo davanti.
Un maggior peso alla componente azionaria, se siamo certi che il denaro lo utilizzeremo fra 10 o più anni.
Minor rischio se le nostre esigenze sono semplicemente quelle di un viaggio l’anno prossimo.
Lasciamo perdere le soluzioni complesse o esotiche che potenzialmente offrono alti rendimenti, ma che all’atto pratico si rivelano piene di se e ma e senza la giusta profondità statistico-storica in grado di garantire un buon livello di confidenza su quello che stiamo facendo.
Servono scelte semplici di asset allocation. Azionario e obbligazionario di alta qualità, diversificazione globale ricordando di ribilanciare periodicamente per gestire al meglio il rischio. Saliamo e l’aria diventa rarefatta complicando il viaggio.
Quarto gradino: Gestire il nostro comportamento
Il nemico principale di un investitore non sono i mercati finanziari, ma piuttosto la propria personalità.
La tentazione di deviare da un piano di investimento a causa di andamenti troppo negativi o troppo positivi dei mercati è sempre in agguato.
Tendiamo anche a rivedere troppo spesso gli obiettivi dell’investimento sulla base di interessi personali che mutano come le stagioni. Cedere alla tentazione della spesa facile perchè sto guadagnando tanti soldi in borsa oppure acquistare lo strumento dalle elevate potenzialità di crescita perchè le obbligazioni stanno guadagnando troppo poco è un classico. Che ci porta diretti al fallimento.
Come i bravi trader seguono alla lettera la propria strategia senza innamorarsi delle scelte fatte, così l’investitore di buon senso dovrebbe portare avanti il piano senza farsi condizionare da eventi esterni o dalla mutevoli percezioni del rischio. Non ascoltate cosa succede sui mercati ogni giorno, leggete un buon libro piuttosto. Portafoglio e mente ringrazieranno.
Quinto gradino: Mantenere l’efficienza fiscale
La normativa fiscale italiana concede a volte delle interessanti opportunità che, soprattutto per piani di lungo periodo, possono aumentare il rendimento finale di un investimento.
I fondi pensione ad esempio permettono di rimandare il pagamento delle imposte (e con un’aliquota minore) al momento del riscatto. Questo permette di avere a disposizione un capitale investito superiore che per l’effetto della capitalizzazione composta aumenta (e di tanto) il risultato finale.
Altre volte plusvalenze ottenute su alcuni titoli possono compensare le minusvalenze pregresse permettendo all’investitore di ottimizzare la fiscalità.
In altri casi ancora investire in strumenti ad accumulazione dei proventi permette di non pagare tasse sui guadagni (ad esempio su un ETF) fino al momento della sua vendita. E questa potrebbe anche arrivare fra 20 anni.
Vertice: Scelta degli strumenti di investimento
Che ci crediate o no questa è la parte meno importante. Molto difficilmente riusciremo a cavalcare l’onda giusta per tanti anni saltando da un prodotto ad un altro. Anzi è praticamente impossibile.
Definita una corretta asset allocation e scelti gli strumenti a basso costo (ETF) in grado di replicare i principali indici di mercato, possiamo sentirci finalmente a posto e uscire con la nave dal porto.
Con questo non voglio dire che gli strumenti a gestione attiva sono tutti da demonizzare, ma tutti hanno la stessa caratteristica. Costano tanto e quasi mai riescono a battere il mercato nel lungo periodo. Esistono delle eccellenze anche in questo mondo, ma non sappiamo in anticipo quali sono. E se anche avessimo questa possibilità non è garantito che lo stesso fondo si mantenga persistente nel tempo nel battere il mercato. Anzi le statistiche ci dicono che è praticamente impossibile.
Mettere sotto il nostro controllo ciò che legittimamente possiamo controllare è da sempre la scelta di investimento vincente. Perchè non farlo?
La piramide è stata progettata. A questo punto non vi resta che cominciare la scalata.
Buon investimento.
Domanda…gli investitori vivono nel breve termine e non riescono a focalizzarsi sul lungo termine: è lontano, confuso, incerto e si tende a volersi gratificare subito invece che tra 10 anni o più…come spiegheresti la volatilità ad un potenziale investitore che “deve” rimanere investito per 5/8/10 anni o più per avere certi rendimenti, nonostante guerre, pandemie, elezioni di Trump e quant’altro?
Ci preoccupiamo più dei piccoli rischi di breve termine che non dei grandi rischi di lungo termine. Ci preoccupiamo delle perdite di 100 euro su 1000 euro, ma non ci preoccupiamo di rimanere in miseria per 20 anni quando saremo vecchi. Forse la spiegazione sta nel limite che ha la nostra mente di cercare appagamento e fuga dal rischio immediato e rimandare la soluzione del problema a data da destinarsi. Volatilità è un concetto che non ha lo stesso peso se ragioniamo nel breve e nel lungo termine e questo confonde lo ammetto. Come la spiegherei? Spiegadogli questo articolo (soprattutto l’ultima parte) https://investireconbuonsenso.com/2015/10/24/capire-la-volatilita/