By |Categorie: Pensione|Pubblicato il: 9 Maggio, 2019|

Uno dei pilastri della filosofia F.I.R.E. (Financial Independence Retire Early) è rappresentato dalla scelta di vivere di rendita in luoghi con un costo della vita inferiore a quello che si sopporta durante la vita lavorativa attiva.

Non sempre questo passaggio rappresenta una scelta obbligata per tutti e comunque può essere più soft di quello che si pensa. Si può guadagnare potere d’acquisto spostandosi anche solo all’interno propria regione di nascita (ad esempio trasferendosi dalla città a qualche paese di provincia o di montagna dove le case costano meno) oppure all’interno dei confini nazionali scegliendo luoghi dove la vita è più a buon mercato.

La terza alternativa è quella di trasferirsi all’estero in zone con clima e costo della vita più vantaggiosi rispetto a quelli attuali. Se poi a questo si aggiungono anche vantaggi fiscali il gioco diventa ancora più conveniente.

Tenerife, Canary Islands, Holiday

Il Sole24Ore ha dedicato un articolo proprio di recente a questo tema.

Rimanendo nel Vecchio Continente, Cipro, Portogallo e Spagna Canarie risultano essere i luoghi in cui costo della vita, fisco e clima offrono un reale vantaggio per coloro che decidono di vivere di rendita fuori dai confini nazionali.

Siccome ci sono pervenute alcune curiose richieste volte a capire nel dettaglio se conviene spostarsi ddall’Italia verso paesi europei a minor costo della vita, abbiamo deciso di fare un mini focus sulle Canarie a cui seguirà in un prossimo approfondimento sul  Portogallo.

La premessa è che in rete si trovano molti contenuti (anche video) a tema “mollo tutto e vado a vivere alle Canarie“, il consiglio è sempre quello. Prima di fare un passo di questo tipo sempre meglio confrontarsi con chi già ha fatto questa scelta e vive in loco.

Spesso e volentieri non sono tutte rose e fiori. Fattori come la lingua, la burocrazia, i servizi pubblici e privati o altro generano costi inaspettati che vanificano i teorici vantaggi dello spostamento geografico.

Uno dei punti chiave è naturalmente rappresentato dall’acquisto dell’immobile nel quale si decide di vivere.

Ovviamente si può anche decidere di vivere in affitto, ma utilizzando i dati statistici che si trovano in rete abbiamo ricostruito l’andamento dei prezzi nominali degli immobili alle Canarie dal 1996. A questi dati abbiamo sovrapposto lo stesso indice ma depurato dall’inflazione al fine di ottenere un valore reale.

I dati statistici raccolti presso l’Istituto spagnolo di statistica si riferiscono all’intero arcipelago delle Canarie preso nel suo complesso e non alle singole isole.

Dopo la crisi immobiliare che ha letteralmente fatto crollare i prezzi tra il 2008 e il 2012, i prezzi delle case alle Canarie si sono ripresi in termini nominali pur rimanendo ancora ben al di sotto del picco del 2007.

Fonte: Istituto Spagnolo di Statistica

Rispetto al massimo del 2007 i prezzi sono ancora, in termini reali, sotto di un buon 25%.

Possibile che tra Tenerife e Gran Canaria, così come per Lanzarote e Fuertenventura ci siano differenze anche di una certa sostanza. Quello che ci serve però in questo articolo è un dato aggregato per fare valutazioni con una buona approssimazione statistica. Ognuno potrà poi affinare meglio la ricerca se interessato ad un’isola piuttosto che un’altra.

Dal 2002 al 2018 il tasso di crescita annuo composto degli immobili alle Canarie è stato in termini nominali di appena l’1.2% che diventa -0,1% in termini reali.

Chi vi racconta che acquistare un immobile alle Canarie è un affare perché storicamente vantaggioso racconta una non verità, almeno stando alla storia degli ultimi anni.

Attenzione perchè qui non vengono poi considerati costi di manutenzione e tasse sugli immobili all’estero o tasse locali. Visto che potete vivere di rendita non considero gli interessi passivi su eventuale mutuo.

Naturalmente l’acquisto finalizzato all’affitto a terzi potrebbe avere un altro destino alzando il rendimento dell’investimento, ma anche in questo caso nel calcolo bisognerebbe considerare fattori come costi di agenzia, discontinuità negli affitti ed inflazione.

Dal 2015 al 2018 il tasso di crescita nei prezzi delle case alla Canarie è tornato costante sopra al 3% annuo, ma questo valore va sempre depurato da un’inflazione che nello stesso arco temporale è mediamente rimasta superiore al 1%. Un incremento del 2% al lordo di costi e tasse varie non sembra certo l’affare del secolo.

Fonte: Istituto Spagnolo di Statistica

Preso atto quindi che la casa acquistata alle Canarie serve per viverci (o darla in affitto questo sì) ma non per fare speculazione, il passaggio successivo è capire se il confronto con il potere d’acquisto del nostro luogo di residenza è vincente.

Senza bisogno di andare alle Canarie (comunque ripeto passaggio necessario prima di fare questa scelta), con Numbeo.com è possibile simulare una comparazione.

Numbeo si basa sui numeri inseriti dagli utenti e naturalmente più il database di un luogo è ricco di recensioni più si avvicina alla realtà. Noi abbiamo scelto di confrontare le due capitali, Santa Cruz de Tenerife e Roma. Potete accedere alla simulazione tramite questo link.

Teide, Tenerife, Volcano, Landscape

Ognuno potrà personalizzare sul sito di Numbeo il proprio metro di confronto scegliendo l’isola delle Canarie che più interessa piuttosto che la propria città di residenza.

Secondo Numbeo con circa 1250 Eur si mantiene a Tenerife lo stesso potere di acquisto che si può avere a Roma con circa 2000 Eur. Magari sarà una stima ottimistica, ma al primo viaggio di ricognizione sull’isola si potrà fare una verifica utilizzando i numeri molto dettagliati per ogni tipo di spesa forniti da Numbeo.

Sono abbastanza sicuro che tra i lettori molti hanno avuto esperienze dirette di vita o di vacanza alle Canarie e quindi potranno farci pervenire alcuni commenti ed osservazioni a beneficio di tutti gli altri lettori.

Ovviamente quello che conta è avere una prima guida che in modo approssimativo (ma non troppo lontano dalla realtà) permetta a ciascuno di noi di capire di quanto aumenterà il costo della vita. Questo primo passo sarà propedeutico ad un’analisi più dettagliata. E’ chiaro che quando gli scarti non sono nemmeno in doppia cifra l’opzione è da scartare.

Preso atto che un vantaggio effettivo c’è nel vivere in un luogo diverso da quello abituale e valutate in seguito tutte le spese di trasferimento, ecco che i nostri calcoli su come vivere di rendita subiranno un upgrade numerico.

Senza sforzi e sacrifici economici particolari (se non appunto quello del trasloco fisico e degli affetti) oppure investimenti particolarmente rischiosi, una scelta di questo tipo sarà in grado di offrire qualche anno in più di indipendenza finanziaria in un clima tutt’altro che ostile.

Tutte queste scelte di vita naturalmente richiedono una premessa di fondo.

Serve un capitale adeguato per sostenere uno stile di vita magari più conveniente, ma diverso da quello domestico. Capitale accumulato durante anni di duro lavoro che tramite un elevato tasso di risparmio è stato investito in modo adeguato.

Capitale che con grande attenzione dovremo premunirci di non dissipare troppo in fretta solo perchè abbiamo deciso di vivere in un luogo con maggiore potere d’acquisto.

Trovarsi senza soldi e con una scarsa capacità di generare reddito da lavoro sarebbe drammatico soprattutto in età avanzata.

Quindi prima di fare questa scelta, fate e rifate calcoli e simulazioni realistiche.

Buone Canarie!

 

4 Commenti

  1. Anonimo 25 Luglio 2021 at 01:51 - Reply

    Ottimo articolo. Dissento tuttavia solo con la terzultima frase. Trovarsi senza soldi e non piú in grado di lavorare in etá avanzata non é drammatico, bensí un problema. Le cartuccie le si é giá sparate. Il vero dramma é trovarsi senza soldi e non in grado di lavorare da giovani, diciamo entro i 50.

  2. Erreffe 10 Maggio 2019 at 14:56 - Reply

    ci potete contare, ma poi sarete costretti a venire a trovarmi ogni tanto.. ;)

  3. Erreffe 9 Maggio 2019 at 12:47 - Reply

    Non per il costo della vita, ma clima e non accanimento burocratico/fiscale sono due fattori troppo imporranti col passare degli anni…il futuro per l’italia, sperando di indovinare come fanno i vari analisti finanziari (ironia on), lo vedo sempre piu pieno di elemosine di cittadinanza e di conseguenza anche con piu tasse per chi risparmia e investe per il futuro.

  4. Erreffe 9 Maggio 2019 at 11:55 - Reply

    E’ già da un pò che ci penso..

Lascia un Commento