L’oro rappresenta da sempre l’oggetto del desiderio per molti investitori, un bene che dovrebbe proteggere i risparmi da un crack definitivo del sistema finanziario. In realtà di questo non ne abbiamo la controprova visto che finora di collassi non ne abbiamo mai visti dagli anni ’70 ad oggi, ovvero da quando il metallo giallo cominciò a fluttuare liberamente in termini di quotazioni.
Anche osservando l’andamento dell’oro negli ultimi 10 anni e nonostante il calo recente a 1100$, la performance annua di coloro che hanno comprato lingotti nel 2005 sarebbe stata del 10,4% (11,3% annuo se convertito in Euro).
Peccato però che tra le pieghe di questi numeri si nasconda una volatilità superiore al 18% ed una differenza abissale tra anno migliore (+30%) e anno peggiore (-28%), segnale di un rischio decisamente elevato.
Ancora più evidente è la decorrelazione del metallo giallo verso il mercato azionario americano con un -0,12 di fatto insignificante per chi cerca protezione dai ribassi. Giusto per fare un esempio la correlazione negativa del T-Note decennale verso lo S&P500 negli ultimi 10 anni è di -0,83.
Vero è che durante il ribasso della borsa americana del 2007-2009 a fronte di un calo dello S&P500 del 52% l’oro si apprezzò del 18%. Lo stesso comportamento si è ripetuto nel 2000-2002 quando a fronte di un calo dei mercati azionari americani del 46% l’oro si rafforzò del 16%.
Il punto è sapere quando le azioni toccano il massimo o quando toccano il minimo, un esercizio impossibile.
Allora riprendiamo in mano le statistiche e vediamo come dal 1975 ad oggi, ovvero nel periodo di libera fluttuazione nel prezzo dell’oro, il metallo giallo ha fornito un ritorno annuo reale (quindi depurato dall’inflazione) dello 0,8% contro il 5% dei bond, l’8,3% delle azioni e l’1,1% degli investimenti monetari. In pratica vi ha protetto dall’inflazione ma meno di un deposito bancario e sappiamo che di certo Cash in Not King.
E allora l’investimento in oro è da buttare via? No può essere un asset da inserire all’interno di un portafoglio molto diversificato ma dandogli il giusto peso.
Se alla fine del 2014 il totale degli asset finanziari superava i 102 trilioni di dollari, l’oro secondo le stime del World Gold Coucil non superava gli 1,4 trilioni di dollari. Tradotto il mondo finanziario non dedica più del 1,3% della sua asset allocation al metallo giallo e già questa può essere una misura accettabile.
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Verissimo. Io non ho mai amato le commodities metalliche. Sono dure da mangiare al contrario delle soft…………….che apprezzo specie quando sono a “terra”……..in tutti i sensi. E la statistica serve quando manca la sfera di cristallo. Non trovi? E poi i grafici perche’ li hanno inventati?
Se mettiamo insieme anche la logica alla matematica e’ ancora piu’ lineare il discorso. Ciao