By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 28 Gennaio, 2019|

Dopo il primo ed il secondo articolo di questa mini serie sui profili e le personalità degli investitori , alziamo l’asticella del rischio e vediamo le caratteristiche di due tipi di investitore più propensi a ricercare forme di investimento volatili e potenzialmente redditizie.

Stiamo parlando degli investitori cosiddetti dinamici e aggressivi.

Per comprendere che tipo di investitore siamo dobbiamo serve metterci davanti ad uno specchio virtuale e fare un bel pò di autocritica. Anche gli investitori più esperti sono vittime della loro personalità. Se non potremo probabilmente mai evitare errrori dettati dall’impulsività, potremo quanto meno cercare di limitarli.

Cominciamo perciò dall’investitore dinamico. In questa persona la tolleranza del rischio è certamente più elevata dei suoi colleghi viste nei precedenti post, ma gli errori che tende a commettere troppo spesso sono di natura cognitiva. Positivo il fatto che guarda all’azionario come mezzo di crescita del proprio capitale, negativo il fatto che le scelte vengono troppo spesso fatte con orizzonti temporali brevi.

La tendenza è quella a sviluppare un pensiero indipendente con comportamenti da investitore molto attivo.

La convinzione circa il fatto che le scelte di investimento fatte sono corrette perchè “me ne intendo” è un difetto che crea difficoltà nell’ammettere a sè stessi prima di tutto di aver preso un percorso sbagliato. Difficile veder tagliare le perdite anche quando la strada intrapresa è insostenibile.

Le scelte di investimento del profilo dinamico tendono ad essere molto nette e poco diversificate nel senso che si scommette forte su un settore, un’area geografica, una valuta.

I successi vengono spesso attribuiti alle proprie capacità; le perdite alla sfortuna e agli eventi esogeni.

Le informazioni che l’investitore dinamico va a ricercare sono prevalentemente quelle che confermano le proprie tesi ignorando o svalutando quelle che invece ne contrastano la valenza.

Passando all’investitore aggressivo ci troviamo di fronte ad una persona che spinge sempre sull’acceleratore con la tendenza a commettere errori emozionali. Tendenzialmente più giovane rispetto all’investitore prudente, l’aggressivo ha una over confidence ancora più alta rispetto al dinamico. La convinzione di essere un grande investitore è altissima.

I cambi di asset allocation e/o di strumenti al variare delle condizioni di mercato è una costante nel modo di investire aumentando notevolmente i costi (e le percentuali di insuccesso).

L’idea è quella di voler sempre cavalcare l’onda giusta. E’ molto forte la convinzione che la gestione attiva e la veloce rotazione del portafoglio rappresentano gli elementi vincenti di un investimento.

Se l’aggressivo ha un consulente finanziario vuole essere sempre coinvolto in modo attivo nelle scelte di investimento, in diverse occasioni contraddicendo il consulente.

Difficile ragionare con l’investitore aggressivo di piani di investimento, taglio del budget di spesa, automatizzazione dell’investimento.

Il  focus dell’aggressivo è sul risultato (magari nel breve periodo) piuttosto che nel processo che porta a quel risultato. Queste inefficienze si pagano a caro prezzo nel corso del tempo.

L’illusione di poter controllare il mercato è molto alta. Conosco l’azienda, ho letto quella ricerca, quel gestore è un fenomeno, il mese scorso ho fatto +20%, sono frasi che l’investitore aggressivo non trascurerà di pronunciare davanti a parenti, amici e consulenti finanziari.

Certamente non un cliente facile per chi deve gestire il suo denaro.

Con l’investitore aggressivo siamo arrivati alla fine di questa mini serie di post che hanno voluto mettere in evidenza soprattutto i difetti che caratterizzano certi tipi di profili dell’investitore.

Ovviamente ci sono anche i bravi investitori che con esperienza e studio sono riusciti a diventare un profilo “perfetto”. Purtroppo sono ancora la netta minoranza (ed anche chi vi scrive si definisce un “imperfetto”). Il processo di miglioramento è lungo, ma credo che non si possano lasciare passare decadi prima di cambiare.

La vita di un risparmiatore non è ovviamente eterna e se nella prima parte di essa si può sbagliare, nell’ultima bisogna arrivare con ordini ed emozioni al posto giusto.

La speranza è che questi post possano aver aiutato qualcuno di voi a fare un’esame di coscienza alimentando un processo di miglioramento continuo che sono sicuro aumenterà  il benessere dei vostri investimenti.

 

 

 

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