By |Categorie: Investimento, Pensione, Risparmio|Pubblicato il: 12 Febbraio, 2018|

La decisione di investire denaro per tanto tempo è un esercizio particolarmente complesso proprio perchè la componente positiva di questo esercizio, ovvero la crescita del capitale generata dalla capitalizzazione composta degli interessi per effetto di rendimenti positivi, ha elevata probabilità di emergere dopo tanti, tantissimi anni.

Per questo è sempre opportuno mappare fin da subito quale tipo di esercizio ci aspetta. Pochi sono i dati che servono, qualche semplice nozione di matematica finanziaria ed un file di Excel.

Prendiamo il reddito da lavoro netto (ho preso un valore medio fisso di 30 mila Euro, ma per perfezionare l’esercizio consiglio di abbinare un tasso di crescita annuo allo stipendio), stimiamo un rendimento reale del nostro investimento (ho deciso di prendere il 3%), stabiliamo una scaletta di percentuali di quanto risparmieremo sul reddito e voilà, il gioco è fatto scalettato per un certo numero di anni di risparmio.

Il montante (lo ripeto è già in termini reali poichè cresce ad un tasso netto inflazione) come è ovvio cresce nel tempo. Risparmiate il 30% dello stipendio e dopo 35 anni sarete a metà strada per essere dei milionari.

Quello che però è forse più utile al fine della programmazione di uno stile di vita terminata l’attività lavorativa, è il numero di anni in termini di spese sostenibili che potremo avere a disposizione. Dividendo infatti il montante per lo stipendio annuo possiamo già capire come, risparmiando il 20% del nostro reddito, avremo copertura finanziaria per quasi 20 anni; risparmiando il 30% avremo a disposizione oltre 30 anni di spese.

I più esperti potranno trovare un elemento di criticità nel fatto che le spese future post pensione non tengono conto dell’inflazione e questo è assolutamente vero, ma esula dallo scopo “didattico” del post.

Abbiamo infatti voluto dimostrare come con pochi strumenti e nozioni finanziarie si può ottenere un’ottima simulazione per avere a disposizione, con una buona approssimazione, quale grado di indipendenza finanziaria raggiungeremo rispettando tutte le premesse iniziali.

5 Commenti

  1. Maxx 22 Febbraio 2018 at 18:22 - Reply

    Confermo ciò che dice Archeowealth, anch’io statale con lo stipendio fermo da anni, con un’osservazione teologica applicata alla finanza. Ricordate la parabola dei talenti, raccontata da Gesù? In essa un signore dava a un servo 5, ad un altro 2, a un terzo servo 1 talento da far fruttare… Il racconto di Gesù ci dà vari insegnamenti, tra cui sicuramente il fatto che non riceviamo tutti le stesse dotazioni di partenza. L’insegnamento successivo, ancora più importante, è che ognuno di noi è chiamato ad amministrare e far fruttare anche quel poco/pochissimo che ha ricevuto, confrontandosi cioè con se stesso più che con gli altri che hanno ricevuto di più: “Ho ricevuto 5 e adesso sono 10, ho ricevuto 2 e adesso sono 4…” Fare quello che si può, ognuno nella propria situazione è una via alla felicità, non solo finanziaria, tra l’altro.

    • Izzy 26 Febbraio 2018 at 18:21 - Reply

      Grazie del tuo bel commento. In bocca al lupo a noi tutti collega!

  2. Izzy 12 Febbraio 2018 at 21:29 - Reply

    E come si fa con uno stipendio da statale che non ha aumenti, nessuna possibilità di carriera o avanzamento di livello, nessuna possibilità di avere altre entrate, e il tentativo di crearsi il cuscinetto d’emergenza che fallisce perchè ogni mese c’è un’emergenza, e non si riesce ad aggiungere altro al proprio investimento? Avrei voluto far compere ora che c’è un bel crollo, e invece…

    • Izzy 15 Febbraio 2018 at 18:49 - Reply

      Innanzitutto grazie per aver risposto. Per noi dipendenti pubblici è, giustamente, impossibile effettuare altri lavori, quindi di entrate extra non se ne parla. Tantomeno si può parlare di straordinari, visto che non li pagano. Quanto alle spese, ho tagliato davvero tutto il tagliabile. Sono diventata bravissima a fare la pizza in casa per evitare di prenderla fuori :D Solo che a volte, come in questi giorni, mi abbatto proprio. Grazie comunque per l’incoraggiamento, e aspettiamo il prossimo crollo. PS: comunque grazie a voi ho migliorato tante cose: lo spending plan è stata una manna, e anche tante altre dritte.

  3. bierlollo 12 Febbraio 2018 at 19:58 - Reply

    Un ottimo punto di partenza per capire, principalmente, che l’indipendenza Finanziaria di domani passa obbligatoriamente dalla rinuncia (di qualcosa di voluttuario) di oggi.

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