By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 25 Gennaio, 2015|

Ho ricevuto diversi commenti, in alcuni casi anche critici, relativamente all’articolo “Come farsi regalare un auto dal vostro Piano di Investimento”.
La critica principale che mi è stata mossa è quella di non aver considerato nei vari calcoli comparativi la capacità di un fondo a gestione attiva di sovraperformare in modo consistente il benchamrk.

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Non nego che esistono fior di gestori capaci di muoversi bene sul mercato, ma intanto dovrete avere la fortuna di selezionarli e di fare ciò nel periodo giusto. Le tante statistiche che ogni anno vengono pubblicate mostrano infatti non che i gestori sono incapaci, ma che fanno fatica a ripetere con continuità e nel lungo periodo performance sempre superiori al benchmark (senza considerare la possibilità che il gestore possa abbandonare quel fondo in cui voi investite).
Sono i costi la principale zavorra dei fondi nel lungo periodo e nel confronto con gli ETF.

Essendo poi il mercato finanziario frequentato ogni giorno da soggetti che vincono a fronte dello stesso numero di soggetti che perdono, faccio fatica a pensare che l’investitore è capace di saltare ogni anno sul cavallo vincente.
Ma supponiamo che i critici hanno ragione e che i fondi siano in grado di creare valore all’investimento superando costantemente ogni anno il benchmark. Ma di quanto devono farlo per rendere accettabili i maggiori costi sostenuti nell’investimentonei fondi stessi?
Ho provato a fare diverse simulazioni ed ecco il risultato.

Ipotizzando per gli ETF su tre orizzonti temporali una performance annua del 4% medio e per i fondi del 5% medio annuo possiamo vedere che questi ultimi riescono a colmare il gap di costi rispetti ai prodotti low cost.

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 Dopo 10 anni, nonostante un rendimento sistematicamente più alto di 100 punti base, i fondi seppur di poco non recuperano i maggiori costi, mentre lo fanno di pochissimo dopo 20 anni, per poi accumulare un vantaggio più interessante solo dopo 30 anni. Attenzione però; con questa differenza di performance i fondi riescono solamente ad arrivare a break even sugli ETF.

La domanda che sorge spontanea è però questa. Siete sicuri che il fondo da voi selezionato sistematicamente ogni anno è in grado di ottenere più di 1 punto percentuale di rendimento sopra  all’ETF e più di 1.30% ogni anno sopra il benchmark di riferimento?

Vi consiglio di dare un’occhiata alle performance annuali dei vostri fondi e capirete che, seppur bravi, i gestori di ogni fondo hanno i loro incidenti di percorso nel lungo periodo, è normale e fisiologico.
Magari non vi fidate dei miei calcoli va bene. Allora ecco cosa ci dice Meb Faber, ben più blsonato del sottoscritto.

vanguard fondi
Quello che vedete è il confronto fatto su un orizzonte di 30 anni e per un investimento iniziale di 100 mila dollari; sono in gara gli advisor personali di Vanguard (i quali chiedono una commissione annua dello 0,30%) e l’industria dei consulenti americani i quali in media richiedono commissioni del 1,32%.
Ad un rendimento medio del 6% annuo per entrambe, per il solo fatto di scegliere Vanguard, vi ritroverete in tasca 133 mila dollari in più (16 mila dopo 10 anni e 53 mila dopo 20 anni). E poi vi chiedete ancora perché i ROBO-Advisor hanno questo grande successo in America?

Meb Faber va anche oltre e fa un’ipotesi. Supponiamo di disporre di un investimento iniziale di 1 milione di Dollari ed ipotizziamo di ottenere un rendimento medio annuo del 6% per 30 anni. Quanto perde il mio investimento per effetto di una non capitalizzazione del rendimento annuo generato al quale vengono sottratte le commissioni di advice? Ecco il risultato considerando commissioni 0%, 0,30%, 1,32% e 2%.

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Solo con commissioni dello 0,30% il mancato guadagno per effetto del pagamento delle commissioni è pari a 468 mila $, questo perché oltre ai costi sostenuti non c’è la partecipazione di questo importo alla capitalizzazione degli interessi. Guardate cosa succede con commissioni del 1,32% e del 2%. Le commissioni ed il mancato guadagno diventano addirittura superiori in 30 anni al capitale inizialmente investito.

Fonti: Meb Faber

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