Quante volte ci siamo chiesti qual’è la massima perdita che possiamo tollerare su un investimento? Tante e sicuramente tante sono state le risposte che ci siamo dati senza arrivare a una sintesi numerica.
Perdiamo la testa, ascoltiamo le sirene che ci invitano a cavalcare una certa scommessa, oppure carichiamo ulteriormente il rischio per mediare le perdite magari andando ad attingere alla preziosa riserva di liquidità.
Ci comportiamo perciò spesso in modo poco razionale.
Il celebre ex columnist del WSJ Jonathan Clements propone sul suo blog 3 semplici metodi per capire fino dove ci possiamo spingere nel perdere soldi durante mercati orso.
1) Di quanto denaro avrò bisogno sotto forma di liquidità nei prossimi 5 anni?
2) Qual’è il valore al di sotto del quale non voglio che il mio portafoglio di investimento scenda?
3) Quanto potrò risparmiare nei prossimi anni?
1) Di quanto denaro avrò bisogno sotto forma di liquidità nei prossimi 5 anni?
I 5 anni anni sono presi da Clements come riferimento visto che possono rappresentare il cosiddetto tempo di ricopertura di una perdita azionaria innescata da un mercato orso (time to recovery).
In pratica se perdo il 20% dai massimi, in 5 anni mediamente dovrei recuperare i miei soldi.
Esistono naturalmente bear market più intensi, esistono tempi di recupero più lunghi, ma il concetto chiave è capire se avrò bisogno di prelevare soldi dai miei investimenti nei prossimi 5 anni.
Se sì, allora ho impostato il mio piano di investimento in modo equilibrato e diversificato permettendomi di poter attingere temporaneamente a obbligazioni e/o fondi monetari?
Se ad esempio mi servono 10mila euro l’anno ed ho una quota parte di investimento in obbligazioni e prodotti conservativi, ipotizziamo 100mila euro, avrò a disposizione 10 anni di cuscinetto per permettere agli altri 100 mila euro di azionario (se il portafoglio era bilanciato 50/50) di recuperare senza intaccare il mio stile di vita.
2) Quale è il valore al di sotto del quale non voglio che il mio portafoglio di investimento scenda?
In realtà ne ho già parlato in questo articolo.
La domanda chiave è, il punto di massima perdita che posso permettermi su questo investimento dove si trova?
Se l’investimento è ad esempio di 500mila euro e non voglio subire una perdita superiore al 20%, quindi vedere una valorizzazione di portafoglio inferiore a 400mila euro durante il percorso, allora dovrò adottare una sorta di stop loss, oppure individuare il peso massimo di azioni in portafoglio.
In un bear market storicamente la perdita media dell’indice azionario americano è stata del 30-35%. Questo ci serve per un semplicissimo calcolo che andiamo adesso a fare assieme.
Se le azioni scendono del 35% e io non voglio perdere più di 100mila euro allora divido 100mila per 0,35 e ottengo la risposta che sto cercando; 285.700 euro sarà il capitale massimo di azioni che potrò permettermi di mantenere nel mio portafoglio di investimento.
I 285mila euro non sono altro che il 57% di 500 mila.
La mia allocazione ideale a questo punto sarebbe costituita dal 57% di azioni e 43% di obbligazioni più liquidità. Ovviamente questa percentuale è indicativa e assolutamente personalizzabile.
3) Quanto potrò risparmiare nei prossimi anni?
Se mi trovo nel bel mezzo di una fase di accumulo del capitale ogni bear market è un’eccezionale occasione per investire a prezzi scontati. Se sono in vista dell’ambito traguardo della pensione, o ci sono già, l’orso rischia di graffiare in modo quasi irreparabile.
Nella fase iniziale di una carriera lavorativa possiamo permetterci di essere molto aggressivi investendo in modo importante in azioni.
Nella fase avanzata della carriera è vero il contrario rendendo consigliabile una strategia più prudente.
Alcuni consulenti finanziari consigliano la strategia life cycle, ovvero uno scalare la marcia programmato spostando parte del capitale dall’azionario all’obbligazionario.
Un metodo alternativo potrebbe però essere quello di investire al 100% in azionario fino ai 40/45 anni e poi investire al 100% in obbligazionario o liquidità fino all’età di 65 anni.
Considerando che nella seconda parte dell’attività lavorativa la capacità di risparmio dovrebbe essere più alta otterremo un portafoglio bilanciato probabilmente più pesato sulla tranquillità.
A quel punto un bear market sull’azionario potrà essere una ghiotta opportunità per spostare una fettina di quel risparmio accumulato nella seconda parte della vita verso l’asset più rischioso (un ribilanciamento ragionato insomma).
Tutto questo senza compromettere l’architettura di fondo che mira a mantenere il giusto tenore di vita durante la pensione per vivere bene.
Tre modi di ragionare per ottenere la risposta migliore ad una delle domande più ricorrenti che ogni investitore si pone durante la sua “carriera”.
Buon investimento.