By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 17 Luglio, 2015|

Nell’articolo Investire sempre nel momento sbagliato avevamo indicato come comprando sistematicamente sui massimi di trimestre la borsa americana negli ultimi 20 anni (quelli che hanno visto i due bear market del 2000 e del 2007) ci sarebbe stata la possibilità, nel caso di necessità di riscatto del capitale, di ritrovarsi con un valore negativo di circa il 5% dell’investito totale fino a quel momento. Questo scenario si sarebbe verificato nel settembre 2009 quando, a fronte di ipotetici 15 mila euro versati nella borsa americana con Pac annuali da 1000 euro sempre sui massimi trimestrali, l’investitore avrebbe visto ritornare 14256 euro.

Riproponiamo il grafico di quella dinamica

sfortuna1

In quel commento avevamo evidenziato come certi ritorni fossero al lordo di tassazione e costi di gestione e/o intermediazione. Ma volutamente avevamo omesso un particolare, forse il più importante, per poterlo evidenziare in questo post ribadendo l’importanza di investire in prodotti total return.

Avevo preso infatti come riferimento l’indice S&P500 Price, ma questo rende l’esercizio sbagliato dal punto di vista metodologico. Quello che bisogna sempre prendere in considerazione è invece l’indice total return comprensivo dei dividendi incassati e la situazione per gli investitori cambia e non di poco.

Ecco il grafico aggiornato con l’indice S&P500 total return preso sempre con i medesimi criteri, ovvero comprando sui massimi.

sfortuna2
Due le annotazioni da fare. Mentre dal lato Prezzo l’investimento azionario nella borsa americana con questa logica di investimento solo nel 2014 ha recuperato i livelli del 2000, utilizzando l’indice comprensivo dei dividendi siamo sopra già dal 2012 ed oggi il divario è molto più ampio (circa il 48% di differenza tra i due tipi di investimento).
A fronte di un risultato finale di +113% per l’investitore dopo 20 anni di piano di accumulo c’è però anche un secondo punto da prendere in considerazione.

Nel momento di maggiore tensione, quella del segno negativo del 2009, l’investimento nella borsa americana versione total return poteva vantare ancora un +15,6%, in pratica un cuscinetto del 20% che i dividendi avevano creato nel corso degli anni a garanzia del capitale investito. Questo fattore ridimensiona di molto la negatività che poteva emergere nella mente di un investitore nel 2009, ma soprattutto ribadisce che un’azione non è fatta di sole variazioni di prezzo ma anche di componente reddituale generata da dividendi.

Leggi anche: Investire sempre nel momento sbagliato

L’investitore sfortunato

L’investitore fortunato

Lascia un Commento