By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 7 Ottobre, 2015|

Nel 1941 i rendimenti di un investimento monetario negli Stati Uniti risultarono superiori a quelli di un investimento azionario ed obbligazionario, uno scenario molto simile a quello attuale.
In quell’anno i tassi monetari erano a livelli infimi ed il ritorno annuo di un T-Bill risultò essere dello 0,08%. La borsa americana perse il 12% mentre il bond decennale perse il 2%. Sono molte le analogie numeriche vero?
Come abbiamo visto nel post “Cash is NOT the Kingsono state solo 12 su 87 le annate in cui investire in liquidità ha portato su base annua risultati migliori di azioni e obbligazioni americane. Tutto ovviamente è riferito al mercato a stelle e strisce, quello con maggiore profondità storica.
Ma cosa è successo a coloro che alla fine del 1941 scelsero di spostare gli investimenti depositati in liquidità in azioni ed obbligazioni? E cosa è successo invece a coloro che sfiduciati dalle borse e scoraggiati dai bassi rendimenti delle obbligazioni spostarono il proprio capitale su investimenti di liquidità?
Ecco il risultato dopo 1, 5, 10, 20 e 30 anni in termini di rendimento annuo composto.

1941Fonte dati: Damodaran

Certo quelli furono anni post seconda guerra mondiale ed appare difficile pensare ad un exploit del genere partendo dalle valutazioni azionarie di oggi, ma chi siamo noi per avere la supponenza di prevedere il futuro.

L’unico elemento che salta subito all’occhio è che aver tenuto i soldi su un conto di deposito o in un semplice T-Bill (il Bot americano) non avrebbe portato grandi vantaggi né in termini nominali, ma neanche in termini reali dove il risultato sarebbe stato ampiamente negativo.

Perdere potere d’acquisto non è mai una bella cosa soprattutto se nel corso degli anni vediamo i nostri amici che hanno comprato azioni o obbligazioni (o ancora meglio un mix delle due cose), potersi permettere di godersi gli interessi finanziari generati dal buon senso di mantenere investiti i propri soldi.

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Cash is NOT the King

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