Dall’inizio dell’anno i mercati finanziari stanno vivendo una fase di correzione importante. Le cause sono diverse e come spesso accade in questi momenti, non tutte chiare agli investitori. Un’inflazione elevata e inaspettata con conseguenti previsioni di rialzo dei tassi di interesse, ma anche le tensioni geopolitiche causate dalla guerra in Ucraina, rappresentano alcuni dei fattori che stanno destabilizzando i mercati obbligazionari e azionari. Correzioni che fanno parte del normale comportamento dei mercati stessi influenzando la psicologia umana che governa gli spostamenti dei flussi finanziari a livello globale.
Assieme alle cicliche correzioni nei prezzi riemerge altrettanto ciclicamente l’umana paura dell’investitore di perdere soldi.
In questo breve articolo voglio dimostrare che è possibile mettere in campo opportune contromisure per ridurre le possibilità di perdita quasi a zero.
In pratica per dominare e vincere la paura di perdere soldi abbiamo bisogno di:
- poche sane regole di portafoglio applicate bene
- il conforto che ci arriva dalla matematica
- la certezza e la consapevolezza della storia
- una solida conoscenza della finanza comportamentale
Poche sane regole di portafoglio applicate bene
A puro titolo di esempio prendiamo un portafoglio 100% azionario distribuito tra diverse aree geografiche che nell’immaginario collettivo, almeno quello italiano, rappresenta il rischio massimo di perdere soldi. A questo punto applichiamo una delle regole più importanti che ogni investitore dovrebbe seguire: la diversificazione.
Esistono naturalmente altre regole altrettanto sane e importanti come la qualità degli strumenti finanziari che utilizziamo, il loro costo e tanto altro. Per quello che vogliamo dimostrare oggi la diversificazione di un portafoglio 100% azionario è un fattore sufficiente.
Il conforto che ci arriva dalla matematica
Guardare avanti per stimare quanto possiamo perdere durante un percorso di investimento è una regola di buon senso, ma è altrettanto sensato guardare avanti per comprendere quanto possiamo guadagnare.

Fonte: Portfolio Visualizer, elaborazione Riccardo Tajé per ICBS
Nella realtà dei fatti dopo 5 anni la probabilità che il capitale finale sia inferiore a quello iniziale è solo del 6,68%; possibilità che crolla a 1,86% dopo 10 anni.
Il rovescio della medaglia è che dopo 5 anni avremo ben il 75,18% di probabilità di un rendimento medio annuo uguale o superiore al 5%; probabilità che sale al 82,34% dopo 10 anni.
Naturalmente queste proiezioni di rendimento non sono scolpite nella pietra e hanno dei normali margini di tolleranza che dipendano da diversi fattori non sempre sotto il nostro controllo.
Abbiamo però dimostrato che le possibilità di perdere denaro sono veramente basse e la nostra più grande assicurazione è avere a disposizione del tempo.
Più tempo abbiamo e maggiori saranno le possibilità di avere un ritorno positivo dal nostro investimento.
Dopo aver provato a dare uno sguardo al futuro usando tecniche di simulazione offerte dalla matematica, proviamo adesso a guardare nello specchietto retrovisore e controllare esattamente com’è andato questo portafoglio dal 1995 ad oggi.
La certezza e la consapevolezza della storia

Fonte: Portfolio Visualizer, elaborazione Riccardo Tajé per ICBS
Lo scopo di questa analisi non è quello di elencare i successi, l’ammontare finale, la giusta asset allocation o i rendimenti medi annui, ma piuttosto dimostrare che il rischio di perdere soldi è molto basso e normalmente si realizza solo se ci facciamo prendere dall’apprensione e mettiamo in atto comportamenti sbagliati. Vendere tutto durante una correzione di mercato è uno di questi.
Per questo motivo qui siamo interessati alle parti del grafico con una pendenza ribassista piuttosto che di quelle con pendenza rialzista. Soprattutto ci interessa sapere per quanto tempo scendono e quanto ci mettono a risalire questi mercati.
Siamo curiosi di avere queste informazioni in quanto incidono molto sulla nostra psicologia di investitore e sulla possibilità di commettere errori come quello visto poco fa di vendere tutto nel momento sbagliato.
La storia delle 5 peggiori crisi degli ultimi anni – Quanto hanno corretto i mercati e per quanto tempo
Il messaggio più importante che possiamo estrapolare da questi numeri è che nel peggiore caso possibile, la crisi finanziaria del 2008, dopo poco più di 5 anni abbiamo recuperato per intero il capitale investito senza perdere nulla. Rimanendo investiti negli anni successivi la crisi finanziaria del 2008 avremmo ottenuto grandi soddisfazioni.
Questa informazione è utilissima quando dobbiamo valutare il nostro orizzonte temporale; in pratica un orizzonte di almeno 5 anni è l’assicurazione più forte che possiamo avere contro delle perdite.
Un’altra buona notizia è che la maggior parte delle altre crisi hanno avuto durate meno prolungate, vedi l’ultima correzione del 2020 causata dallo scoppio della pandemia.
Avere del tempo è un’assicurazione fortissima, ma spesso non è sufficiente.
Con oscillazioni negative del 40% o 50% (per un portafoglio 100% azionario) a chiunque tremerebbero le gambe e la probabilità di fare errori madornali difficilmente recuperabili sono molto alte.
Ricordiamoci sempre che le oscillazioni negative dei nostri portafogli sono il prezzo da pagare per avere futuri ritorni positivi.
Una solida conoscenza della finanza comportamentale e la mia rotta per il successo
Ho menzionato più volte come sia facile fare errori importanti e come questi possano provocare perdite nel nostro portafoglio difficilmente recuperabili.
L’essere umano e le sue emozioni sono una cosa molto bella ma anche fragile e l’esercizio di essere razionali, fondamentale per un buon investitore, non si sposa bene con le emozioni.
Non esiste una ricetta vincente universale per costruire una solidissima cultura di finanza comportamentale, ma la mia rotta per il successo si basa su questi pilastri:
- Costruire un piano di investimento con obiettivi ben chiari
- Applicare poche, sane e controllabili regole per costruire il portafoglio
- Non deviare dalle regole se non cambiano gli obiettivi, qualunque sia il tipo di crisi e le sue manifestazioni
- Guardare lontano. Se vedo il pericolo e mi preparo alla crisi, il mio cervello reagisce in modo diverso e supero l’ostacolo senza panico (che non vuol dire senza soffrire un po’)
Ci sarebbe molto da dire e approfondire su questi pilastri ma lo faremo in un prossimo articolo.
La cosa importante da sapere è che dobbiamo rafforzare la nostra conoscenza e gestione della finanza comportamentale ogni volta che possiamo. E più ci alleniamo meglio è.
Una breve nota finale: i parametri più importanti su cui si basa la simulazione sono elencati qui sotto. Tuttavia, per rendere la lettura più scorrevole e chiara ho evitato di elencare tutte le premesse e le assunzioni su cui si basa la proiezione statistica (chiamata simulazione Montecarlo). Ovviamente chi fosse curioso di approfondire può scrivermi a info@investireconbuonsenso.com e sarò lieto di inviare una copia della stessa.
In sintesi i parametri più importanti sono:
- I dati storici come base per simulare i dati futuri
- L’inflazione storica come modello per la futura inflazione
- Tassazione del 26% su plusvalenze, cedole e dividendi
- Una stima di costi annui del 1,22% per il mantenimento del portafoglio
Spero di averti convinto che il rischio di perdere soldi è molto basso se hai a disposizione il giusto tempo e una solida cultura di finanza comportamentale alle spalle.
Se vuoi scrivermi qualche tua riflessione nella sezione dedicata ai commenti che trovi qui sotto sarà per me un piacere risponderti.
Alla prossima.
Ciao Riccardo, quello che scrivi è giusto tuttavia, nonostante quello che la storia ci racconta, non è facile mantenere i nervi saldi!
Hai ragione Vincenzo spesso la teoria e la pratica non vanno d’accordo. Credo però che la forza di concetti ripetuti (a volte anche fino alla noia) rappresenti un buon punto di partenza per ricordarsi che è già successo e dopo il temporale è sempre tornato il sereno. Il problema è che siamo bombardati di notizie perennemente negative (e quelle positive se ci sono vengono messe in un angolino) e non riusciamo a rimanere lucidi e razionali. L’esempio estremo del guardare la propria posizione di investimento una volta ogni sei mesi / un anno (estremo perchè anche chi lo racconta fatica a portare avanti questa teoria) va proprio in quella direzione. Meno guardi meglio è, eviti depressioni ed euforie, ma soprattutto eviti di “tentare” di rimediare ad una situazione che non è sotto il nostro controllo nel breve periodo. Il fatto che nessun investitore globale che ha comprato prima del 2020 sta oggi perdendo soldi non lo troviamo tra i titoli di prima pagina dove invece le solite parolone crollo, bruciati, recessione trovano sempre ampio spazio. Eppure ogni volta è così. Sembra sempre che l’investimento sia stato fatto uno o due anni fa e invece quasi sempre non è così. E se è così il mantra del lungo periodo è da comprendere ed accettare. A presto