Ogni inizio anno siamo soliti inviare un messaggio ai nostri clienti investitori per consolidare e programmare le iniziative necessarie a far convergere il piano di investimento costruito insieme verso gli obiettivi.
In questo 2023 vogliamo far conoscere questo messaggio anche ai lettori del nostro blog, compresi quelli che clienti non sono. Questa iniziativa ci serve per spiegare, se ancora ce ne fosse bisogno, la nostra filosofia di investimento ben sintetizzata nel Manifesto.
Ogni anno è sempre buona norma iniettare nuovamente nel nostro organismo la Vitamina C dei principi del buon investire.
E come ormai siamo abituati a fare da tempo, due volte all’anno a giugno e gennaio, “iniettiamo” un pò di Vitamina C nelle menti dei nostri clienti investitori.
La Vitamina C degli investimenti è la ripetizione di certi concetti che, come la Vitamina C quella vera, se non assunta a dosi ed intervalli regolari tende ad abbandonare il corpo. In questo caso soprattutto la mente.
Ci si dimentica molto ma molto in fretta del perché e come si investe.
A giugno avevamo “iniettato” una bella dose di Vitamina C con il post “Una dose di Vitamina C per il nostro corpo. Come e perché si investe?
In quell’articolo, tra l’altro scritto nel momento di massima negatività del nostro mercato di riferimento lo S&P500 americano, avevamo riaffermato due principi:
1) Bisogna rimanere aderenti al proprio piano di investimento. Noi siamo degli investitori di lungo termine nella stragrande maggioranza dei casi.
Chi invece ha esigenze di breve periodo, perché entro 1-2 anni ha una spesa certa prevista come acquisto di una casa o le rate dell’università dei figli, non investe, ma parcheggia i soldi e non ha bisogno di fare grandi piani o ricevere consulenza. Si compra qualche titolo di Stato a scadenza ravvicinata oppure deposita i soldi sul conto.
Chi investe per obiettivi a più lungo termine sa molto bene che il successo nella pratica dell’investimento è basato sul rimanere aderenti al proprio piano finanziario e al portafoglio costruito per raggiungere certi obiettivi.
L’insuccesso degli investimenti è invece determinato dal reagire continuamente agli eventi del giorno.
Se eravamo alla ricerca di conferme che non fosse possibile prevedere gli eventi micro e macro economici e, men che meno, prevedere l’andamento delle borse, allora gli ultimi 3 anni dall’inizio della pandemia ci hanno confermato che è inutile fare previsioni sui mercati e sull’economia.
Per chi se lo fosse perso, consigliamo di rileggere il post: “Cosa abbiamo imparato dopo 1000 giorni di caos sui mercati?”
2) È necessario saper gestire le proprie emozioni. Sapendo di non poter prevedere nulla nel breve termine, il modo migliore di far crescere i propri investimenti è quello di ignorare la volatilità dei mercati e, quindi, delle discese dei mercati stessi. Correzioni che sono sempre temporanee all’interno del nostro arco temporale di investimento.
Saremo logorroici, ma repetita iuvant: se non lo ripetiamo fino allo sfinimento, ovvero la vitamina C dei buoni principi del perché e come si investe, saremo destinati a commettere i classici errori di comprare alto e vendere basso.
I mercati offrono i rendimenti che sono “catturati” dai nostri portafogli. Le emozioni possono vanificare tutto ciò che i mercati offrono nel corso della vita del nostro investimento.

Il modo migliore di catturare i ritorni dei mercati finanziari è sempre quello di non reagire alle frequenti ma sempre temporanee discese dei mercati
L’anno appena passato cosa ci ha insegnato?
- Il caos iniziato nel 2020 è continuato nel 2022. Il “dramma” del 2022 – e pare pure del 2023 – è stata la reazione tardiva della banca centrale americana, la Federal Reserve, nel combattere l’inflazione imperante.
- Ricordiamoci un paio di aspetti: nei 13 anni dopo la crisi di Lehman Brothers di settembre 2008, dopo aver toccato un minimo storico il 9 di Marzo 2009, lo S&P 500 è salito del 700% senza contare i dividendi fino a Gennaio del 2022.
- Dal 3 gennaio del 2022, i mercati azionari USA hanno corretto violentemente: a giugno, alla data dell’altro post di vitamina C di cui sopra, lo S&P500 era sceso del 23%. Al punto più basso di ottobre del 2022 era sceso fino al -27% (le obbligazioni non hanno fatto da meno, per inciso, a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Ricordiamoci sempre che, all’aumento dei tassi di interesse, i prezzi delle obbligazioni scendono. E viceversa).
Da prima della Pandemia ad OGGI: lo S&P500 +19.5% senza contare i dividendi
- Ci sembra abbastanza ironico che, dopo tutto quello che è successo negli ultimi 3 anni, dall’inizio della pandemia nel 2020 alla fine del 2022, in questi 3 anni il mercato azionario USA è passato da 3255 punti a 3890 punti (oggi siamo circa 4000). Per un guadagno del +19.5%. Senza contare i dividendi che hanno aggiunto in questi 3 anni circa un 3% in più.
- Diremmo non male per un periodo che ha visto l’impossibile succedere nelle nostre vite. Pandemie globali, gente chiusa in casa per mesi, aziende chiuse, inflazione alle stelle, tassi di interesse in rialzo con velocità che non si vedevano dal 1980, guerre alle porte dell’Europa. Forse ci siamo dimenticati qualche altra tragedia, ma direi che queste “tragedie” sono più che sufficienti per validare la nostra tesi.
- La validazione delle nostre tesi di investimento. Dopo tutto quello che è stato scritto qui sopra c’è la ulteriore conferma che bisogna rimanere fermi durante le crisi, spegnere il “rumore di fondo” dei media e continuare a validare (insieme al consulente di riferimento) il vostro piano di investimento. Può darsi che ci sia da fare qualche aggiustamento, ma di aggiustamento si tratta. Non di stravolgere il piano, perché i mercati, nonostante tutto, sono saliti in questi 3 anni, molto probabilmente con i tassi di crescita previsti nel proprio piano di investimento (20%+ in 3 anni non sono proprio da disprezzare ci verrebbe da dire).
- Arrivati a questo punto, la domanda che si fanno tutti è: nel suo zelo iconoclasta di combattere l’inflazione, dove potrà arrivare la FED con i suoi rialzi dei tassi? E terrà schiacciato il pedale sull’acceleratore a costo di mandare l’economia USA in recessione? (Se mai non lo fosse già in recessione l’economia USA). Nel 2023 la risposta a questa domanda determinerà la direzione dei mercati azionari USA (e globali): ma solo per il 2023 che è il breve termine. Il che ci deve interessare fino ad un certo punto, se abbiamo l’obiettivo di investire con un orizzonte di almeno 5,6 o 7 anni.
- Prevedere cosa succederà nel 2023 è quindi impossibile, non sappiamo come saranno i dati dell’inflazione USA nei prossimi mesi e il comportamento della FED. E non ci deve quasi interessare perché non possiamo basare il nostro piano a lungo termine su un fatto impossibile da prevedere.
- Continuiamo a credere che sia fondamentale fare l’impossibile per abbattere l’inflazione. E’ un tumore (se ci possiamo permettere una parola tanto forte) che distrugge il potere di acquisto delle famiglie e dei consumatori e ha un impatto su ognuno di noi se la recessione è la cura per abbattere l’inflazione. (Un aneddoto personale: vi sarete accorti che i prezzi sono saliti un po’ dappertutto: l’altra sera, tornando da un incontro con un cliente in Brianza, ero affamato e mi sono fermato in un McDrive: avevo visto da qualche parte la pubblicità dei nuovi panini di Joe Bastianich, con Asiago, avocado e speck e volevo provarlo. Arrivato al McDrive scopro che il solo panino costa circa 11 euro: ho desistito e, questo tipo di decisione unita ai milioni di decisioni simili che ognuno di noi sta prendendo contro aumenti di prezzi un po’ folli, aiuterà a far scendere i prezzi – ne siamo sicuri).
- In ogni caso, tornando al concetto di recessione, questo non significa necessariamente distruzione di lavoro e ricchezza e crisi finanziarie come nel 2000 o 2008, ma anche solo rallentamento significativo dell’attività economica. Cosa di cui, tra l’altro, si sta già parlando in USA con il concetto di “soft landing”.
Dati per assodati i punti sviluppati qui sopra, ci preme ricordare ancora due assunti fondamentali del modo in cui si dovrebbe investire:
Il primo. Anche se può sembrare difficile tenerlo a mente, soprattutto ogni volta che i mercati oscillano a causa di un dato macro o microeconomico positivo o negativo e i media si lanciano come avvoltoi con titoloni da prima pagina, voi e noi stiamo investendo nella crescita globale. I nostri portafogli investono nelle migliori e più solide società quotate sulle borse mondiali, business che giorno dopo giorno lavorano per gestire i dati micro e macro e far crescere il valore di queste stesse aziende. Cercando di affinare i propri processi, prodotti e servizi e soddisfare i bisogni di 8 miliardi di persone. A noi piace essere soci di queste società.
Il secondo. Non smetteremo mai di ripeterlo, e lo ripetiamo appunto. Grazie a chi ci dà fiducia ogni giorno come nostri clienti, è un genuino privilegio essere vostri coach e consulenti finanziari.
Buon investimento!