By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 22 Marzo, 2016|

Interessante “paper” della casa di ricerca tedesca StarCapital che mette chiarezza su pregi (ma anche limiti) delle capacità previsionali di alcuni indicatori fondamentali di valutazione azionaria.
L’autore dell’ottima ricerca, Norbert Keimling, dopo una serie di analisi basate su dati storici che partono dal 1881 per le borse americane e dal 1979 per gli altri indici azionari mondiali, indica nel Cape di Shiller e nel rapporto Price / Book Value (prezzo valore di libro) i migliori elementi di supporto per creare ragionevoli aspettative di rendimento in un periodo compreso tra i 10 e i 15 anni.
Confermata l’assoluta irrilevanza di questi numeri nel definire aspettative di rendimento di breve periodo mentre, seppur con tassi di variabilità comunque accettabili, è possibile avere delle stime accurate di cosa può ritornare un indice azionario a 2/3 lustri.
Vi rimando alla lettura (soprattutto delle tabelle) per approfondimenti, ma mi sembra interessante riportare alcune considerazioni.

Secondo la tecnica del Cape ed in base alle valutazioni del 31 dicembre 2015, la borsa americana è quella che potenzialmente ritornerà di meno nei prossimi 15 anni con una mediana di 4.1% di rendimento annuo. Va un po’ meglio con il Msci World All Country che “prospetta” un ritorno del 5,8% grazie al contributo delle borse emergenti dalle quali è lecito attendersi un ritorno medio annuo del 7,7%. Sempre in termini regionali trovo molto interessante (anche perché è assente il rischio di cambio) l’indicazione di sottovalutazione delle borse europee allineati sui ritorni medi previsti delle borse emergenti sulla distanza di 15 anni di investimento. Di poco ma inferiori le proiezioni che arrivano utilizzando la tecnica del Price / Book Value con il rendimento della borsa americana stimato a 3,8% annuo e quella europea al 6,6%.

Attenzione però questi sono valori mediani che possono essere molto migliorabili o tanto peggiorabili. Nell’ipotesi migliore del Cape (basata quindi sui dati del passato) la borsa americana con le attuali valutazioni potrebbe anche toccare un +11% annuo, mentre nel caso peggiore un -1,5% per ogni anno che ci separa dal quindicesimo anno.

Per la borsa europea si va dal 22,1% al -0,1%, in pratica chi compra adesso le azioni europee, basandosi sulle statistiche del passato, ha quasi la garanzia di non perdere soldi se rimane investito per 15 anni.

Cambiando parametro (Price/Book Value) i risultati cambiano leggermente con una forchetta di ritorno annuo che va da +10,5% a -3,4% sulla borsa americana a +16,6% – 2,6% su quella europea.

Capisco che questa carrellata di numeri possa portare alla conclusione che tutto può succedere ed in effetti è così. Però la finanza non è una scienza esatta e soprattutto in momenti come quelli attuali in cui i rendimenti sui bond free risk sono molto bassi, è importante sapere da che parte stanno le probabilità. Anche solo sapere che mediamente posso attendermi un ritorno medio dell’azionario mondiale del 6% (media tra Cape e Book Value) da qui a 15 anni è un importante parametro per poter fare simulazioni sul proprio piano di investimento.

Personalmente porto al 3-4% la mia attesa di rendimento media sulle asset class azionarie e questo per evitare al massimo le sorprese. Ricordo sempre che l’alternativa obbligazionaria a 15 anni è un Btp a rendimento 1.85% oppure un Bund tedesco allo 0.40%, non certamente una proposta invitante.

3 Commenti

  1. lorenzo savoldelli 23 Agosto 2019 at 22:37 - Reply

    perfetto.. allora avevo intuito giusto nel valutare il P/V. Mi piacerebbe conoscere invece (se è possibile farlo senza software) come in generale si posso estrapolare questi rendimenti attesi sul lungo periodo. Mi spiego meglio: intendo la procedura per avere queste stime, quali sono i procedimenti da fare? Sopratutto mi piacerebbe capire come hai trovato le varie “forchette di rendimento” delle borse, in modo tale da fare a mia volta un’analisi indipendente.

    • lorenzo savoldelli 24 Agosto 2019 at 09:07 - Reply

      Gentilissimo!! un bel po di materiale su cui lavorare! Grazie ancora. Buon week end

  2. lorenzo savoldelli 23 Agosto 2019 at 11:37 - Reply

    E’ sempre un piacere leggere i vostri articoli!!!. Per quanto riguarda il Cape di Shiller ho capito come “maneggiarlo” per aver un’ipotesi di rendimento tarata sul lungo termine. Invece non capisco come adoperare il Price/book value nel determinare presumibilmente i futuri rendimenti e “mediarli con il CAPE. So che un valore sotto 1 significa una sottovalutazione dell’azienda rispetto ai suoi bilanci.

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