Nei giorni scorsi nel post “La strategia del Dividendo” abbiamo cercato di spiegare le principali strategie legate appunto al dividendo ed applicabili nel mondo dell’azionario. La nostra preferenza era andata alla strategia legata alla crescita sistematica del dividendo, questo a discapito della semplice presenza del dividendo o del rapporto dividendo/prezzo più elevato.
In tal senso proprio a inizio dicembre una bella analisi di S&P Dow Jones Index è andata a confermare molte delle idee che già avevamo formulato in quella sede.
Interessante la prima tabella che mostra come in un ambiente volatile le società appartenenti al paniere Aristocrats tendono a mostrare una decisa tendenza a sovraperformare, sia l’indice generale che quello High Dividend costituito dalle società a maggiore rendimento da dividendo in rapporto al prezzo. La cosa interessante è che storicamente, anche in regimi di bassa volatilità, queste società sono capaci di creare una performance superiore all’indice generale.
Altro punto interessante ( e che spiega perché i risparmiatori in momenti di volatilità si rifugiano sulle società con dividendi storicamente crescenti) è legato ai fondamentali.
Se gli Aristocrats americani hanno mediamente un rapporto debito per azioni pari al 74%, l’indice generico ha un valore leggermente più alto (89%) e l’indice High Dividend addirittura del 228%. Comprare azioni che pagano un rapporto dividendo su prezzo azione alto comporta anche una elevata probabilità di acquistare quote di società con elevato debito oppure in situazioni di generazione di reddito non stabile.
E difatti nelle fasi di ribasso dal 2000 al 2016 gli Aristocrats hanno sovraperformato l’indice mediamente di 165 punti base rispetto all’indice generale e di 54 punti base rispetto all’indice High Dividend.
L’analisi di S&P viene estesa anche ad altri mercati tra cui quello europeo dove la strategia Aristocrats ha delle regole meno rigide rispetto all’equivalente americano; vengono infatti selezionate azioni con crescita costante di dividendo per un periodo almeno decennale piuttosto che ventennale come negli USA.
L’indice europeo ha dimostrato una eccellente capacità di tenuta in un contesto di mercato complicato come quello degli ultimi 5 anni in Europa. La tabella mostra infatti come negli ultimi 5 anni le società del settore Aristocrats hanno aumentato il dividendo del 4,3% a fronte di una drastica riduzione da parte delle società appartenenti all’indice generale.
Ribadiamo quindi un concetto.
Questo tipo di azioni è ideale per chi vuole rimanere investito sull’azionario correndo però rischi inferiori rispetto ad un indice più generale esposto a maggiore volatilità. Nel breve medio periodo questo assunto può anche risultare non rispettato dal mercato, ma nel lungo periodo ci sono elevate probabilità che lo sia.
A questo si aggiunge anche la capacità di generare nel tempo fonti di reddito da dividendo superiori alla media, pane per i denti di chi vuole costruirsi una rendita magari nel momento dell’età pensionabile.
Sto valutando di sostituire nel mio Pac un paio di etf stessa categoria ma con ter migliori.
Supponendo che gli etf in portafoglio siano in attivo e le commissioni di acquisto/vendita siano minime, qual’è la scelta migliore.. se esiste?
Vendere il vecchio etf e acquistare il nuovo Oppure si tiene e si prosegue con un nuovo etf?