Credit Suisse pubblica tutti gli anni una preziosa ricerca nella quale vengono storicizzati i rendimenti reali di tutte le asset class dei principali paesi industrializzati.
Questo documento che di nome fa Credit Suisse Global Investment Returns Yearbook è interessante sia perché abbraccia un periodo storico di oltre 100 anni di storia finanziaria, sia perché è incentrato sul dato reale, depurati dall’inflazione, un concetto molto difficile da far passare all’investitore medio poco abituato a fare i conti con la perdita di potere d’acquisto dei propri investimenti.
Ecco una tabella riepilogativa che ci mostra la varietà di rendimenti ottenuti in più di un secolo, ma soprattutto ribadisce l’importanza della diversificazione e degli effetti negativi del cosiddetto “home bias” ovvero quella forma di investimento che concentra in obbligazioni ed azioni domestiche la maggior parte del proprio portafoglio.
Pensando di conoscere meglio di altri i mercati nazionali ci sentiamo più sicuri di investire, abbiamo la percezione di poter controllare meglio l’evoluzione dei nostri asset e soprattutto siamo certi di saper distinguere ciò che è buono da ciò che è cattivo.
Di seguito una tabella riepilogativa che ho tratto dal libro di Meb Faber Global Asset Allocation: A Survey of the World’s Top Asset Allocation Strategies (English Edition) di quelli che sono stati i ritorni di bond, azioni e cash nelle principali nazioni sviluppate.
Facile notare come inflazione e ritorni delle asset class variano in modo sostanziale nel tempo tra le varie aree economiche rendendo pressochè imprescindibile una diversificazione anche geografica dei portafogli di investimento. Nessuno è in grado di prevedere con certezza per un periodo di tempo prolungato quale sarà la zona migliore di investimento a livello mondiale ed ecco perché, seppur meno affascinante, mettere le uova in più panieri è sempre una scelta vincente e di buon senso.
Pensate solo alle occasioni che si sarebbero perse perseverando nell’investimento nazionale. Accorciando il tiro dal punto di vista temporale, dal 1965 al 2014 l’azionario domestico avrebbe portato in dote l’1,3% annuo reale, i bond il 3,3% reale annuo ed il monetario il -0,1%. Sulla stessa scansione temporale investire in azioni mondiali avrebbe prodotto in termini reali il 5,3% annuo sulle azioni, il 4,3% sui bond e lo 0,9% sul monetario.
Mai eccedere in eccessi di sicurezza sull’andamento dei mercati e mai fossilizzarsi su investimenti che pensiamo di conoscere e quindi controllare. Diversificare gli asset, le aree di investimento, le valute rappresentano la migliore scelta di allocazione del risparmio che potete fare per essere sempre presenti qualunque opportunità si presenti in qualsiasi parte del mondo si trovi.
Libro consigliato: Meb Faber Global Asset Allocation: A Survey of the World’s Top Asset Allocation Strategies (English Edition)