Il fascino esercitato da coloro che si professano maestri nel market timing continua ad attrarre giovani e vecchi investitori ormai da decine di anni. Il desiderio di essere avanti a tutti gli altri, l’ingordigia finanziaria, l’illusione del diventare ricchi in poco tempo, ma anche la scarsa cultura finanziaria sono solo alcuni dei fattori alla base dell’insuccesso della maggior parte degli investimenti privati.
Questa considerazione è stata avallata da dati numerici forniti da Richard Bernstein e che avevamo già commentato qui; lo studio ha dimostrato come, dal 1993 al 2013, il ritorno annuo dell’investitore medio è stato superiore solo agli indici giapponesi ed asiatici ed inferiore addirittura ad un tipico prodotto monetario come il T-Bill.
Come sappiamo in questo risultato incidono moltissimo i costi sostenuti per stare sui mercati, ma anche l’incapacità del cliente di seguire i giusti comportamenti durante il processo di investimento.
In un recente articolo Business Insider mostrato uno studio di JpMorgan in cui viene confermato come cercare di cogliere il momento migliore per investire si rivela un esercizio piuttosto effimero. L’asset manager americano ha dimostrato cosa sarebbe successo ad un investimento in azionario USA togliendo i 10,20,30,40,50 e 60 giorni migliori della borsa nel periodo 1993-2013. Se un investitore fosse rimasto investito dal primo all’ultimo giorno senza interruzione avrebbe portato a casa un rendimento del 9,2% annuo.
Togliendo i 10 migliori giorni di performance della borsa americana questo rendimento annuo avrebbe subito un netto ridimensionamento scendendo al 5,49%.
Pensate, 10 giorni in meno di borsa in 20 anni hanno abbattuto di 370 punti base il rendimento annuo dei nostri investimenti!
La cosa peggiora ulteriormente se togliamo i 20 giorni migliori (3,02% annuo) per chiudere con un pessimo ritorno annuo del -4,39% se togliessimo i migliori 60 giorni borsa.
Chi è in grado di prevedere adesso quali saranno le migliori giornate di borsa dei prossimi anni? Siete disposti a correre il rischio di perdere una fetta consistente di rendimento solo nel tentativo di azzardare il miglior timing di ingresso?
Come potete vedere da Wikipedia le migliori giornate di guadagno seguono (o arrivano in prossimità) le peggiori giornate di borsa della storia. Volatilità chiama volatilità e rimanere fuori dall’azionario perché si teme di perdere denaro o perché si pensa che è in arrivo una correzione violenta, magari permette di evitare dei bruschi cali (se si è fortunati), ma siccome è impossibile entrare sui minimi, si perdono anche generose risalite.
Sempre nello stesso articolo presentato da Business Insider viene presentato un bel grafico dello strategist Gerard Minack.
L’analista ha analizzato l’indice Nasdaq dal 1997 al 2007 e lo ha messo a confronto con lo stesso indice, ma pesato per i flussi degli investitori (in gergo è definito dollar weighted). Confermando la teoria che i risparmiatori diventano più aggressivi quando il mercato è vicino a un picco e più prudenti quando lo stesso è vicino al minimo, Minack ha dimostrato come il Buy and Hold (esclusi i dividendi) avrebbe consegnato all’investitore 150$ dieci anni dopo il primo investimento di 100$; l’investimento basato invece sui flussi di denaro degli investitori avrebbe consegnato un disarmante -75%.
Nonostante risultati come questi troverete certamente qualcuno che vi racconterà la storiella del controllo della volatilità e quindi del rischio, della capacità dei suoi prodotti di performare meglio del mercato anche nelle condizioni difficili, di aver capacità di timing eccellenti, bla, bla, bla…
Tante belle parole che hanno tutte un unico difetto. Il passato non sempre si ripete e se lo fa non necessariamente si ripete nelle stesse forme; soprattutto la psicologia dell’investitore (e del gestore) non è stabile e tende a vivere fenomeni di volatilità (paura ed euforia) che lo portano fuori dai binari del piano di investimento.
Se avete programmi di medio lungo periodo non abbiate paura di stare investiti sul mercato, soprattutto quello azionario tenendo ben fissati nella mente alcuni promemoria come questo. Non fatevi disturbare dal rumore di sottofondo e non cercate soluzioni miracolose. Se però la volatilità dei mercati finanziari vi spaventa e non siete in grado di sopportarla, siate onesti con voi stessi, e non mettete denaro nell’azionario o nei mercati più rischiosi. Come dimostrato da JpMorgan i continui dentro e fuori danneggiano parecchio la salute del vostro investimento e questo non è per nulla una buona cosa… anche per la vostra di salute.
Fonti: Rbadvisors
Leggi anche: Il comportamento dell’investitore medio
Un promemoria per il prossimo bear market
I gestori dei fondi attivi sanno proteggerci dai ribassi dei mercati? Insomma…
Buongiorno archeowealth
Innanzitutto complimenti per il blog.
In merito all’articolo vorrei esprimere la mia opinione.
Il rendimento medio delle variazioni giornaliere del S&P500 Total Return nel periodo considerato è pari a +0,0424%.
Se togliamo i migliori 10 giorni il rendimento medio delle variazioni giornaliere scende a +0,0281% con un decremento del -33,730% sul rendimento medio.
Se togliamo l peggiori 10 giorni il rendimento medio delle variazioni giornaliere sale a +0,0572% con un incremento del +34,797%.
Ragionando in maniera statistica, la possibilità di prendere i migliori 10 giorni o i peggiori 10 giorni è il 50%. Cercare di fare timing, nel lungo termine, risulta conveniente perché la riduzione di guadagno che subisco togliendo i 10 giorni migliori (-33,730%) è inferiore all’aumento di guadagno che realizzo togliendo i 10 giorni peggiori (+34.,797%).
Inoltre se togliamo sia i migliori 10 che i peggiori 10 giorni il rendimento medio delle variazioni giornaliere sale a +0,0429% con un incremento del +1,069%.
Volendo si possono fare anche altre riflessioni.
Saluti
Andrea Romei
Buongiorno,
di seguito posto un estratto, da me tradotto, di un interessante paper di Mebane Faber. Anch’io, come lui, mi sento dalla parte di coloro che intendono gestire il rischio in maniera attiva..
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di seguito si esaminano i valori anomali del mercato nei mercati finanziari. Quanto effetto hanno queste anomalie sui risultati a lungo termine? Può l’investitore prepararsi per queste anomalie, o sono veramente ‘cigni neri “che non possono essere gestiti? In questo numero esaminiamo numerosi mercati finanziari globali sui frazioni di tempo giornaliere e mensili. Troviamo che queste rari valori anomali hanno un impatto enorme sui rendimenti. Tuttavia, questi valori anomali tendono a raggrupparsi e la maggior parte di entrambi i valori anomali, buoni e cattivi, si verificano una volta che i mercati sono già in calo. Noi critichiamo il “mancante dei 10 migliori giorni di performance..”, argomento professato dai sostenitori del “compra e tieni” dell’investimento, a dimostrazione che una maggioranza significativa dei 10 giorni migliori e i 10 giorni peggiori si verificano nei mercati in declino. Noi continuiamo a sostenere gli investitori che cercano di evitare la diminuzione mercati in cui la maggior parte della volatilità si trova, e concludono che il market timing e la gestione del rischio è davvero possibile, e vantaggioso per l’investitore.
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Il paper si può scaricare per intero al seguente link:
http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=1908469
Saluti
Andrea Romei