By |Categorie: Pensione|Pubblicato il: 2 Gennaio, 2019|

 

L’indipendenza finanziaria è un sogno che ogni persona spera di realizzare. Liberi da regole e costrizioni perché economicamente indipendenti, ma soprattutto liberi di gestire una risorsa preziosa come il tempo. Il movimento FIRE sta spopolando in America e la pandemia ha aumentato ancora di più la sua diffusione. Ma che cos’è veramente la filosofia FIRE e come si raggiunge la vera libertà finanziaria? Ne parliamo in questo articolo.

I principi fondanti del movimento FIRE

La parola FIRE è un acronimo inglese che sta per Financial Independence, Retire Early. Tradotto in italiano l’acronimo significa Indipendenza Finanziaria, Ritiro Anticipato.

Risparmiare (e investire) talmente tanto durante il primo periodo di vita lavorativo in modo tale da poter vivere di rendita e andare in pensione anticipando i tempi. Queste le premesse e gli obiettivi alla base del movimento FIRE.

Il movimento, perchè di questo si tratta, nasce sostanzialmente nel 1992 sull’onda del best seller editoriale di Vicki Robin recentemente tradotto in italiano “O la borsa o la vita. 9 passi per trasformare il tuo rapporto con il denaro e ottenere l’indipendenza finanziaria”.

Poche semplici regole contraddistinguono questo stile di vita che dall’America sta lentamente e inesorabilmente affascinando anche il Vecchio Continente.

Negli Stati Uniti decine e decine di blogger hanno fatto del FIRE la loro ragione di vita. Alcuni di essi sono diventati dei veri e propri fenomeni virtuali come il celebre Mr. Money Mustache.

Ma chi non rimane affascinato da ideali modelli di vita che hanno come obiettivo primario quello di promettere il raggiungimento dell’indipendenza finanziaria vivendo di rendita dopo  aver salutato il nostro datore di lavoro?

Movimento FIRE, risparmiare, investire, prelevare

Come tutte le cose belle e affascinanti ci sono sempre compromessi da raggiungere e difficoltà da superare.

E’ per questo che ho deciso di dedicare una serie di articoli proprio allo stile di vita FIRE.

L’obiettivo è cercare di capire se (e come) è possibile raggiungere gli obiettivi che questo movimento predica da anni in aperto contrasto con il consumismo sfrenato che ci rende schiavi di lavori che spesso e volentieri neanche ci piacciono fino in fondo. Luci e ombre si intersecano lungo questo percorso che è giusto esplorare.

Oggi cerchiamo proprio di capire quali sono i pilastri che sostengono questa filosofia di vita.

Risparmiare tanto nella fase iniziale della propria carriera (anche lavorando più della media).

Investire i risparmi su strumenti in grado di generare un adeguato rendimento che possa permettere a ciascuno di vivere di rendita.

Prelevare una quantita prefissata dal capitale accumulato fino alla fine dei propri giorni.

Evitare prima di tutto ogni spesa inutile

Il messaggio di fondo è chiaramente quello di posticipare tante spese considerate inutili. Vivere una vita frugale fino a quando non si riesce a raggiungere un sistema di auto sostentamento dal proprio capitale tale da garantire una rendita passiva per il resto della vita.

Facile da scrivere, difficile (ma non impossibile) da mettere in pratica.

Spendere meno di quello che si guadagna, investire la differenza e ripetere continuamente questo esercizio per n anni fino ad ottenere un capitale adeguato al raggiungimento dell’indipendenza finanziaria e smettere di lavorare  (o quanto meno di essere schiavi di una parte di vita dedicata al lavoro).

Qui sta infatti il secondo passaggio importante della filosofia FIRE.

Il tempo ha un valore enorme nella filosofia FIRE

Il tempo ha un valore che non è adeguatamente remunerato in quanto irripetibile.

Ogni 8 ore passate al lavoro sono ore sottratte alla nostra vita e non ritorneranno più. Banale ma vero. Anche le scelte professionali di chi vi scrive sono state influenzata da questa verità.

I sostenitori del movimento sono fautori del cosiddetto “extreme saving”, un risparmio estremo che tra i 30 e i 40 anni dovrebbe arrivare fino al 70% del proprio reddito annuo.

Se guadagno 50 mila euro all’anno dovrei essere capace di risparmiarne (e investire) 35 mila e spenderne 15 mila.

Quando i risparmi avranno raggiunto circa 25-30 volte le spese annuali, quindi tra 400 e 450 mila euro, allora teoricamente potremmo abbandonare il lavoro e vivere con la rendita passiva generata dai nostri investimenti.

Qualche spina del movimento FIRE

Qui nasce un problema. Pensare ad un volume di spesa da 15 mila Euro l’anno per una famiglia tipo italiana con figli è abbastanza complicato.

In rete trovate comunque esempio di persone che hanno dimostrato di potercela fare. Un esponente del mondo FIRE che cura video e canale YouTube interessanti e che mi sento di consigliare è Francesco Narmenni, autore del blog www.smetteredilavorare.it e scrittore di libri. Pur non condividendo fino in fondo la sua filosofia mi piace il modo gentile di esporre la sua visione della vita, ma soprattutto mi piace perché l’esperienza FIRE la sta vivendo in diretta.

Non a caso il movimento FIRE (esistono comunque diverse declinazioni) fissa come obiettivo quello di raggiungere almeno 750 mila – 1 milione di dollari di patrimonio personale per essere in grado di procedere con lo step successivo del ritiro anticipato.

Se assumiamo di spendere annualmente 40 mila Euro e moltiplichiamo questo importo per 25 ecco che otteniamo 1 milione di Euro, la cifra che ci consente di staccare la spina in anticipo dal mondo del lavoro.

Esiste un modo alternativo di arrivare a questo risultato ed è la cosiddetta regola del 300.

Spese mensili moltiplicate per 300 ed il risultato è analogo. Quindi 3333 euro di spese mensili (40 mila annui) moltiplicato per 300 fa sempre quel 1 milione di euro.

Raggiunto il capitale obiettivo, anche grazie all’effetto capitalizzazione composta degli interessi che negli anni ha accresciuto il valore del risparmio, parte la fase successiva dell’autosostentamento.

Come gestire il capitale durante il FIRE

Prelevando il 3-4% del capitale accumulato ogni anno saremo in grado di mantenere il nostro tenore di vita fino alla fine dei nostri giorni.

Un tenore di vita che ovviamente dovrà continuare ad essere austero e senza fronzoli per non bruciare tutto troppo in anticipo il gruzzoletto rischiando di vivere gli ultimi anni della vita in povertà.

Sento spesso delle critiche rivolte al FIRE perchè si dice che in Italia è impossibile raggiungere l’indipendenza finanziaria.

Dobbiamo sempre considerare che qui stiamo parlando solamente di capitali privati frutto del nostro risparmio. In Italia esiste un’istituzione che si chiama pensione pubblica che potrà offrirci a partire da una certa età in avanti una rendita aggiuntiva che accrescerà il nostro potere d’acquisto e con una sostanziale garanzia essendo una rendita vitalizia.

Ad una prima (e forse ad una seconda) impressione questo obiettivo appare alquanto improbabile da raggiungere se non ci sono aiuti esterni come eredità o vincite.

Non sono d’accordo. Pur non facendo per me la filosofia FIRE nelle sue espressioni più puriste, sono convinto che esistono delle vie intermedie di garantirsi una buona dose di libertà finanziarie comunque appaganti e in grado di fornirci una maggiore tranquillità e libertà anticipata dal mondo del lavoro. Ma soprattutto di restituirci il tempo.

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