By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 23 Febbraio, 2015|

La borsa americana intesa come S&P500 ha registrato dal 1926 al 2014 24 casi di calo, mediamente un’annata negativa ogni quattro anni. Trattandosi di valori medi nel mezzo ci stanno strisce positive o negative anche prolungate come quella attualmente in corso e che ha accantonato a fine 2014 il sesto anno consecutivo di bull market.

wallNon siamo però di fronte ad un evento eccezionale per i tori. Dal 1947 al 1952 lo S&P500 fornì un contributo annuo positivo per 6 anni consecutivi; dal 1982 al 1989 la striscia positiva consecutiva arrivò a 8 anni; dal 1991 al 1999 per ben 9 anni non si vide a Wall Street un segno meno.
Il tasso di rendimento annuo composto del corrente bull market si posizionava a fine 2014 al 14,7%, un numero tutto sommato non così clamoroso se consideriamo i due bull market più lunghi. Mentre il 1947-1952 il Cagr fu del 9,6%, quello del 1982-1989 visse un periodo di crescita del 14,2% annuo e quello del 1991-19999 del 18,1% annuo.Non sappiamo evidentemente come andrà a finire il 2015 e non possiamo escludere di arrivare a quota 7 anni consecutivi di rialzo, ma quanto dobbiamo temere l’inevitabile ribasso che prima o poi arriverà? Un primo supporto all’indagine l’avevamo già illustrato qui, ma vogliamo andare oltre.
Intanto abbiamo selezionato i casi di cali dello S&P500 superiori al 5% annuo. In tabella sono mostrati i numeri di anni necessari a ritornare sopra al valore di chiusura della borsa americana nell’anno precedente il calo. Mediamente sono serviti 4,1 anni per rimarginare questo genere di ferite, ma come è facile osservare esistono casi di correzione durate più di un anno.

wallloss1Fonte: http://people.stern.nyu.edu/adamodar/

Considerando tutte le correzioni annue (anche quelle comprese tra 0 e -5%) quali sono state le annate consecutive di cali e quale il risultato l’anno successivo? Questa analisi l’abbiamo condotta per i cali che si sono verificati per 2, 3 e 4 anni consecutivi.

 wallloss2I casi sono limitati numericamente parlando, ma intanto possiamo notare come vendere dopo un’annata di calo in 4 casi si sarebbe rivelata una scelta corretta che avrebbe evitato una nuova perdita, ma negli altri 4 casi vi avrebbe fatto perdere un consistente rimbalzo in doppia cifra; 50% non è certamente una probabilità sulla quale fare affidamento e con i propri risparmi non si scherza quindi liquidare in preda al panico non è mai una buona idea.

I casi di 3 anni consecutivi di perdita sono 4 e vendere il quarto anno sfiniti dai cali sarebbe stata una buona idea in 1 solo caso mentre negli altri 3 ancora rimbalzi a doppia cifra avrebbero permesso al portafoglio di recuperare una fetta di perdite. Il caso del 2000-2002 rappresenta quello di più fresca memoria e dubitiamo che il 28,3% di rimbalzo del 2003 abbia visto la partecipazione di molti di quegli investitori sfiniti dalle perdite dei tre anni precedenti.

Chiudiamo con l’unico caso finora di 4 anni consecutivi di perdita, quello della Grande Depressione nel periodo 1929-1932. Ad un devastante drawdown di oltre l’85% in 4 anni seguì un rimbalzo del 50% nel quinto anno. Voi avreste comprato dopo 4 anni di paurosi cali? Io penso di no.

Quello che conta però quando si decide di far partire un piano di investimento è il risultato nel medio lungo periodo e per quello che riguarda il risultato a 5 anni dopo un periodo di perdite lo abbiamo già commentato qui (Investire sulla borsa americana) dimostrando la validità di portare avanti il proprio investimento senza farsi distrarre da perdite potenziali ed emotività.

Investire con buon senso non è una cosa semplice perché sulla carta questi numeri sono tranquillizzanti, ma quando ci si ritrova in mezzo alla bufera è molto difficile mantenere la calma e non lasciar prendere il sopravvento dall’istinto di conservazione e di protezione che ogni persona umana ha dentro di sé.

Quanto siete attanagliati dalla tentazione di vendere ricordatevi per quale motivo avete comprato, investimento o speculazione?

Se la risposta è investimento non cedete la vostra fetta di torta a qualcun altro disposto a comprare sul mercato ad un prezzo scontato. Se il portafoglio sarà stato correttamente diversificato avrete modo di ribilanciare le perdite dell’azionario con i guadagni dell’obbligazionario o con la nuova liquidità che apporterete regolarmente all’interno del vostro piano di investimento. In questo modo comprerete a prezzi più bassi e darete la possibilità ai vostri asset di sfruttare le inevitabili rivalutazioni degli anni successivi.

Leggi anche: Ribilanciare il portafoglio per ottimizzare rischio e rendimento

                        Investire sulla borsa americana

                        Semplicità e buon senso i segreti del buon investitore stanno tutti qui

                        Come creare un piano di investimento

Un commento

  1. Gianfranco 27 Agosto 2017 at 18:15 - Reply

    Mi sembra sensato ricordare che chi nel 32 aveva, per esempio, perso 85.000 $ dei 100.000$ iniziali, il successivo anno con un+50% è passato da 15.000$ a 22.500$
    Per tornare a 100.000$ quanto ha impiegato?????

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