By |Categorie: Investimento, Risparmio|Pubblicato il: 8 Febbraio, 2015|

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In un momento storico  in cui il risparmio viene quasi demonizzato  e in cui i tassi di interesse ci stanno dicendo che i ritorni attesi dagli investimenti futuri non potranno certamente essere pari o maggiori a quelli degli ultimi anni (se non assumendo più rischi), il senso di smarrimento che attanaglia ogni risparmiatore/investitore è evidente e normale.

Messo all’angolo da una tassazione accanita del risparmio (anche quello previdenziale, ma qui siamo al museo degli orrori), il nostro Stato sta facendo esattamente il contrario di quello che stanno facendo altre nazioni civili. Incoraggiare ed educare i giovani a risparmiare.

Vivere di rendita con la cedola del titolo di stato o bancario sarà impossibile, la matematica non mente.

Nonostante le forze politiche ed economiche dominanti cerchino di remare contro, la verità è che non può essere sottratta ad ognuno di noi un’arma eccezionale per continuare a progettare il raggiungimento degli obiettivi di medio lungo periodo della nostra esistenza. Una pensione anticipata, una prima o seconda casa, studi di alto livello per i figli, un viaggio attorno al mondo, ecc…

Molti simulatori si concentrano su rendimenti attesi piuttosto generosi considerando l’evoluzione di tassi e borse degli ultimi anni. Questo rischia di “illudere” colui o colei che decidono di partire con un piano di investimento orientato a soddisfare certi bisogni più avanti nella vita.

Piuttosto che pianificare ritorni attesi con rendimenti medi annui del 7-8%, credo sia più opportuno fare simulazioni a tassi di crescita più realistici semplicemente vedendo quale impatto avrebbe sul capitale a scadenza l’incremento della percentuale di risparmio accantonata.

Vediamo l’esempio seguente per chiarire il concetto.

Ragazzo/a di 25 anni che accantona il 10% di uno stipendio da 20mila euro annui e che cresce mediamente nei prossimi periodi al ritmo del 2% annuo. Con un rendimento atteso annuo (realistico) del 4% e supponendo di incrementare la quota di contribuzione iniziale del tasso di crescita stimato dello stipendio, a 65 anni il montante finale sarà di circa 270mila euro (166.364,06 euro in più di quello che abbiamo accantonato).

Di questo montante finale il 38% è da imputare al risparmio accantonato, il 62% al ritorno generato dall’investimento.

Poco, tanto, lascio a ciascuno il giudizio sugli importi, ma i numeri mi sembrano piuttosto realistici per un giovane neolaureato italiano.

Vediamo adesso cosa succede aumentando solamente del 2% la quota di risparmio accantonata sullo stipendio totale.

In termini numerici il risparmio mensile passa da 167 euro a 200 euro.

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A fronte di un risparmio addizionale durante i 40 anni di lavoro di 20 mila euro, il montante finale cresce di oltre 53mila euro, circa il 20% in più della simulazione precedente.

Se arrivati a 65 anni non avrete un bisogno immediato di questa cifra, tenete conto che 53mila Euro in più al 4% di rendimento equivalgono ad oltre 2mila euro in più ogni che ogni anno avrete a disposizione per le vostre esigenze di spesa. Tutto questo ottenuto con soli 33 euro di risparmio addizionale ogni mese.

Quanto è importante cominciare fin da subito a risparmiare lo spiega la simulazione successiva.

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Partendo con il piano di risparmio a 35 anni invece che a 25 avremo, all’età di 65 anni, un montante finale di poco meno di 150mila euro (120 mila euro in meno del caso precedente) con più della metà dell’importo finale rappresentato dalla quota di risparmio accantonata contro il 38% precedente.

Per non parlare poi della stessa simulazione fatta partire a 45 anni. Partire 20 anni dopo ritornerebbe un montante piuttosto magro se confrontato con quelli precedenti, ma soprattutto solo un terzo del capitale sarebbe generato dall’investimento.

Qualcuno obietterà che a 45 anni si guadagnano più dei 20mila euro iniziale. Vero e l’esempio è fatto per dare uniformità alla simulazione, ma forse a 45 anni avrete anche una famiglia con dei figli da mantenere che eroderanno la vostra capacità di risparmio.

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La capitalizzazione composta degli investimenti è un cannone invincibile ma ha però bisogno di molto tempo per dispiegare tutti i suoi effetti dirompenti, soprattutto nella parte terminale della fase di accumulazione.

Ma cosa succede nel piano di investimento avviato a 25 anni?

A fronte di un risparmio accumulato tra i 55 e i 65 anni di circa 22mila euro otterrete un incremento del montante di oltre 120mila euro, 5 volte e mezzo più alto del risparmio versato nel piano.

Il 45% del montante finale viene praticamente realizzato negli ultimi 10 anni del piano cominciato 40 anni prima. La forza della capitalizzazione composta che, grazie ad una base di risparmio molto elevata, moltiplica i suoi effetti sul nostro capitale.

Questo è il modo più realistico per costruire ricchezza, questo è il metodo più di buon senso per tenere conto delle prospettive di una vita più lunga e che richiederà una quota maggiore di capitale per essere vissuta su standard adeguati.

Non state ad ascoltare chi vi racconta che se non consumate l’economia non girerà e il Pil non crescerà.

Non vi preoccupate il mondo è fatto di 7 miliardi e passa di persone e ci sarà qualcuno che consumerà ciò che serve per far progredire l’umanità.

Fate sempre un onesto check delle vostre esigenze presenti e future, dei vostri obiettivi e dell’orizzonte di tempo che avete davanti.

Tenete nota di costi e ricavi e stilate un bilancio annuale per capire se i vostri comportamenti di spesa sono corretti e in linea con i vostri valori/obiettivi.

Risparmiate fin da subito e ricordate che sono soprattutto i denari accumulati nella fase iniziale quelli che faranno fare il salto di qualità al vostro piano di investimento. Negli esempi precedenti alzare del 2% la percentuale di risparmio mensile accantonata ha permesso di aumentare dello 0.5% all’anno la performance dell’investimento.

Ecco la vera ricetta contro i rendimenti bassi, aumentare nel limite del possibile la quota di denaro risparmiato.

Nessuno di noi ha il controllo su quelli che saranno i rendimenti futuri degli investimenti e non è detto che le medie storiche di lungo periodo rispettino in futuro le promesse. Altrettanto vero che il modo più corretto di fare queste simulazioni è tenere conto della sequenza futura dei rendimenti che purtroppo non conosciamo.

Ciò su cui invece abbiamo il controllo (oltre ai costi) è la quantità di denaro che decidiamo di risparmiare ed il tempo a nostra disposizione per farlo, non sprechiamolo.

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